Vézelay, domenica 11 settembre. In cui l'autore scopre un Cammino di Luce in piena Borgogna e si avvicina di soppiatto alla carne fresca.A un certo punto del loro tragitto solitario, il viaggiatore più ardito, l'esploratore più audace o l'anacoreta più indurito si chiedono tutti la stessa cosa: «Che ci faccio qui?». Questa domanda attraversa anche la mia mente, quando scendo dall'espresso Parigi-Vézelay delle nove del mattino, carico solo di un bagaglio leggerissimo: uno zaino comprato il giorno prima al Vieux Campeur, una macchina fotografica «usa e getta», un block notes e una carta di credito che potrebbe servirmi come àncora di salvezza. Già, che ci faccio qui, con la schiena curva sotto un cielo grigio e opprimente, simile a un uccello esotico, dato il mio k-way giallo limone, i miei pantaloni di velluto bl petrolio e le mie scarpe da marcia marroni con le punte rinforzate? Avrei potuto restare sotto il piumone della mia ultima conquista, una ventenne magra e rossa di capelli, pescata all'uscita del liceo Hélène Boucher - fa la sorvegliante in mezzo a quelle mille isteriche in preda ai bollori della pubescenza - o dalla mia commessa di Monoprix di origine iraniana, una bruna, alta, col nasone, che sfoggia una biancheria da puttana sotto la maglia di nylon rosa. Senza tralasciare che in questo periodo la mia vita sessuale si onora anche della presenza di una wonder woman: l'ho incontrata a un cocktail mondano e l'ho sedotta grazie al mio fisico da ecologista equo e solidale . Queste single disperate spesso si rivelano delle frane a letto, ma non mi sono fatto sfuggire neppure lei perché ogni lasciata è persa, qualsiasi cosa perdiate voi stando con loro. Nulla, quindi, mi obbligava a lasciare Parigi per Vézelay in questo ventoso mattino di settembre (oltretutto è domenica, giorno del Signore, che l'ha creato apposta per riposarsi e far l'amore). Nulla, se non l'attrazione che esercitano su di me il corpo ben fatto e la mente contorta di una cattolica. Così, alle prime ore dell'alba mi sono trascinato alla stazione d'Austerlitz, ho preso un treno gelido in mezzo a escursionisti e turisti in bicicletta, e ho passato tre ore d'inferno, con la guancia appoggiata sul finestrino umido, a guardar scorrere le tristi pianure. Perché proprio Vézelay? Ma perché è lì che si incontra il maggior numero di cattoliche ferventi a metro quadro! Le famose «Giornate Mondiali della Gioventù sarebbero state un'occasione più ghiotta per rimorchiare, ma ci sono solo ogni cinque anni e mi sono già perso le ultime. Lourdes ? Sa di vecchio. Saint-Nicholas-du-Char-donneret? Il feudo francese degli integralisti duri e puri ormai riunisce soltanto vecchie streghe in piena agonia mentale e militari attempati. Le apparizioni del Papa in Piazza S. Pietro? Troppo poliglotte: non mi ci vedo a rimorchiare delle suore in serbo-croato o in pseudotedesco. Sì, il cammino di Santiago de Compostela si impone con ogni evidenza : la Natura circostante, l'andatura sacrificale, il raggruppamento delle specie, tutto è a portata di mano. So bene che fra le orde di pellegrini , che ogni anno si ritrovano lungo il percorso, solo pochi sono cattolici veri, ma è proprio questa minoranza che mi interessa. E poi , almeno, prenderò un po' d'aria. Scopare nei villini surriscaldati delle periferie parigine, negli alloggi per studenti della Città Universitaria o nelle stanze d'albergo piene di acari va bene per un po', ma adesso aspiro all'erotismo campestre, all'amplesso in tenda, alla fellatio ipocrita sotto i rami che stillano umidità. E lo confesso: perché non alla sodomia febbrile e furtiva dentro una cappella cistercense attraversata da correnti d'aria? Vado a Vézelay a rimorchiare la cattolica con lo stesso spirito con cui si va a caccia del picchio muratore nelle paludi del Basso Reno o del castoro nella regione del Nivernese: uccello in resta e coltello in mano. Da franco tiratore. In cui l'autore rimugina fra i suoi ricordi di Storia salendo con umiltà verso Montjoie. Mentre mi inerpico sui ripidi pendii della « collina eterna», cerco di ricordare qualche nozione di Storia che possa tornarmi utile. Ah, la Storia! I cattolici la amano perché l'hanno dominata per venti secoli, continuando a commettere le loro piccole atrocità nell'impunità quasi assoluta e senza mai pentirsi. Se riesco a trascinare una cattolica su questo terreno, sono sicuro di attirarmi la sua simpatia. E la simpatia, in tutte le cattoliche, precede immediatamente il gonfiarsi dei canali mammari, la tumescenza delle piccole labbra all'entrata della vagina e l'infiammazione delle mucose uterine che faciliteranno il vostro lavoro da uomini. Un po' di Storia, quindi, per raggiungere i miei scopi: Vézelay si trova all'inizio della Via Lemovicensis, una delle più grandi strade pedonali del Medioevo. Per secoli, migliaia e migliaia di pellegrini e pellegrine (la femmina del pellegrino) l'hanno percorsa per raggiungere Santiago de Compostela, una delle mete obbligate della cristianità insieme a Gerusalemme (« Visitate il Santo Sepolcro») e Roma (« Baciate le tombe di Pietro e Paolo»). La Via Limosina passa attraverso Bourges, La Souterraine, Limoges, Périgueux, Bergerac, Roquefort. Quando arriva a Puente la Reina, in Spagna, si unisce agli altri grandi cammini di pellegrinaggio, che partono da Parigi, da Puy e da Arles. Da lì, bisogna percorrere ancora ottocento chilometri per raggiungere le coste della Galizia, celebri per due naufragi: quello di san Giacomo il Grande, avvenuto nell'anno 42, e quello della petroliera Prestige, avvenuto nell'anno 2002. Nel Medioevo, un pellegrinaggio a Santiago era una vera e propria spedizione e poteva durare diversi mesi, se non addirittura un anno. I lupi e i briganti facevano la posta ai pellegrini, i sentieri e le strade diventavano impraticabili alla prima pioggia e in ottobre cadeva la neve. Lungo tutto il tragitto, quindi, le grandi abbazie avevano creato una fitta rete di chiese, ricoveri e cappelle per prestare assistenza ai cosiddetti «iacobiti». La rete esiste ancora, e questo mi eviterà di pernottare ogni volta in alberghi economici. Inoltre, non sarò solo. Dopo una certa disaffezione fra il secolo XV e il XIX, è sorta una nuova popolazione di escursionisti, ecologisti e meditativi di ogni fede: oggi si stima intorno a 100.000 il numero di iacobiti moderni che flirtano ogni anno con la tendinite e la bronchite, nella speranza di ottenere la famosa «coquille Saint-Jacques 1 », riconoscimento e sacro amuleto del perfetto pellegrino. Un'ultima parola sul mio progetto. Ho scelto quattro tipi di cattoliche da studiare le cattoliche di sinistra, le cattoliche borghesi (quindi, di destra), le cattoliche integraliste e quelle che definirei «le cattoliche buone», ampia accozzaglia all'interno della quale si possono inserire le cattoliche d'occasione, ossia quelle che non rientrano in nessuna tipologia particolare. Una volta «coperte» - se così posso dire - queste categorie con assoluto rigore scientifico, estrarrò la quintessenza delle mie osservazioni e comporrò un diario di viaggio, per offrire ai miei lettori, almeno spero, il più alto piacere. Non c'è dubbio che i protestanti se la godranno un mondo a leggerlo, ma non mi rallegrerei troppo se fossi in loro. Perché, a partire dal prossimo anno, ho intenzione di avvicinare le più belle protestanti al Museo del Deserto. In cui l'autore si lascia andare a una digressione che sembra utile soltanto a far pazientare il lettore nell'attesa della prima scena oltraggiosamente sessuale. Sono le dieci quando sbuco davanti alla famosa basilica che tanto faceva delirare l'amico Jules Roy (abitava ai suoi piedi, in una bella casa. Romain Rolland 2 , invece, abitava più in basso). Si tratta di un sontuoso edificio romano del secolo XI, che schiaccia i tetti color ruggine del paese con la sua massa policroma. È proprio da questa basilica che fu lanciato l'appello alla seconda crociata, da un fanatico di nome Bernardo di Chiaravalle (ciò non toglie che oggi fa parte del patrimonio dell'Umanità). Nella luce fuligginosa del primo mattino, sembra un vascello di pietra in attesa di imbarcare un equipaggio di giganti intagliati nel bronzo. A dire il vero, è quasi troppo bella per gente come voi e me, che suda, ha problemi di soldi e concupisce la propria vicina. Permettetemi, a questo punto, una piccola digressione. L'aspetto più paradossale della religione cattolica è questa sua ostinata volontà di disseminare per tutta la Francia i capolavori architettonici più sbalorditivi, senza contare tutto quello che essi contengono: salteri, libri sacri, dipinti, sculture, canti ecc. Obietterete che a quell'epoca tutti erano cattolici (per forza), che la Chiesa faceva sgobbare il popolo, e che anzi è proprio così che si è arricchita a dismisura, pur predicando la santa povertà. D'accordo. Ma non si può non restare impassibili di fronte al fatto che un pensiero ontologicamente tanto discutibile abbia creato simili meraviglie! C'è qualcosa che mi sfugge, anche se una spiegazione ce l'ho, ma non ha nulla a che vedere con la metafisica. È semplice: cattedrali e monasteri sono semplicemente stati pensati, disegnati e costruiti dagli uomini. Sono monumenti all'Umanità. Dio non c'entra niente. Pascal confessava : «Il silenzio degli spazi infiniti mi spaventa», ma non si rendeva conto che gli uomini lo hanno riempito col rumore dei martelli. Le femministe obietteranno che qui non si parla mai del genio delle donne. Risponderò che sono esseri umani come tutti, solo meno stupidi e, oltretutto , portano delle mutandine. Anzi è proprio questo l'unico motivo che mi fa credere in Dio, soprattutto quando se le tolgono Fine della digressione. Sto costeggiando un parcheggio. Dei pullman vuoti sostano accanto ad alcune macchine che hanno targhe della regione parigina e dell'Alsazia. Immagino che le mie prime iacobite siano qui, da qualche parte sul piazzale, con le gambe ricoperte di fredda bruma e la nuca che rabbrividisce, sfiorata da un tagliente vento dell'Est. Sotto i grossi e informi maglioni di lana, i loro seni puri di certo palpitano al solo pensiero della prova che dovranno affrontare. Le tenere spalle doloranti per il peso dello zaino si sollevano in un gesto implorante: non dovrebbero fare pipì prima di partire, tanto per stare tranquille? Di sicuro vorrebbero imprecare, ma le cattoliche non amano forse il cilicio? Le più fantasiose, ne sono certo, avranno fatto scivolare lo spazzolino da denti nel body, per darsi un po' di gioia camminando. In cui l'autore, benché risoluto, sente la propria volontà vacillare e rischia di ripartire con il primo treno. Ho appena finito di fare il giro del piazzale. Che delusione, non c'è un cane. Solo dei giapponesi , che fotografano a raffica la basilica come fosse una corazzata americana, e dei cinesi che la riprendono col teleobiettivo per riprodurla nei loro giganteschi parchi divertimento. Eppure, la settimana scorsa , quando ho telefonato a un tour operator specializzato in crociere spirituali, mi hanno assicurato che un gruppo di pellegrini sarebbe partito da qui alle undici. Sono solo le dieci e un quarto, quelle brave persone devono essersi messe al riparo mentre aspettano l'ora della partenza. Non ce li vedo proprio dei pellegrini che tirano un bidone al buon Dio. D'accordo, pazienterò. Ridiscendo il pendio da cui ero salito, scorgo un caffè ed entro. Anche qui nessuno , soltanto il proprietario mezzo addormentato che sbadiglia, ascoltando Radio Vaticana che trasmette un vecchio successo degli anni Settanta: Dominique nique nique 3 . Ebbene, spero di fare proprio come Suor Sorriso, prima sarà , meglio sarà. Ordino un panino al burro e prosciutto e una tazza di caffè. Tanto vale mettersi in forze, visto che si va verso il martirio. «Il signore va in pellegrinaggio?», chiede il padrone servendomi. Ha visto lo zaino e la croce di legno che fuoriesce con ostentazione dal collo aperto della camicia. La maggior parte della sua clientela è composta da fanatici dell'aspersorio, da Maimonidi della Fede, raramente da sindacalisti della CGT 4 o anarchici del POUM 5 . Tanto vale rodare il discorso: a partire da questo momento sono un pellegrino come un altro, cioè assolutamente sprovvisto del minimo senso critico, con il pene a riposo e il cuore pieno di umiltà. «Cammino per amore di nostro Signore », rispondo con voce smielata. «Avevo tre arti paralizzati e dopo milleseicento Padre nostro e quattrocento Ave Maria, mi ha ridonato il Fluido nervoso necessario». «Sa quello che fa, Lui», borbotta il locandiere, mentre con un colpo di strofinaccio asciuga un immaginario residuo tondo di birra sul bancone. « Solo i migliori fra noi saranno salvati!». Ci si mette dentro anche lui? Fuori, il suono stridulo delle campane si perde fra le nuvole gonfie di pioggia. Alcune ombre infreddolite si affrettano alla seconda messa. Vengo preso dallo sconforto: se qui, da qualche parte, non troverò carne fresca in abbondanza, non mi resterà che salire sul primo treno per Parigi, oppure spararmi un colpo in testa. Che l'abbia emozionato con l'aura ascetica che, mio malgrado, mi circonda come una luce al neon sparata al massimo? Il barista posa sul bancone un opuscolo dal titolo pomposo: Aiuto ai pellegrini. Mentre sorseggio il caffè, sfoglio distrattamente il libretto. Fantastici i cattolici! Vé- zelay-Santiago de Compostela è comunque un bel pezzo di strada, qualcosa come 1.500 chilometri, ossia - a piedi - fra quaranta e cinquanta giorni di cammino. Va bene, ma non li compiango: in fin dei conti il masochismo è la loro specialità. Basta guardare i loro quadri e le loro statue: sante a cui vengono tagliati i seni, santi segati in due, lingue strappate, viscere esposte e srotolate, fruste e ferro incandescente fino a non poterne più, ecc. Per il cattolico o la cattolica puri al cento per cento, il supplizio del corpo è una delizia per l'anima. Passo all'edificante biografia di Giacomo il Grande, primo discepolo di Gesù. San Giacomo si dedicò all'evangelizzazione degli iberici che, da parte loro, non gli avevano chiesto niente, e poi fu decapitato per ordine del re ebreo Erode. Le sue spoglie furono lasciate ai cani, tanto per essere generosi, e quel che rimase del suo corpo venne poi affidato a una barca che superò lo stretto di Gibilterra, sospinta da una burrasca, e risalì l'Atlantico cento per cento, il supplizio del corpo è una delizia per l'anima. Passo all'edificante biografia di Giacomo il Grande, primo discepolo di Gesù. San Giacomo si dedicò all'evangelizzazione degli iberici che, da parte loro, non gli avevano chiesto niente, e poi fu decapitato per ordine del re ebreo Erode. Le sue spoglie furono lasciate ai cani, tanto per essere generosi, e quel che rimase del suo corpo venne poi affidato a una barca che superò lo stretto di Gibilterra, sospinta da una burrasca, e risalì l'Atlantico guidata da un angelo. Per poco non mi va di traverso il prosciutto. Un angelo! Lo scrivono così, senza ridere, un angelo! Un angelo dotato di navigatore satellitare, immagino. Va bene, andiamo avanti. L'imbarcazione finì con l'arenarsi sulla punta occidentale della Spagna, dove venne dimenticata per qualche secolo. Nell'anno 800 e un po', fu rivelata la collocazione della tomba a un eremita, sconvolto da un raffreddore di testa (i venti sono tremendi laggiù). Vennero esumate delle ossa e attorno alla tomba venne costruita una basilica. Il resto sono solo aneddoti. Stordito dalla pirotecnica assurdità del racconto, ordino un calvados al locandiere. Quindi è questo extraterrestre che milioni di persone vanno ad adorare ogni anno, rischiando la tendinite? È inaudito, comunque, che dei contemporanei dotati di buon senso, di carta di credito e tessera della Fnac possano mandar giù delle scemenze simili! Ma è pur vero che nel cattolicesimo tutto è inaudito: non vi si chiede di capire, ma di credere. Alle undici mi alzo, pago le consumazioni e raccolgo lo zaino. Sto per uscire quando un brivido leggero richiama la mia attenzione : risvegliato dal caffè, dal calvados e dall'attesa dell'imminente caccia, il mio batacchio si è dato una scossa sotto il velluto a coste dei pantaloni C& A. Alleluia! Un canto di gloria mi sale alle labbra: Preghiamo la Vergine Maria Suo figlio Gesù Che ci conceda La grazia Di vedere, in Paradiso, Dio e il mio signore san Giacomo