The Rose And The Dagger

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"Guarda che lì hai uno spazio vuoto."

Harry sa che avere ventiquattro anni e gestire un'agenzia di pubblicità online con due dei tuoi migliori amici implica avere i nervi a fior di pelle cinque giorni a settimana, sei se qualcuno ce l'ha davvero con te nello specifico, ma questo é troppo.

Non ha avuto una bella giornata. Per niente. Di base, fare un lavoro del genere implica sgobbare e spaccarti la schiena. Adesso lavorano anche per gente importante e siti rinomati, ma sono partiti da tre scrivanie una contro l'altra, appena maggiorenni, in un edificio con una macchia di muffa in un angolo della stanza. E ora avevano una ventina di dipendenti e dei clienti con la C maiuscola, roba da contratti per limite di segretezza e cose del genere. Erano famosi nel settore per precisione e discrezione, puntualità, un team attivo e presente, creativo. Tutti volevano loro.

Che significa questo?

Oh, solo che Harry é costantemente in preda a un accanito esaurimento.

Ma oggi? Oggi lo stanno massacrando. Harry é su un fottuto patibolo e ogni cliente sembra aver dimenticato che i proprietari della start up sono tre, perché quello che stanno tirando in un abisso senza fine é Harry e nessun altro.

Sono andati persi degli scatti importanti di una collaborazione con Adidas, e quella non era nemmeno colpa di Harry, vero? Non era nemmeno lì. Non ha parlato con nessuno per la realizzazione di quelle storie Instagram. Ma adesso deve trovare lui gli scatti e sistemare il casino, gestendo l'Arrabbiato Cliente per il ritardo dell'ADV e l'Arrabbiato Fotografo per l'insinuazione dell'Arrabbiato Cliente di essere un incompetente del cazzo. E non sono nemmeno le dieci del mattino.

Quindi: "Niall. Guardami. Guardami bene. Quando sono mai venuto a lavoro in felpa con jeans? Quando? Avresti segnato il giorno sul calendario, pensaci."

Il suo amico esita: "Mai."

"Ecco. Sono un po' più che disperato, oggi, e mi aspettano due persone in ufficio, entrambe arrabbiate con me per una cosa a cui non ho nemmeno presenziato. E se trovo cinque minuti per portarti dei contratti da visionare tu riesci a tirare fuori una cosa del genere?"

"... Dirò a Liam di non parlarti."

"Bravo."

E, Harry prova a non pensarci, ma fallisce. Deve provare a non pensarci: ci riesce per mezz'ora, e la reputa una vittoria valida per i suoi nervi provati. È uno di quelli che una volta che nota una cosa del genere non riesce a togliergli gli occhi di dosso, finché non la risolve.

Niall ha ragione: c'è un buco di pelle vuota tra i suoi tatuaggi, simboli quasi scarabocchiati vicino all'ancora sul polso sinistro. Un lembo di pelle é totalmente libero, poco più di grande dell'unghia del suo pollice, ma é lì, immacolato. Harry lo guarda mentre parla con i suoi clienti e mentre ordina il pranzo e fa qualche altra telefonata che gli fa girare un po' di più le palle, e a ogni occhiata quel punto brucia un po' di più, colpevole. Come ha fatto a non accorgersene? È uno che dietro a cose del genere perde totalmente la testa. È un maniaco, quasi. Eppure.

Si dice che lui é più forte di uno stimolo del genere, in ogni caso. Dio, é un uomo adulto. Il fatto che il suo sopracciglio tremi al solo pensare di aver ignorato una cosa del genere per anni non significa niente, e nemmeno il suo continuo sfregare del pollice contro quel punto. È una cosa mentale, é importante perché Harry gli dà importanza. Ha un fottuto spazio vuoto tra dei disegnini del cazzo fatti a diciotto anni, e quindi? Ha la vita che voleva e fa quello che gli piace, non ha problemi economici e si reputa un bel ragazzo, ha amici e amiche e un buon rapporto con la sua famiglia. Non può lasciare che una dannata imprecisione in una cosa a cui tiene insensatamente tanto come i suoi tatuaggi lo butti giù e lo faccia deconcentrare da tutte le cose che ha da fare prima di tornare a cas—

The Rose And The Dagger ||L.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora