sono solo... stanca.ogni giorno è una continua ripetizione, un continuo loop.
mi alzo la mattina, mi lavo, mi vesto e mangio qualcosa. tutto ciò con un'espressione vuota, priva di emozioni. tutto ciò con malavoglia, con stanchezza.
capisco che alle 08:00 del mattino, dal lunedì al venerdì, devo entrare per cinque giorni di fila a scuola, o inferno, come lo chiamo io.
sapete, quando ero piccola, all'ultimo anno di asilo, credevo che andare a scuola fosse una cosa davvero fantastica. lasciatemi spiegare.
vedete, mi ero fatta una vasta illusione su questo luogo:
credevo che mi sarei fatta un sacco di amici con cui sarei andata stra d'accordo, e pensavo che gli insegnanti sarebbero stati stra gentili con me e con i miei futuri compagni di classe, credevo che il mondo del lavoro sarebbe stato un posto meraviglioso... ma quando ho scoperto tutto ciò, quando ho capito tutto ciò, ci sono rimasta davvero male.
ho capito tutto questo da quando ho iniziato le elementari.
all'inizio però, pensavo che sarebbe stata una piccola fase che sarebbe passata subito, ma credo che adesso sia una cosa permanente.
vado in terza media, e so già cosa dovrò affrontare alle superiori.
ho una costante ansia di fallire, di non essere abbastanza, una costante paura di sbagliare in tutto e per tutto.
mi faccio un culo grandissimo per riuscire a tenere il passo, ma più i giorni passano, più mi sento male.
più vado avanti, più i miei risultati scarseggiano, si abbassano, e ciò mi fa sentire una buona a nulla, incapace di fare le cose.
in classe piango in silenzio, cercando di riuscire a sfogarmi, per poi cercare di non far capire a mia madre e agli altri che sto male.
in classe mi sento costantemente osservata, saranno i miei compagni o i professori, naturalmente.
sto iniziando ad avere paura di loro.
i professori mi mettono costantemente ansia, se non fosse per quelle eccezioni che, fortunatamente, mi valorizzano.
un esempio?
la prof di italiano doveva consegnare a me e i miei compagni la verifica di grammatica. erano andati tutti bene."Ho preso 8!"
"Che bravo! anche io ho preso 8! E tu, quanto hai preso?"
"Quattro e mezzo" ho risposto soltanto, poi ho guardato il mio foglio, pieno di correzioni.
volevo sprofondare.
pensavo di farcela.
pensavo di riuscirci.
e invece no.la professoressa mi ha detto che non sto facendo più niente, mi ha rimproverata per questo.
sento gli occhi dei miei compagni puntati su di me.
tremavo.
alzo lo sguardo di poco, me li ritrovo tutti a fissarmi, con la prof che continuava sgridarmi.
poi, la campanella dell'intervallo suona, salvandomi da quella tortura, me ne scappo in bagno e scoppio a piangere.
ho bisogno di una pausa.
sono come un telefono: se nessuno mi mette sotto carica, sto spenta, e non c'è modo per riaccendermi.
ogni giorno spero che tutto questo inferno finisca il prima possibile.
mi sento distrutta.
non voglio fare stare male gli altri per colpa mia.
se qualcuno, però, si sente così come mi sento io, mi sentirò meno sola, perché almeno so che siamo sulla stessa barca.
a te che leggi, ti voglio bene, credi in te stess*, non farti ostacolare da niente e nessuno, a differenza mia.
vado a piangere sul cuscino con la musica a palla. sento che ne ho bisogno. ciao.