I ricordi - capitolo 1

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*TW*
Correvo, non so da chi o da cosa ma correvo e non mi fermavo.
Sentivo le foglie secche d'autunno sotto i miei piedi scalzi e dalle mia braccia scorreva sangue.

Ad un certo punto sentii un gemito, erano loro.
Quei maledetti.
I maledetti che si mangiarono mio padre davanti ai miei occhi.
I maledetti che inseguirono mia sorella nel tentativo di fuggire chissà dove.
I maledetti che mi fecero diventare fredda come il corpo di un morto.
Mi fermai per estrarre un coltello dal mio zaino per vendicare la mia famiglia.

Credevo fosse solo lui, finché un altro maledetto mi cadde addosso, mi girai e ne vidi altri 9 che si stavano avvicinando a me.
Da lì non cercai più di dimenarmi da quest'ultimo.

Non c'era niente da fare.
Finalmente potevo mettere fine alle mie sofferenze.

Chiusi gli occhi e lasciai al maledetto mordermi quando sentii uno sparo.

Erano degli uomini, ne vidi uno muscoloso con una balestra in mano e un altro con la barba.

Mi ricordai di nuovo cosa successe con gli ultimi che incontrai, iniziai a tremare dalla paura.

Scansai il maledetto che giaceva morto su di me, e cercai di alzarmi quando sentii la mia caviglia pulsare, "Ci mancava solo la caviglia." Pensai,
zoppicando verso un albero.

Cercai di aggrapparmi ad un ramo nell'intento di nascondermi da quegli uomini.

Il ramo si spezzò e persi i sensi, sentii l'uomo muscoloso avvicinarsi mettendo due dita sul mio collo per capire se fossi morta o no, mi prese in braccio e ritornai in me <<Non mi toccare! Lasciami andare!>> Cercai di dimenarmi fallendo, iniziai a piangere.

Tra un singhiozzo e l'altro continuai a chiedere di lasciarmi andare finché l'altro uomo disse <<Non ti faremo del male, ti stiamo portando alla nostra comunità per curarti le ferite, ti faremo alcune domande e se vorrai potrai andare via; come vedi sei ricoperta di sangue e non ti lasceremo in pasto ai vaganti, in questo momento sei più debole di quanto puoi pensare.>> Io non fui convinta dalle sue parole e dissi <<Menzogne! L'ultima volta che mi fidai di un gruppo mi fecero cose inimmaginabili!>> Intravidi l'uomo muscoloso sbuffare e disse <<Ragazzina, smetti di frignare e stai calma, non farei mai cose del genere ad una bambina come te>> io offesa dalle sue parole dissi <<Tu non capisci e non capirai mai! Non voglio soffrire di nuovo e non sono una bambina! Ho quindici anni e come potrei stare calma dopo quello che ho passato!?>>

Cercai di dimenarmi di nuovo con la poca forza che avevo fino a quando non sentii gli occhi pesanti, e con tutta la stanchezza che avevo crollai, non dormivo da due giorni e finalmente potevo riposare in un letto comodo, ma come potevo fidarmi dopo quello che passai? Ogni volta che cercavo di addormentarmi i ricordi riaffioravano e rimanevo sveglia tutto il tempo.

Ma mi lasciai andare.
Tanto sarei morta comunque, i miei pensieri erano basati solo su quello.
Morire.

Avevo perso tutto, non aveva senso continuare a vivere in questo mondo oramai infetto.

Per chi dovevo vivere?
A che scopo?

Non c'è risposta, almeno non per me.
Adaliah Williams non c'era più.

Non era più la ragazzina felice, simpatica e ottimista di una volta.
Ma comunque mi lasciai andare, un'ultima volta.
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Non ho mai scritto così tanto in vita mia, spero vi stia piacendo
È la prima fanfiction che scrivo su Carl Grimes (mio marito) e credo stia andando abbastanza bene apparte qualche errore grammaticale.
Non mi è piaciuto il fatto che Carl (spoiler) sia m0rto.
Quindi eccomi qui a fantasticare su Carl per dimenticare che sia morto
Visto che non ci sono abbastanza ff su Carl ne regalo una a voi
Al prossimo capitolo :D

Inside his eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora