save your tears

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Otaro POV

Entrò in quel club sicura di se stessa.
Non c'era il tempo di inciampare sulle scale, ne di arrossire. Non c'era il tempo per essere quella che avevo imparato a conoscere, quella di cui mi fidavo.
Non c'era più tempo, o forse non c'era mai stato.

Mi fermai appoggiandomi al bancone facendo un cenno al barman e questi capì all'istante di dovermi riempire il bicchiere con qualcosa di forte, talmente forte da farmi dimenticare il momento esatto in cui avevo scelto me stesso. Il momento esatto in cui avevo rinunciato a noi.

L'avevo messa in guardia, ma era testarda e aveva sempre creduto di poter trovare il buono nelle persone anche quando non c'era. Ero la feccia dalla quale si sarebbe dovuta tenere alla larga, l'anima oscura che l'avrebbe corrotta. Che l'aveva corrotta.

Non appena il barman mi passò il bicchiere, me lo portai alle labbra inebriandomi dell'odore pungente di alcol prima di inghiottirne un sorso. Lei si trovava lì e si prendeva gioco di me quando deliberatamente ignorava il mio sguardo impertinente che si spostava sul suo corpo come una calamita attratta dal ferro.

Il vestito blu scuro le abbracciava perfettamente le curve e la sua scollatura pronunciata attirò alcuni sguardi indiscreti. Senza accorgermene mi ritrovai a serrare la mascella.
Odiavo quel posto.

Gli occhi di quegli uomini viaggiavano su di lei famelici, alla ricerca continua di altro ed io non potevo far niente per evitarlo. O forse non lo volevo realmente.

Aveva sofferto abbastanza e non volevo causarle altro dolore. Mi convinsi che il dolore che stavo provando fosse necessario, che fosse il mio modo di fare ammenda.

Tutto torna sempre al suo posto.

Mi passai una mano tra i capelli ed allontanai lo sguardo da lei, poco prima di raggiungerle gli occhi, per paura di trovarli vuoti. Digrignai i denti solo un'istante e buttai fuori l'aria dalla bocca dopo aver chiuso gli occhi per rilassarmi, ma i miei sforzi risultarono vani quando alzai lo sguardo e lo posai nuovamente su di lei.

Tutto torna sempre al suo posto.

Aveva raggiunto la pista accompagnata da due uomini che lavoravano con me e si stava muovendo soave tra i loro corpi.

You could've asked me why I broke your heart
You could've told me that you fell apart
But you walked past me like I wasn't there
And just pretended like you didn't care

I miei occhi le accarezzarono le curve e mi morsi la lingua al pensiero di non poterla toccare. Mi passai la lingua sopra le labbra, prima di ordinare di nuovo da bere. Avevo bisogno che quella sensazione terribile se ne andasse. Non volevo pensare a lei, non potevo.

Guardai di nuovo nella sua direzione trovandola con le mani di uno dei due sui fianchi, mentre lei si muoveva perfettamente a tempo. Inghiottii l'intero contenuto bluastro del mio bicchiere e quando posai nuovamente lo sguardo su di lei, il suo corpo aveva iniziato ad offuscarsi e fu allora che mi sentii protetto abbastanza da indugiare lo sguardo sul suo viso leggermente deformato dall'alcol, ma pur sempre bellissimo.

I saw you dancing in a crowded room,
You look so happy when I'm not with you

Non riuscii a decifrare i suoi occhi, ma avvertii il suo sguardo su di me. Probabilmente se non avessi rovinato tutto si sarebbe avvicinata e mi avrebbe sussurrato di smettere di bere prima di farmi un sorriso e prendermi per mano. Lo avrebbe fatto, ne ero sicuro.
Ma avevo rovinato tutto.

Tutto torna sempre al suo posto.

Take me back 'cause I wanna stay

Come se non avessi il controllo del corpo, mi ritrovai a camminare verso la pista facendomi spazio in mezzo alla marmaglia che frequentava quel locale. Barcollai appena, ma ero sicuro che non fosse colpa dell'alcol.

Da vicino, se possibile, era ancora più bella.
Il suo corpo brillava di luce propria non curante delle luci soffuse di quel posto, ma i suoi occhi erano avvolti in una strana e cupa luce.
I suoi occhi.
Mi stava guardando.

Senza rendermene conto l'avevo raggiunta e lei era davanti a me, in silenzio.
Solo in quell'istante capii quanto potesse essere assordante il rumore del silenzio. La musica intorno a noi sembrò fermarsi, riuscivo solo a sentire le parole del cantante che prima sembravano così vuote, così prive di significato. La musica che accompagnava il testo le aveva tolto importanza, le aveva portato via tutto lo spessore.

Ed era esattamente quello che io avevo fatto a lei. La mia superficialità l'aveva corrosa come acido e infettata come un virus.

Scossi la testa quando lei aggrottò le sopracciglia allungando una mano nella mia direzione. Non poteva essere vero.

«Otaro?»

Quando la sua mano raggiunse la mia guancia mi accorsi che avevo permesso ad alcune lacrime di rigarmi il viso. E in quell'esatto momento capii che non era stato l'alcol ad offuscare la mia vista.

Tutto torna sempre al suo posto.

Amavo quella canzone e amavo me stesso.
Ma non quanto amassi il testo, non quanto amassi lei.

Save your tears for another day.
Sì, conserva le tue lacrime Otaro.

Non permisi a quella lacrima di scendere mentre continuai a guardarla ballare.

Meraki Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora