Gli scatoloni

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"Jadeee mi serve aiuto con gli scatoloni!" da quando era iniziato il trasferimento non riuscivo a leggere un libro in santa pace "Arrivo mamma, solo un attimo!"
Era un tipico sabato di Agosto: caldo, adrenalina estiva nell'aria e tanta voglia di fare serata con gli amici. Le macchine creavano un via vai irrefrenabile: chi era di ritorno da una giornata al mare, chi rientrava a casa dopo il lavoro e chi usciva da casa per una serata in compagnia. Svogliatamente appoggiai il libro che stavo leggendo su una panchina che, casualmente, avevo scoperto il giorno prima vicino casa nuova. Le venature del legno dipinto di nero, i graffi lasciati dal tempo, le scritte con i pennarelli su di essa mi hanno dato un senso di tranquillità e allo stesso tempo avevano un ché di vissuto che riuscì ad affascinarmi, si trovava sotto l'ombra di un maestoso mandorlo, sorgeva su un piccolo rialzo a pochi passi da casa e si affacciava sul paesino. Era il posto ideale per leggere senza essere disturbati, tranne che da mia madre, ovviamente. Feci qualche passo in discesa, mi guardai in torno: le luci del paese si mischiavano ai raggi del sole caldi che irradiavano la mia pelle. Alcuni vecchietti erano seduti davanti casa e stavano discutendo felicemente. I bambini correvano di qua e di là con spensierati sorrisetti stampati sui dolci volti. Mi ritrovai difronte casa: la nostra macchina aveva il cofano aperto ,sommerso di scatoloni , e attendeva di essere liberato. "Finalmente ti sei degnata di venirmi a dare una mano, ma dove sei stata?" mi domandò mia madre, di cui vedevo soltanto le gambe poiché aveva le braccia piene di scatoloni talmente grandi da riuscire a coprirle il volto, "Stavo leggendo un libro fino a quando una stridula voce, che a momenti sentiva tutto il vicinato, non mi ha interrotto" commento irritata,

"Non fare la solita antipatica e aiutami, prima finiamo e prima tornerai a leggere". Presi due scatoloni e la seguii al piano di sopra. Mi guardai intorno e ripensai alla prima volta che vidi questa casa, la sentii subito mia. Era molto semplice: aveva tre piani e sorgeva in un punto poco abitato del paese, era un luogo calmo e tranquillo , tutto ciò che ci serviva per stare bene dopo il casino nella nostra vecchia casa. Si vedevano  le campagne, l'odore dei fiori dei campi riusciva a penetrare pure dentro la grande cucina . Vedevo tre cavalli dal mio balcone, non potevo desiderare di meglio.
Sistemai gli scatoloni all'angolo della cucina ed uscii da casa con l'intenzione di ritornare a leggere. Iniziai a seguire la piccola stradina che portava alla panchina. Durante il piccolo tragitto un lieve venticello spostò i miei lunghi capelli e l'odore delle campagne mi fece  provare una strana felicità e leggerezza.
Pochi passi prima della panchina mi bloccai: una figura maschile reggeva tra le mani il mio libro. Questa cosa mi diede un piccolo fastidio. Ero sempre stata una persona gelosa delle mie cose e soprattutto dei miei libri. Tra le pagine scrivevo alcune note in cui esprimevo i miei pensieri e vedere che uno sconosciuto li stava leggendo, infrangendo la mia privacy, mi infastidiva. Era come se qualcuno stesse leggendo il mio diario segreto. Lo guardai e non potei  negare una cosa: era veramente bello. Aveva degli occhi ceruli,  fissi tra le pagine del mio libro . I capelli castani e ricci gli ricadevano in maniera ribelle sulla fronte donandogli un forte fascino e mistero. Indossa una t-shirt nera che gli modellava perfettamente il corpo, visibilmente scolpito. Le braccia e le mani presentavano vene sporgenti e muscoli che lo rendono affascinante, delicatamente volta pagina come se avesse paura di poter strappare la carta con un semplice tocco. Al mio posto qualsiasi ragazza avrebbe avuto un arresto cardiaco. Però io ero interessata da un'unica cosa: il mio libro.
Cosa avrei dovuto fare per riprenderlo? E se si fosse fatto una strana impressione di me leggendo le note? Le mie solite paranoie non mi abbandonavano mai. In un modo o in un altro altro, però, dovevo pur riprendere il mio libro e starsene  impalata fissandolo non mi sarebbe stato d'aiuto.
"Forza e coraggio Jade, forza e corag- un rumore riuscì a interrompere i miei pensieri: calpestai un bastone attirando l'attenzione del ragazzo
Gli sarei sembrata una perfetta idiota. Il ragazzo interruppe la lettura e si volto verso di me. Riuscii a perdermi nell'immensità dei suoi occhi. I tratti del suo volto si irrigidirono, mostrando la sua mascella squadrata.

*Chris
Stavo leggendo i pensieri, delicatamente appuntati al bordo di ogni pagina di questo libro, da ciò che lessi doveva essere una ragazza dall'animo forte e astuta . Il vento soffiò dolcemente verso di me.
Stavo per svoltare nuovamente pagina quando uno scricchiolio mi distrasse portandomi a distogliere lo sguardo dal libro per ammirare un'esile figura che mi ritrovai a pochi passi, nell'intento di venire verso di me.
Era una ragazza esile e slanciata, dalla pelle abbronzata, le sue curve delicate si intravedevano sotto i leggins , aveva uno sguardo intenso e magnetico. I lunghi riccioli neri, mossi lievemente dalla brezza, le scivolavano sulle spalle riuscendo a darle una delicatezza rara e meravigliosa : era a dir poco affascinante, il suo sguardo mi catturò, impedendomi di distogliere i miei occhi dai suoi.
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                 ~Chris

                 ~Chris

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      ~Jade

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