⊰ 𝗖𝗮𝗽𝗶𝘁𝗼𝗹𝗼 𝟭: 𝗜𝗻𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗶 ⊱

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— Tornate ogni volta che volete. — disse Geto incurante, osservando la maledizione che stringeva tra le mani — Proveniente da una scimmia che non può nemmeno controllare la sua energia maledetta...

Una donna dai capelli ambrati lo raggiunse alle spalle. Stringeva al petto un quaderno nero come il carbone.

— Ecco il vero padron Geto... — lo canzonò interrompendo i suoi pensieri ad alta voce.

Poi aggiunse:

— Sono arrivati gli altri, la aspettano nella stanza delle riunioni...

Manami si girò di scatto, sentendo dei passi provenire dal corridoio. Un vecchio cliente di Geto, il signor Kanemori, cercava disperatamente il suo aiuto; lo avevo condotto lì personalmente, sicura che ancora una volta Geto avrebbe scacciato la maledizione che lo perseguitava. Ma lo sguardo del mio maestro finì sulla bomboletta di spray che tenevo saldamente tra le mani.

— Salve, signor Kanemori, perché tanta fretta? — domandò prendendo il disinfettante e spruzzandone un po' in giro per la stanza.

— Sbrigati ed esorcizza la mia maledizione! Ricordati dei soldi che ti ho dato! — gli urlò.

Suda aprì il quadernino nero.

— 150 milioni di yen, ma nessuna donazione in sei mesi.

— Allora... abbiamo finito. — disse secco lo stregone, ingoiando la maledizione che aveva ancora con se — Niente soldi. Niente aiuto.

Le maledizioni nella stanza fecero il loro dovere, in poco tempo del signor Kanemori non rimaneva che un'indistinta chiazza di sangue sul pavimento. Lentamente si avvicinarono a me, forse pensavano che fossi un'altra deliziosa preda facile da mangiare, ma erano all'oscuro dei preziosi insegnanti che Suguru mi aveva dato negli ultimi otto anni. Non appena la lama della mia spada li sfiorò si disintegrarono.
Sul volto di Geto comparve un sorriso compiaciuto.

— Pensavo di aver fallito come insegnate — ridacchiò abbracciandomi — Andiamo, la riunione sta per iniziare.

Non avevo bisogno di una guida, mi orientavo in quel tempio meglio di Geto stesso, conoscevo ogni luogo, ogni parte del giardino, persino dove trovare un centrino di pizzo per abbellire i mobili. Entrata nella stanza mi accoccolai sul divano, vicino alla mia amica Nanako. Lo stregone nero era al centro della stanza, le braccia incrociate, lo sguardo rilassato, come se stesse raccontando più una barzelletta che un piano di guerra.

— Famiglia mia, il momento è arrivato. L'era delle scimmie è giunta al termine, è giunto il tempo di dare inizio all'era degli stregoni. Prima di tutto ci occuperemo di distruggere il centro del mondo degli stregoni... l'Istituto di Arti Occulte di Tokyo.

—⋆ ⋆ ⋆—

Pochi giorni dopo una delle maledizioni al servizio di Geto di portò proprio davanti all'istituto di Tokyo, ma quello che vidi mi sorprese. Un gruppo di studenti ci osservava da lontano. E tra di loro c'era... mio fratello?!
Indietreggiai un po' spaventata, non vedevo un membro della mia famiglia da quando a causa di un incidente stradale i miei genitori erano morti. Non sapevo che mio fratello fosse vivo, lo stesso giorno dell'incidente Geto mi aveva portato via con sé, mi ero subito fidata perché per me non si trattava di uno sconosciuto, bensì di una vecchia conoscenza. Lo avevo incontrato in una della mie passeggiate solitarie per una Tokyo assolata. La mia famiglia aveva lasciato l'abitazione proprio per portare mio fratello in ospedale, si era preso una brutta polmonite e non volevano che mi preoccupassi troppo, quindi mi avevano abbandonato sul divano, intimandomi di non toccare nulla e di continuare a guardare i cartoni fino al loro ritorno. Ritorno che non c'era stato. Ma adesso Yuta era lì, e mi guardava come un raro pezzo da collezione.

⤹ 𝐓𝐡𝐞 𝐁𝐥𝐚𝐜𝐤 𝐒𝐨𝐫𝐜𝐞𝐫 | Jujutsu Kaisen ❞ ✰Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora