2.

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mi avviai verso l'uomo e lui mi chiese la casetta d'identità che io gentilmente mostrai

mi accompagnò fino a un taxi che mi avrebbe portato a casa di questo misterioso Ryan

«signorina Walker, siamo arrivati» la voce dell'autista mi risveglio

nel vero senso della parola stavo dormendo con il viso spiaccicato al vetro

«oh si.. emh grazie mille» dissi per poi aprire la portiera e prendere i miei bagagli

la macchina si era fermata precisamente davanti ad un immenso portone color argento

appena l'auto se ne andò, decisi di suonare il campanello

una voce femminile arrivo alle mie orecchie abbastanza ovattata

«chi è?»

«sono io Grace Walker»

«oh sei già arrivata! aspetta che ti apro tesoro»

ci fu qualche attimo di silenzio prima di sentire il rumore del cancello aprirsi

presi tutti e quattro i bagagli più il mio zainetto e mi abbia verso l'ingresso

posso dirlo chiaro e tondo: questa è una casa americana al cento per cento

avete mai visto stranger things? se sì allora questa è la versione della casa di Mike solo poco più grande

legno bianco e tapparelle blu notte

un giardino pieno di tulipani, margherite, rose rampicanti e molti garofani divisi per colore

prima che io potessi bussare alla porta, una donna che avrà avuto tra i 40 e i 50 dai capelli color rame e lentiggini sparse per tutto il volto la aprí

«ciao Grace, mio dio quanto sei cresciuta, ti ricordi di me? sono io Charlotte»

vuoto.

mo' chi era questa

cioè so solo che è la moglie di Ryan, niente di più e niente di meno

«oh sì, diciamo che sono cresciuta un bel po' » dissi la prima cosa che mi venne in mente

«entra pure, non vorrai mica rimanere lì fuori, sai c'è una camera che abbiamo arredato proprio per te» mi raccontó la rossa

entrai dentro casa e vidi subito che era arredata in modo abbastanza moderno

un corridoio che ospitava una scarpiera color nero opaco

oltrepassato il corridoio si trova un open-space tra cucina e soggiorno, dove si possono vedere altre stanze come la libreria, il bagno e delle scale che portano al piano di sopra

«ciao»

sobbalzai da quella vocina che proveniva da dietro di me

una ragazzina dai capelli rossi e dagli occhi castani con molte lentiggini si trovava oramai davanti a me

«sono Ashley e tu sei Grace, giusto» annui leggermente. Lei mi prese per il polso e mi trascinó al piano di sopra

«Ashley dalle vedere la sua camera, nel frattempo io preparo i biscotti» urló la madre della ragazzina a quest'ultima

«da oggi saremo coinquiline, questa è la tua stanza e lì affianco c'è la mia» mi iniziò un po' a spiegare

non la ascoltai molto data la sua parlantina

«quanti anni hai?» la interruppi di punto in bianco facendo una semplice domanda, senza cattiveria, anzi con tono sereno

«ne ho tredici, tu?» mi chiese la piccoletta

chris sturniolo //flower hatDove le storie prendono vita. Scoprilo ora