Capitolo 1: Il risveglio

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Ilaria finalmente si sveglia.

Si trova per terra, rannicchiata, confusa.

Riesce a percepire la leggera brezza, l'erba bagnata, delle ombre in lontananza.

Ancora debole e stordita, riesce ad alzarsi a sedere e a guardarsi intorno.

È in un parco, non c'è nessuno. Davanti a lei c'è solo una piccola fontanella, l'acqua che scorre lentamente.

Tutt'intorno si vedono delle case, forse è una città.

Questo posto non l'aveva mai visto prima. In realtà lei non sa nemmeno chi sia e cosa ci faccia lì.

Non riesce a ricordare quello che era successo prima del suo risveglio in quella città sconosciuta.

Gira la testa, ancora seduta sull'erba umida, e si accorge che qualcosa si sta muovendo dietro di lei.

È abbastanza sicura che dietro alla panchina di legno ci sia qualcuno, qualcuno che la spia. In condizioni normali si sarebbe fatta prendere dall'ansia, ma ora è fin troppo stordita per farlo.

Ilaria prova ad alzarsi dal prato freddo e fastidioso, ma non avendo ancora riacquistato le sue forze, decide di prendersi tutto il tempo.

Nel frattempo nota che la figura malamente nascosta si è mossa ed è in una posizione diversa da quella che aveva visto prima.

Ilaria, con le poche forze appena ritrovate, inizia a strisciare lontano da lì. Quando si convince di aver raggiunto un posto sicuro - dietro un albero fin troppo esile - sente una leggera pressione sulla spalla, come se qualcun volesse attirare la sua attenzione toccandola con il dito.

Spaventata si gira di scatto.

Quello che vede le mette ancora più confusione in testa. La figura ha le sembianze di un umano, ma sicuramente non lo è. Sembra un ragazzo sui 18 anni, capelli lisci e neri, occhi scuri. Porta una felpa azzurra e dei normali jeans. Tiene le mani nelle tasche come se volesse sembrare a suo agio. Nonostante questo si vede che non lo è affatto.

Ilaria comincia a capire: non si trova nel mondo reale.

Sembra più una simulazione, un videogioco.

Anche quella persona davanti a lei pare un personaggio di qualche videogioco. Una specie di avatar.

«Dove mi trovo? Cos'è questo posto? Perché è... così?!» domanda Ilaria, forse più a se stessa che a quel ragazzo.

«Io non so nulla, mi sto facendo le tue stesse domande» esclama quel personaggio strano.

Ilaria pensa al mondo reale. Chissà dov'è la sua famiglia, chi sono i suoi amici... Non ricorda.

Si chiede da quanto tempo  si trova in quel parco e se nel mondo reale sono preoccupati per lei.

«Anche tu svegliata qui oggi?» Chiede incuriosito il ragazzo.

Ilaria annuisce lentamente. Alzando lo sguardo nota che sopra la testa dello sconosciuto c'è una scritta che segue tutti i suoi movimenti.

«Lion... È il tuo nome?»

Il ragazzo fa una faccia confusa. «Perché me lo chiedi?»

«Perché c'è scritto sopra la tua testa» sostiene Ilaria, rileggendo più volte il nome per essere sicura di non aver detto una cavolata.

«Hai ragione» dice Lion dopo qualche secondo. «Pure tu hai un nome»

Ilaria sente una fitta allo stomaco, come se una parte di lei in realtà non volesse sapere chi fosse proprio in quel momento.

«Ah... io-ehm... non saprei...» farfuglia lei in modo insicuro.

«Vuoi sapere qual è?» le chiede Lion.

Prendendo tutto il coraggio, strizzando gli occhi e stringendo i pugni, esclama: «Va bene.»

Nel silenzio si sente la voce del ragazzo dire: «TheAir04»

Il silenzio si prolunga per una manciata di secondi. Ilaria si sente strana, non si aspettava tutto questo. Il nickname è quello che usa di solito nei videogiochi, ma come ci è finito sulla sua testa? E perché lei non lo può vedere?

Lion rompe il silenzio. «Credo che ti chiamerò Air» dice, un po' perché vuole distrarla e un po' perché le fa pena vederla così impanicata.

L'atmosfera si fa pesante. Lion non capisce perché Air sia così insicura.

Lei fa un sorriso di cortesia, ma prima che possa rispondere i due sentono dei suoni molto forti, simili a tuoni durante un temporale.

Una voce invade tutta l'area:

«Benvenuti a tutti ragazzi.

Io sono John, il creatore di questo videogioco.

Siete stati scelti come beta tester. Il vostro compito è rilevare i bug, ma soprattutto completare il gioco.

Potrete utilizzare il vostro comodo orologio da polso per appuntarvi tutto quello che trovate, e in più potrete usarlo anche comunicare con gli altri giocatori, come fareste con un normale telefono.

Più avanti scoprirete che ognuno di voi ha un'abilità unica, possiamo dire una skill, che nessun altro giocatore attivo possiede. Questa comparirà sul vostro orologio personale.

Bene, mi sembra di aver detto tutto. Spero vi divertiate in WORLDS e vi auguro una buona giocata.»

Air e Lion si guardano, non sapendo bene cosa pensare.

«Cosa significa che dobbiamo completare il gioco? Come si completa?» domanda Air a Lion.

«Non ne ho idea, ma possiamo iniziare ad esplorare questo mondo intanto, che ne dici?»

«Mondo?» chiede Air, domandandosi dove Lion abbia pescato quella parola.

«Il videogioco si chiama Worlds, non hai sentito? Quindi credo che ci siano più mondi da sbloccare o qualcosa del genere...» Gli occhi di Lion si riempiono di fiducia «Forza, cechiamo qualche indizio per andare avanti!»

I due cominciano a dirigersi verso le case, guardandosi attorno e sperando di trovare una luce, una porta, qualsiasi cosa che spieghi come devono continuare.

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