Wake me up when september ends

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Erano i primi di settembre quando il sole iniziò a nascondersi dietro le nuvole fino a calare completamente, per cedere il posto alla notte. La luna brillava, riflessa sulle onde del mare e da quegli scogli sembrava di poterla toccare con un dito.
E mentre Lei la guardava, perdendosi nella bellezza di quella notte stellata, Lui si stava innamorando di Lei. Diceva che quella Luna le somigliasse così tanto e Lei, così piccola e timida, non gli diede neanche troppo peso. Nei giorni a seguire da quella sera, tutto sembrava così reale: i baci all'ultimo minuto prima di salire sui treni, la prima volta al mare insieme, la prima volta che Lui si innamorava per davvero e a Lei che, fino ad allora, non aveva conosciuto niente di tutto questo e cosa si era persa, si ripeteva. I baci sulle labbra che sapevano di sale, le giornate passate a ridere e giocare come due bambini, e arrabbiarsi quando si esagerava sempre a lanciarsi la sabbia addosso, ma facevano subito pace.
Si può dire che Lei quasi non ci credeva, viveva in un sogno a occhi aperti e non si capacitava di quanto fosse bella ai suoi occhi.
Lui, dal canto suo, era diverso: capelli sempre scombinati, un carattere di roccia ma con due occhi che facevano paura. Paura perché tormentati. La sua vita era un disastro, piena di problemi, ma a Lei andava bene così. Non c'era nulla che potesse portargliela via, perché Lei sarebbe rimasta comunque. Non le importava delle continue litigate, dei suoi giorni sì e di quelli no, non le importava se certe discussioni la facevano piangere, bastava un bacio, una fottuta carezza, un "Ti amo" e tutto si risolveva in un millesimo di secondo.
Magari fosse così facile anche dimenticare.
Passarono alcuni mesi e arrivò finalmente il suo quindicesimo compleanno. Non si può certo dire che a Lei importasse qualcosa dei presenti a quella festa, inutili aggiungerei. Per il semplice fatto che intorno a Lei poteva esserci chiunque, ma dentro moriva dalla voglia di vedere Lui. Erano trascorsi pochi mesi, ma si erano già promessi l'infinito.
Si avvicinava il Natale, e il freddo che si portava l'inverno iniziava a farsi sentire. Anche sotto le coperte, abbracciati, si sentiva il freddo più vuoto in assoluto. Perché dalle lacrime si passò quasi subito a un livido, due lividi, tre. Ma per Lei era tutto sotto controllo, se non fosse che era ancora troppo poco brava a nascondere le cose. Nonostante ciò il giorno di Natale arrivò, come anche il loro primo Capodanno. Non esistevano parole per descrivere quanto Lei fosse felice quando Lui la raggiunse giusto in tempo per la Mezzanotte e poi andò via.
Per Lei era tutto così perfetto e complicato allo stesso tempo, era complicato gestire i lividi sul suo volto che non poteva coprire solo con del correttore purtroppo. Quello fu l'inizio dell'inferno: i suoi genitori, che tentavano disperatamente di salvare Lei che, chiaramente, non voleva essere salvata. Arrivarono persino a chiuderla in casa, e fu ancora peggio. Lei si svegliava di notte, frugava negli armadi e nei cassetti per trovare le vecchie foto di quando era bambina abbracciata alla sua famiglia, per strapparle in mille pezzi e dargli fuoco, una ad una. Nessuna pietà, nessuna vergogna, nessun rimpianto.
E mentre che Lei rimase con una Psicologa, Lui era seduto al Tribunale dei minori, per dire che non le aveva fatto nulla di male.
Si erano dovuti separare, ma loro sapevano che sarebbero sempre ritornati l'uno dall'altra...

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