Il nero era il colore di origine della mia città, il nero era il colore che contornava il cielo assieme a tutte le sue sfumature. Aveva toni più chiari arrivando al grigio per poi diventare sempre più intenso. La mia città anche se non sembrava era abbastanza colorata, le lucine dei palazzi decoravano il mio paesaggio che ammiravo dalla mia finestra. Mi trovavo di fronte ad essa, stringevo forte a me le mie braccia, una sorta di auto abbraccio istintivo...
Sentivo qualcosa scorrere, piano piano ma non comprendevo bene cosa fosse quella strana sensazione, mi avvicinai alla vetrata un po' scurita dal celo, ciò mi permetteva di osservare il mio riflesso, ormai sbiadito. Allungai un braccio verso di esso è notai con una strana espressione la lacrima scorrere lentamente sul mio viso.
Non me ne accorsi nemmeno, ma quella sensazione di fastidio continuava a farmi ripensare a tutto ciò che avevo passato....
Mi appoggiai leggermente a quel vetro, lo feci quasi d'istinto... il brivido e la sensazione di dolore e freddo era così malsano che non riuscivo nemmeno a rimanere in piedi, afferrai i capelli e li tirai all'indietro sospirando, mantenendo quello sguardo sorpreso...
Di cosa mi stupisco? Io me la sono cercata, era ciò che meritavo...
Essere diventata una pazza squilibrata mentale non era tanto male.
La stanza era completamente sporca i vetri erano ricoperti di liquido che non si arrestava mai. Sporgendomi di lato potevo vedere tranquillamente quei corpicini smembrati e malandati ridotti, veramente a carne da macello. Nella mia mano avevo ancora la sua piccola manina stretta a me.
Sollevai il capo per credere che tutto ciò che era successo fosse stato solo un orribile incubo e che non fosse successo nulla... ma mi spaventai ulteriormente guardando quella mia espressione, il sorriso era da parte a parte e con quella manina riuscì a asciugare quella ultima lacrima che ormai stava per cadere dal mio viso, prima che il mio corpo si spegnesse completamente. Osservai il coltello che era piantato nel mio stomaco, esattamente nel centro, le mie mani andarono dirette nella mia ferita e subito dopo ulteriori mani andarono ad inferire su di essa.
Mi accasciai sopra la persona che aveva creato quel genocidio osservandolo negli occhi... chi avrebbe mai potuto toccare dei piccoli esserini, toccare quelle piccole vite, come avrebbe mai fatto a vivere?
ad averlo fatto è stato proprio l'amore della mia vita, l'unico uomo che ho permesso di entrare e insinuare le sue radici nel mio cuore.
Il mio nome è Ambra è sono innamorata di un killer
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"I sogni nella realtà"
Short StoryQuesto libro contiene una raccolta di storie che sono esclusivamente One-shot. sono dei veri e propri sogni realizzate da persone vere! È niente ho deciso di raccontarvele, una ad una. Troverete un linguaggio spinto, descrizioni dettagliate sulla vi...