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«Allora come mai siete finita ad ubriacarvi con il figlio bastardo del re?»

Arianne proprio non sapeva perché si trovasse lì seduta su una grande pietra al limite del bosco a dividere del whisky con il fratellastro del suo promesso sposo.

Forse aveva solo bisogno di staccare dalla sua vita, perché probabilmente non lo aveva fatto per diciotto e anni, e anche perché era la prima volta che si ubriacava nella sua intera vita.

«Non so, forse perché devo sposare un uomo che non voglio sposare o forse perché mi sento estremamente sola» le sue labbra emettevano suoni a ruota libera.

L'abito color porpora che indossava le prudeva ovunque e il corpetto che la domestica le aveva legato era troppo stretto, sentiva di poter svenire da un momento all'altro.

«Credo solo di non sentirmi bene, forse dovrei andare nelle mie stanze» Arianne si alzò di scatto e barcollò.

Era una pessima regina, il secondo giorno ospite nel regno del suo futuro sposo e si era ubriacata. Ma cosa le passava per la testa?

«State attenta Arianne» la regina aveva pregato Oliver fino allo sfinimento per far sì che la chiamasse con il nome di battesimo e non con modi stupidissimi che utilizzavano tutti. «Vi aiuterò a camminare, appoggiatevi a me. Non siamo poi così lontani dal castello»

Arianne annuì debolmente e consentì al biondo di caricarsi il suo peso sulle sue spalle. Il braccio sinistro di Oliver le circondava saldamente la vita e lei non poté fare a meno di pensare che mai un uomo le era stata così vicino.

Una decina di minuti più tardi si trovavano nella via parallela a quella delle stalle e il caso volle che a rientrare da una lunga passeggiata a cavallo fosse proprio Harry.

«Che diavolo succede?» il principe frenò improvvisamente il cavallo. «Che ci fai con la regina?»

«Lei era sola e volevo presentarmi così io-» Oliver si grattò la testa con la mano libera e continuò a sostenere il peso della giovane donna.

«È ubriaca, ed è sola con te. Penseranno che l'hai violata» Harry scese da cavallo in un salto e Arianne non potè fare a meno di accigliarsi.

Per un attimo il principe sperò che Oliver ammettesse quello che aveva insinuato, così avrebbe potuto rifiutare la regina in matrimonio ma poi si diede dello sciocco, non farebbe mai una cosa simile a una donna. Non infangherebbe il suo onore.

«La porterò nelle sue stanze» disse soltanto il biondo. «Da oggi in poi sappiamo che è meglio che la regina eviti il whisky»

«La porterò io nei suoi appartamenti»

Arianne addrizzò la schiena in uno scatto quando sentì pronunciare quelle parole dal principe.
Lui di tutta sorpresa la prese in braccio e comincio a camminare verso il lato opposto all'entrata del castello.

«Non serve che mi portiate in braccio, fatemi scendere, so camminare» Harry era forse sordo?

Oh, ci mancava anche che fosse sordo a tratti. Perfetto.

«Mi avete sentita? Perché non stiamo andando al castello?» Arianne diede un pizzicotto sulla pelle fin troppo liscia e tesa del collo del principe. Poteva vedere una deliziosa vena regale pulsare al ritmo del battito del suo cuore.

«Potete stare zitta?» sbuffò Harry non avendo intenzione di lasciarla scendere «stiamo andando al castello, entriamo dalle cucine. Non può vedervi nessuno così»

La giovane regina non fece altro che sbuffare.
Il principe sentì la testa della giovane donna posarsi sul suo petto e d'improvviso quella parte cominciò quasi a fargli male.

«Eccoci» disse Harry aprendo silenziosamente la porta della camera della regina situata nell'ala ovest, quella opposta al principe «siamo nelle vostre stanze mia Regina»

«"mia regina",» Arianne lo scimmiottò e il principe alzò un sopracciglio in segno di disapprovazione «suona davvero male questa parola uscire dalle vostre labbra, non vi si addice»

Arianne lo pensava davvero, Harry sembrava un giovane che non si sarebbe mai inchinato, mai piegato, mai spezzato davanti a un reale anche se lui stesso ne faceva parte.

Nella mente di Harry invece viaggiavano dei pensieri tutt'altro che innocenti. Era vero, le sue labbra non si addicevano per niente a quelle parole, ma poteva far vedere alla giovane regina tutte le altre cose che sapeva fare con quelle. E si addicevano tutte molto meglio di qualsiasi parola.

Ma che diavolo gli veniva in mente?
Quella giovane donna probabilmente non aveva ricevuto mai nemmeno un bacio.

Arianne posò i piedi per terra solo quando il principe gli permise di scendere giù.
Era questo che voleva dire essere ubriachi? Se doveva sentirsi così male non voleva più esserlo.

«Dannazione!» sbuffò la ragazza abbassandosi furiosamente una spallina dell'abito « questo tessuto pizzica come una puntura d'ape, è assurdo. E non riesco a toglierlo» Arianne cercava invano di slacciare il nodo che aveva sul fondo schiena.

Harry era rimasto a guardarla vicino allo stipite della porta; diciamo che non stava guardando propriamente il suo viso corrucciato, più che altro guardava il suo seno.
Il seno di Arianne si alzava e si abbassava al ritmo cadenzato dei respiri della giovane ragazza, che in quel momento era parecchio nervosa e lui non poteva far a meno di guardare.

«Allora, volete aiutarmi o no?» la mora si fermò sul posto e battè un piede.
Harry si passò una mano fra i lunghi capelli, come faceva ogni qual volta si sentisse nervoso, e si avvicinò alla figura minuta della ragazza.

«Siete sicura? Io non potrei farlo, sapete?» la voce di Harry era più roca di qualche minuto prima e lei lo aveva notato, anche se ubriaca.

Arianne annuì e scostò i capelli sulla spalla sinistra per permettere a Harry di armeggiare con i nastri del suo abito color porpora.

Il principe indugiò quando per scostarle le poche ciocche rimaste sulla schiena toccò per sbaglio la sua pelle candida. Era morbida riuscì a constatare. 

Nel frattempo Arianne si chiese se fosse così insicuro ogni qualvolta che si trovava a spogliare una donna. Era certo che lo avesse fatto mille altre volte prima di quella.
Diavolo, doveva solo slegare quel maledetto abito.

Harry prese a sfilare i nastri e si accorse di aver trattenuto il respiro fino a quando il filo non uscì dall'ultima asola. Cosa gli era preso? Di solito ci metteva meno di un minuto a spogliare una donna.

«Ecco-, ecco fatto» disse il principe allontanandosi di tre passi dalla ragazza «Io devo andare ora» disse serio, voltandosi.

«Oh, si certo. Vi ringrazio» ma la porta era ormai stata aperta e non vi era alcuna traccia di un principe nella stanza di Arianne.

La Leonessa scozzese Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora