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Vivi ogni giorno della tua vita come se fosse l'ultimo.
- Seneca

«Alya Davis.» Sobbalzai difronte alla voce della preside.
Non ci credevo. Mi stavo davvero diplomando?

Mi alzai dalla poltroncina difronte al palco e percorsi la passerella che mi avrebbe condotta al suo fianco, che reggeva la piccola pergamena avvolta in un grazioso nastrino blu.

La presi tra le mani, e subito una sensazione strana mi invase. Sorrisi all'obiettivo della fotocamera, sentendo il petto più leggero.
Mi guardai intorno una volta finita la cerimonia, cercando i miei genitori o il mio ragazzo, James.
Una volta arrivata fuori il cancello della scuola, sussultai sentendo due mani coprirmi gli occhi.

Le avvolsi con le mie, voltandomi immediatamente. Difronte a me, James stringeva un mazzo di margherite. Gli avvolsi le braccia al collo, sorridendo come una bambina mentre odoravo i fiori con gli occhi chiusi.

«Sono fiero di te.» Mi posò un lieve bacio sulle labbra, sorridendo sinceramente.

Gli parlai del mio discorso, rimanendo sorpresa dal fatto che fosse rimasto addirittura per sentirlo. Ripetette ogni parola in sincronia con me, e da quello capii che ogni volta che glielo avevo ripetuto, lui mi stesse veramente ascoltando.

Arrivati a casa mia, cenammo con i miei genitori. Ridemmo, scherzammo, e non smisi di sorridere un secondo osservando quella che sarebbe stata la mia quotidianità dal giorno dopo.

L' ansia per gli esami finali mi aveva divorata, avevo pianto dal nervosismo, e molte volte arrivai al punto di lasciarmi tutto alle spalle.

«Noi andiamo a letto.» annunciarono i miei genitori, iniziando a salire le scale verso il piano superiore. Io e James li seguimmo, entrando in camera mia.

Una volta essermi lanciata fra i cuscini, sospirai di sollievo. Non vedevo l'ora di dormire.

«Cosa vorresti fare adesso?» Dopo minuti di silenzio James parlò , e nella sua voce percepii un lieve filo di preoccupazione.

Esitai, prima di voltarmi verso di lui assonnata.
«Vorrei continuare con Filosofia o Psicologia.» dissi, «In questi anni mi sono appassionata tanto e non voglio abbandonare questo campo, mi ci sono affezionata. Vorrei poter aiutare quelle persone che non sanno dove andare, quelle persone che hanno paura di ammettere la loro condizione e aiutarle a trovare un loro equilibrio. Tutti ce lo meritiamo, dopotutto.» anmisi in un sospiro, mettendomi a sedere. Il suo silenzio però mi preoccupava.

«Che succede?» domandai, facendolo sorridere lievemente.

«Niente, è che tu sei una stella, Alya, in un cielo buio illumini, anche se poco, ma la tua parte la fai lo stesso.» sentii il mio cuore battere

«Forse dovresti andare, James,siamo stanchi entrambi. Ci vediamo domani.» mormorai, affondando la guancia nel cuscino morbido.
Lo salutai con un bacio casto sulle labbra e chiusi gli occhi. Dopo qualche secondo sentii il letto farsi più leggero.

Quando fui certa che non ci fosse più nessuno balzai dal letto e aprii il mio portatile per controllare le ultime mail. Sgranai gli occhi quando vidi il mittente dell'ultima che avevo ricevuto: New York University.

La aprii con dita tremanti, e sentii il cuore uscirmi fuori dal petto. Mi portai una mano alle labbra, prima di che mi sfuggisse un urlo carico di emozione.

Ero stata presa. Ero stata presa in una delle università migliori di New York.

Scoppiai in lacrime e dopo qualche secondo mia madre si precipitò in camera mia con aria preoccupata, ma quando mi voltai, vide che stavo piangendo di felicità.

Like the moon on the seaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora