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non mi è mai mancato nulla

dalle barbie ai vestitini della domenica

ho sempre ricevuto ciò di cui avevo bisogno, senza però essere viziata

quella domenica mattina sarebbe stato l'ultimo momento di quella vita italiana

l'ultimo abbraccio che avrei dato alla mamma, l'ultimo sorriso che avrei visto sul volto di papà

l'ultima litigata con Yan


sono troppo melodrammatica mi sa

per sfortuna non sarà l'ultima volta qui in Italia, per l'amor del cielo la amo ma l'America è un sogno che diventa realtà

sono veramente felice di partire per Boston, lí c'é un università a cui voglio partecipare da anni

mia madre, quando le ho detto che avrei voluto continuare l'università negli Stati Uniti, non era convinta

secondo lei 'potrei non sentirmi a mio agio laggiù'

sapete chi l'ha convinta? di sicuro non mio fratello Yan

mio padre ha origini californiane e almeno una volta all'anno andavamo laggiù per le vacanze estive, quindi ormai mi ritengo una madre lingua inglese ed é proprio questo uno dei motivi per cui mio padre voleva farmici andare

voleva che facessi nuove esperienze e che seguissi i miei sogni

con queste motivazioni é riuscito a convincere pure mia madre

che poi dai, non ci saranno molte differenze tra Sacramento e Boston, vero?


***skip skip***


mi trovo in aereoporto assieme a tutta la mia famiglia

mio padre ha portato le mie 4 valigie dal parcheggio fino a qui e ora sta cercando di coprire il suo volto ormai in lacrime dietro al mio borsone color celeste

mia madre con un pacco di fazzoletti in mano che cerca di dirmi qualcosa tra una lacrima e l'altra

mio fratello invece é seduto su una scomoda sedia vicino a un piccolo negozio di souvenir

la cosa che mi lascia più a bocca aperta é che anche lui sta piangendo a dirotto

anche se ha solo due anni in meno di me, ci siamo sempre capiti

io sono una ragazza un po' più riservata e di sicuro non sono socievole come lui

Yan, classico ragazzo dai capelli neri con occhi verde smeraldo, l'unica cosa per cui ci assomigliamo difatti sono questi ultimi

lui é uno spirito libero a detta di mio padre, e soffre di una poca gestione di iperattività

gli voglio un mondo di bene e so che sarà la persona che mi mancherà di più fra tutte

«ricorda Grace, divertiti e non dimenticarti delle regole » mi disse mio padre soffiandosi il naso

quelle stupide regole che mi aveva consigliato di rispettare

1. non drogarti

2.non fumare

3. non fare fiki fiki con nessuno

4. non trovare un ragazzo


diciamo che si é messo d'accordo con mio fratello per le ultime due

decisi di abbracciarli tutti, non ci saremmo visti fino alle vacanze d'inverno e sapevo già che mi sarebbero iniziati a mancare...





cinque minuti

cinque fottutissimi minuti e sarei atterrata sulle pianure del Massachusetts

mio padre non si sarebbe mai fidato a lasciarmi ad una sconosciuta host family, quindi conoscendo un suo caro e vecchio amico di nome Ryan che abita lì gli chiese se gentilmente mi avrebbe ospitata per un tempo indefinito

ovviamente tutte le spese mio padre ha offerto di pagarle lui

Ryan è il direttore di un'azienda di mobili

vive assieme alla figlia Ashley e alla moglie Charlotte da quello che ricordo

una voce metallica interrompe i miei ragionamenti

«gentile clientela, siamo giunti a destinazione
fuori dal finestrino potrete vedere le meraviglie americane; vi auguriamo una buona permanenza»

deciso di alzarmi dalla sedia ancora un po' intorpidita dopo tutte quelle ora passate ad ascoltare musica e vedere film

mi trovo in una grande sala dove ho appena ritirato i miei bagagli

sono fin troppo pesanti però credo fermamente che ce la posso fare

sapete, con queste braccia ho fatto un plank per due minuti

ragazzi DUE MINUTI

cioè John Cena chi-

«oh scusa non ti avevo vista» un ragazzo alto dai capelli castani si trovava davanti a me

ero appena finita addosso al suo petto

indossava un capellino nero e degli occhiali da sole del medesimo colore

anche i suoi shorts erano neri

era per caso un agende dell' FBI?

«oh... emh fa nulla... dovevo stare io più attenta» risposi frettolosamente con quale gesto di mano

«piacere Matt»

mi disse mentre mi aiutava a raccogliere le valigie che mi erano cadute qualche secondo prima

«mi chiamo Grace»

«vuoi che ti dia una mano con i bagagli?» mi chiese mostrandomi un sorriso accogliente

«sinceramente parlando...si»

prese due bagagli e ci iniziammo ad incamminare

«tu davvero... non mi riconosci?» il primo ad interrompere il silenzio fu stato proprio lui

«no mi spiace... perché dovrei?» risposi con fare ingenuo

era strano ma sembrava anche simpatico

arrivammo all'uscita dell'aeroporto e lui mi ridiede le mie valigie

«è stato un piacere Grace, ci si vede» non mi lasciò neppure il tempo di salutarlo che si immischiò fra la folla e scomparve

mi guardai attorno e trovai un uber con un cartello che citava il mio nome: Grace Walker




lol ciao angeli
so che è corto ma spero vi possa piacere
vi prometto che sarà veramente bello, lo giuro😭💐

chris sturniolo //flower hatDove le storie prendono vita. Scoprilo ora