1 ~ Ti odio

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La giornata era naufragata alla velocità della luce.

Michele si guardò attorno, tentando di capire di quanti, tra i presenti, avessero attirato le imbarazzanti attenzioni.

Sembrava avessero addosso gli occhi di tutti.

A Carmine pareva non importare e questo gli suscitò l'ennesimo moto di rabbia colma di imbarazzo. Odiava sentirsi messo in ridicolo, odiava che a farlo fosse il suo compagno. Soprattutto quando Carmine sapeva benissimo quanto lo mettesse a disagio trovarsi in situazioni come quella.

Ma niente, non c'era verso di farglielo capire. Dopo sei anni di relazione continuavano a litigare sempre per gli stessi motivi e quello era il motivo principale delle loro litigate, quello che, almeno una volta al giorno, saltava fuori, facendo saltare a lui la pazienza.
-Hai finito?- mormorò nella sua direzione.

Sapeva che se avesse utilizzato un tono di voce appena di un millesimo più alto si sarebbe messo ad urlare. Ed era difficile trovare un equilibrio tra il cercare di farsi udire da lui e il non eccedere.

-Che vuoi?-

-Potresti abbassare il volume?-

-Se lo abbasso non lo sento- ribatté Carmine stizzito, indicandosi un orecchio e l'apparecchio acustico che si intravedeva a stento.

-Allora cambia programma, guardati qualcosa di meno imbarazzante!- e Michele fu costretto a stringere i denti per non gridare.

-Sto prendendo appunti- esclamò il suo amante con un sorriso beffardo, fissandolo con i suoi occhi celesti colmi di ilarità.

Lo sta facendo apposta, Michele non ne dubitava. Erano ormai rare le volte in cui fraintedeva le intenzioni del suo compagno, di solito indovinava sempre i perché delle sue azioni. Quella volta era assolutamente certo che lo stesse mettendo in imbarazzo per vendicarsi per l'averlo costretto ad accompagnarlo in fiera. E lo stava facendo mettendo in scena uno dei suoi spettacolini peggiori, proprio quello che Michele detestava più di tutti.

Tornò a guardarsi in giro. I tavoli da picnic intorno a loro erano pieni di gente dalle espressioni stanche, incuriosite, imbarazzate. Persone di ogni età che sfoggiavano abiti di ogni tipo, passando dal più comune outfit casual ad ali di cartapesta, vestiti di cuoio tanto succinti da non lasciare proprio nulla all'immaginazione. Volti sapientemente truccati, lenti a contatto dai colori più strampalati, parrucche dalle forme umanamente inimitabili.

Era arrivato lì, quella mattina, carico di entusiasmo all'idea di poter partecipare al Romics con il suo compagno – aveva dovuto implorarlo con tutti i mezzi a propria disposizione per farsi accompagnare da lui –, ma Carmine aveva già trovato il modo di farlo pentire.

-Abbassi il volume?- chiese ancora e l'altro sbuffò.

-Non lo sento-

-Cazzo devi sentire in un porno?- sibilò a denti stretti.

Autobus, treni, pizzerie. Parcheggi, teatri, musei, spiagge, parchi. Ovunque andassero insieme quello era il mezzo tramite cui, Carmine, riusciva sempre a colpirlo e a metterlo in imbarazzo, con l'intenzione di "vendicarsi" di chissà quale perché. E più si annoiava, maggiore era l'impegno che impiegava per tirare su quei suoi teatrini di dubbio gusto.

-L'audio è necessario per capire gli effetti di determinate cose. Prendi appunti pure tu, amore-

Afferrò il suo cellulare e pose fine a quel supplizio, accompagnando il proprio gesto con un'imprecazione da parte del compagno.

Carmine si alzò di colpo con l'intenzione di recuperare l'apparecchio, ma Michele fu più veloce di lui e iniziò a correre verso la direzione opposta. La sua intenzione era quella di sparire il più lontano possibile da lì, cercando di dimenticare l'ennesima figura di merda che aveva dovuto subire a causa sua.

TI ODIO. TI AMO. TI STROZZO! ~ E Ascoltami Quando Parlo! Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora