capitolo6

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Misa

Questo miserabile animale ha deciso che stasera io non posso entrare. Vorrei tanto piantare il mio pugnale o la mia katana nel suo petto. Sono furiosa Asher, Milli Brayan e Jim mi tirano per un braccio sanno che se non posso entrare è per ordine di quell'ammasso di grasso di mio padre.
Chiudo gli occhi e cerco di rimanere calma.
Ma quando li riapro quello che mi si presenta davanti è si l'ultima persona che mi aspettavo, ma è quella per la quale io sono qui stasera.
Ad un tratto la mia ira si dissolve.
<<Buonasera bambolina>>.
Bambolina?
Spero per lui che non si riferisce a me, lo guardo porta un completo su misura dove la giacca e più tesa alla braccia i suoi capelli non sono sistemati come ieri sera o come ritrae la mia foto, sono uno scompiglio perfetto.
La mia gola si secca.
Bagno le mie labbra con lingua, movimento che a lui non passa inosservato.
Fottuto figlio di puttana, pensa davvero di avere qualche affetto su di me? Si allontana e io non riesco a proferire parola, mi allunga un sorrisino e fa l'occhiolino.
E no ora basta!
Stringo i pugni e lo seguo, sta attraversando la strada quindi aumento il passo, sto quasi correndo.
<<Ehi!>> Lui si gira di scatto e per poco non gli sbatto addosso.
<<Chi cazzo pensi di essere per chiamarmi così?>>
Lui sorride e intasca le mani nel pantaloni.
<<Io non sono la bambolina di nessuno, tanto meno la tua.>>
Lui fa spallucce continuando a tenere le mani in tasca.
<<D'accordo>>.
Dice girandosi per continuare il suo cammino.
<<Ehi sto parlando con te.>>
Dico irritata.

Lui si sblocca e si gira.
<<Se vuoi puoi sempre venire con me.>>
Dice con nonchalance.
Ma che cazzo dice?
<<Chi sei?>>
Gli ripeto, lui si avvicina e prende il mio mento tra le sue dita.
<<Chiunque tu voglia, bambolina.>>
Dice sfiorando il mio lobo con i denti. Ma che... cazzo sta facendo?
Mi ritraggo e lo spingo all'indietro.
<<Non osare, mai più. >>
Lui sorride e mi rifà l'occhiolino.
<<Come hai fatto ad entrare nel
locale?>>
Domando per capire.
<<Nella vita c'è chi può e chi non può. E a quanto pare tu non puoi.>>
Non immagina quando si sbaglia.

<<Tashika ni baka>>. Dico in giapponese. Lui si avvicina e sorride <<Mi hai appena dato dell'idiota?>>
Cazzo questo non me l'aspettavo.
<<Certo!>> Dico alzando il mento. <<Stammi bene, bambolina>>.
Dice sottolineando il nomignolo, si volta per andare via.
Non posso permettermi che mi sfugga di nuovo. Non vivo in una città dove incontri chiunque per caso. Il fatto che l'abbia incontrato due volte è solo fortuna.

<<E se venissi con te?>> Dico rimanendo ferma e aspettando la sua risposta.
Ma che diavolo sto facendo?
Si volta e fa un ghigno di vittoria.
Fottuto figlio di puttana, pensa di aver vinto.
<<Non ti farei pentire della tua scelta sicuramente>>.
Mi mordo la lingua per non dire ad alta voce quello che penso.
<<Che ne dici di partire prima col conoscerci meglio?>>
Lui sorride e si appoggia al muretto dietro di sé, tenendo l'equilibrio su un solo piede e incrociando le braccia.
<<Ti direi che non faccio queste cose e che vado subito al sodo, ma farò un'eccezione.>>
Perfetto cazzo, nemmeno io sono solita fare queste cose, vado dritta al sodo sempre.
Se non avrei dei sospetti e non avrei istinti violenti nei suoi confronti direi che è fatto per me.
Ma nessuno lo è.
Cazzo Misa riprenditi, che pensieri fai?
<<Andiamo entriamo nel locale, sai io posso>>.
Certo, devo solo capire come.
Mi porge la mano e l'afferro, lui mi tira a sé e il petto sbatte contro il suo. <<Stasera sarò buono>>.
Dice alzando l'angolo delle labbra.
<<Oh allora sei proprio fortunato, perché anch'io mi sento particolarmente buona stasera>>.
Dico lasciando la sua mano e sorpassando il suo corpo senza staccare il contatto visivo.
Diamo iniziò alla festa uomo dei miei stivali e vediamo se puoi stare al passo con me.

Spazio autrice: Ed ecco i nostri due dominatori. Questa serata sarà mooolto lunga.
Grazie a tutti.

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