CAPITOLO 11

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Sébastien controllò l'orologio. Aveva ancora un'ora prima del suo appuntamento con Paul de Leeuw. In seguito alla scoperta della gravidanza di Nevaeh aveva cancellato tutti i suoi appuntamenti ad eccezione di quello con l'uomo d'affari olandese, responsabile di un vasto programma di coltivazione in serra che voleva replicare ad Illyria.

Non sarebbe stato possibile rimandare l'incontro. Aveva provato a convincere Nevaeh a partecipare alla riunione, ricordandole l'entusiasmo che aveva mostrato per quel progetto, ma lei aveva semplicemente scosso la testa.

Era terribilmente preoccupato per Nevaeh. Stava perdendo peso di giorno in giorno a causa della disperazione e della sofferenza che le leggeva negli occhi. Presto sarebbe andata nella clinica dove aveva fissato l'appuntamento per interrompere la gravidanza e, anche se gli aveva detto di voler fare tutto da sola, era seriamente intenzionato ad accompagnarla.

Scarabocchiò automaticamente sul suo taccuino mentre ripensava alla notte precedente, quando si era svegliato trovando la moglie che dormiva in una valle di lacrime.

Lei aveva aperto gli occhi confusa, dicendogli che aveva sentito un bambino piangere. Nevaeh aveva dichiarato apertamente che, se non fosse stato per il terrore di avere ereditato dalla madre una possibile vulnerabilità psichica, avrebbe voluto avere dei figli.

I suoi figli... I loro figli...

Guardò distrattamente lo schizzo che aveva fatto e si irrigidì. Sul blocco che gli piaceva usare quando lavorava c'era l'inconfondibile disegno di una cicogna che portava un bambino.

Sébastien lo fissò per alcuni secondi, mentre i suoi pensieri si attivavano freneticamente. Poi, di colpo, scostò la sedia e si alzò, chiamando la sua assistente personale.

"Devo uscire," le comunicò.

"E il signor de Leeuw?" domandò stupita Justine.

"Sarò di ritorno in tempo per incontrarlo."

E, prima che la donna potesse replicare, Sébastien afferrò la giacca e se ne andò. Una volta in strada, prese il telefono. Non voleva che qualcuno in ufficio, nemmeno la sua segretaria che era la discrezione in persona, ascoltasse quella telefonata privata. Rintracciato il numero che gli serviva, chiese di essere messo in contatto con il responsabile della clinica. Il medico con cui parlò alla fine si presentò come la dottoressa Smithers la quale, credendo che lui stesse cercando di impedire alla moglie d'interrompere la gravidanza, gli disse chiaramente che l'appuntamento poteva essere cancellato solamente dalla diretta interessata.

"Ascolti, mia moglie vuole semplicemente venire da voi per un incontro preliminare," puntualizzò Sébastien. "Ritengo che prima di prendere una decisione debba consultare altri specialisti."

"Allora credo che debba essere lei a parlare con sua moglie in questo momento, non io," ribatté ostinatamente la dottoressa Smithers.

Sébastien terminò la chiamata e sospirò. Aveva cercato di convincere Nevaeh ad accettare d'incontrare un dottore specializzato nella depressione post partum. Ma ogni volta che sollevava l'argomento, Nevaeh si spaventava così tanto che si sentiva obbligato a cambiare discorso.

Purtroppo lei era convinta che si sarebbe comportata come aveva fatto la madre. Lui, però, non riusciva a credere che potesse compiere un gesto del genere. Adesso che aveva parlato con la responsabile della clinica era sempre più determinato ad accompagnarla all'appuntamento, indipendentemente dalle sue proteste.

Tornò in ufficio, immerso nei suoi pensieri.

Non era mai stato nei suoi desideri avere un figlio, ma adesso la situazione era radicalmente cambiata rispetto al loro accordo originario. Nevaeh era rimasta incinta... accidentalmente o per volere del destino. Ed era stato sempre il destino a farli conoscere. Non poteva respingere un secondo segnale del fato, dopo avere accettato il primo, che aveva considerato come un dono da accogliere a braccia aperte.

PER TUTTA LA VITA (2 LIBRO - "DE MONFORT DYNASTY")Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora