Capitolo 5

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09.05 AM.

«Che cazzo ci fai qui, Jungkook?» Chiedo al ragazzo di fronte a me.

Spero vivamente che la mia faccia non rispecchi neanche lontanamente quella che credo di avere, perché se così fosse, quel poco di discrezione che ancora mi rimane, potrebbe essere appena evaporata.

Il moro in tutta risposta, corruga le sopracciglia, fingendo di essere stato offeso dalle mie parole. Incrocia le braccia al petto.

«Non riesco a capire se tu sia sorpreso o irritato, hyung... potresti chiarirmi le idee?» Mi risponde il ragazzo, poggiando la spalla alla parete, sorreggendo il resto del corpo, adesso leggermente inclinato.

Jimin, ti prego... mantieni la calma.

Emetto un respiro profondo, prima di parlare, ma solo per evitare che le mie parole si trasformino in espressioni estremamente volgari e poco adatte al contesto.

«Sorpreso, Jungkook...» Rispondo, prima di incrociare io stesso le braccia. «Il mio è solo stupore». Gli dico tutto con un filo di voce. Il tono talmente basso mi lascia pensare di non essere stato neanche sentito.

Jungkook emette un piccolo sorriso, per poi tornare a fissarmi, senza dire una sola parola.

Mi guarda.

Mi guarda e basta.

Un'azione così semplice e naturale che non dice assolutamente nulla. Resta in silenzio, senza essere notata, ma in me... ah, in me si traduce come una sigaretta appena spenta sul collo.

Deglutisco e torno con gli occhi sul mio borsone, afferrandolo, come a volerlo proteggere da un imminente pericolo. Lo sposto su di una delle tante sedie presenti nell'aula.

Stanco di sentire continuamente il suo sguardo consumarmi pelle, decido di prendere parola.

«Perché sei qui, quindi?» Gli chiedo, cercando di risultare il meno stizzito possibile, ma dubito di esserci riuscito.

«Ci studio, hyung...» Mi risponde semplicemente, rimettendosi dritto, avvicinandosi leggermente a me.

Questo modo conciso e laconico che ha di parlare, mi da così tanto sui nervi che quasi lo prenderei a schiaffi, solo per fargli sputare fuori qualche parola in più. Per non soffermarmi a descrivere il suo tono spocchioso, probabilmente utilizzato da lui con la mera intenzione di essere lascivo, nel pronunciare la parola "Hyung". Quasi come se tutto il mondo dovesse inchinarsi al cospetto di sua altezza.

«Ah e da quando?» Gli rispondo, lasciando, fuori alla porta del mio cervello, il proposito di risultare calmo e pacato.

«Da quando mi ci sono iscritto». Sentenzia, continuando a trattenere sul volto quel suo arrogante cipiglio.

«Guarda un po'! Con tante accademie qui a Seoul...» Insinuo, voltando lo sguardo verso il mio interlocutore, forse abituato alla mia solita forza mentale che con lui sembra non essere mai esistita.

Il moro comprende la destinazione a cui la mia frase vuole arrivare e, senza sembrare neanche minimamente toccato da quest'ultima, fa uscire dalle sue labbra una piccola risata divertita.

«Sei sempre così scontroso, hyung...» Inizia a rispondere, portandosi una mano tra i capelli e passandomi affianco. «Oppure il tuo ragazzo non è riuscito a soddisfarti come si deve, stanotte?» Sussurra queste parole a pochi centimetri dal mio orecchio, lanciandomi in una lotta contro il brivido appena scorso lungo la mia schiena e l'assurda voglia di spaccargli la faccia.

Mi volto di scatto, facendo per rispondergli, ma la mano di Taehyung che mi tira verso di sé, interrompe le mie intenzioni.

Incontro velocemente lo sguardo del mio migliore amico, intento a fissarmi con gli occhi sbarrati, boccheggiando in cerca d'aria, prima di pronunciare qualsiasi frase.

𝐍𝐚𝐤𝐞𝐝 𝐍𝐨𝐢𝐬𝐞 "소음" 𝘑𝘪𝘬𝘰𝘰𝘬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora