13. Listen to your body

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Di certe idee,
Di certe voglie,
Di certi progetti,
Di certi bisogni,
Di certi incontri
Amo la prepotenza.

CHARLES BAUDELAIRE


Sentivo la testa scoppiarmi, lentamente cercai di tirarmi su poggiandomi allo schienale del letto sul quale ero distesa. Massaggiai le tempie provando a mitigare il male atroce che sembrava peggiorare ad ogni secondo. Mi ero presa una bella sbronza, per quanto ricordassi, la prima nei miei vent'anni di vita. Non sapevo esattamente cosa mi avesse spinta ad alzare il gomito ieri, ma in quel momento me ne pentii immediatamente. Cercando di raccogliere tutte le forze che mi erano rimaste, riuscii a mettermi seduta sul letto. Avril non era qui, ciò significava che probabilmente fosse tarda mattinata. Rivolsi un fugace sguardo al comodino che avevo affianco, notando che sopra ci fossero un bicchiere d'acqua e la scatola di aspirine. Ne presi una, non curandomi del fatto che fossi a stomaco vuoto. L'emicrania era insopportabile.

Non ricordavo granchè della serata, oltre al fatto che fossi arrabbiata con Hayden, per l'ennesima volta. Come aveva potuto prendersi gioco di me facendomi credere una cosa per un'altra? Mi ripromisi che l'avrei ignorato, non meritava affatto le mie attenzioni. Ci eravamo baciati e mi aveva trattata con sufficienza, nel suo solito odioso modo, ed era ora che io gli riservassi lo stesso trattamento. Non avrei permesso a lui e tantomeno a qualcun altro di sminuirmi.

Mi presi qualche altro momento di calma e quando l'aspirina iniziò a sortire effetto, mi alzai raggiungendo il bagno. Avevo una faccia disastrosa, e nessuna voglia di mettermi in tiro, per questo decisi solamente di rinfrescarmi con un po' di acqua gelida. Raccolsi la chioma mora e indomabile in una coda di cavallo e poi afferrai il telefono, notando che fossero le nove del mattino. Restai sorpresa nel venire a conoscenza del fatto che non fosse tardi quanto mi aspettassi.

Scesi le scale trascinando i piedi finchè non arrivai in cucina, dove Avril, Jaxon e Keira stavano consumando la loro colazione. Quando varcai la soglia, tutti e tre mi guardarono a fondo prima di rivolgersi uno sguardo d'intesa.

«Non dite una fottutissima parola» li avvertii minacciosa, prima di avvicinarmi al frigo per tirare fuori la bottiglia di succo. Avevo sete, veramente troppa sete.

«Ti dispiace se mi attacco?» Chiesi ad Avril che scosse la testa. Consuelo non c'era, ciò significava che probabilmente fosse impegnata a pulire le numerose stanze della villa. Attaccai le labbra all'anello della bottiglia gustandomi la freschezza del liquido che scendeva giù per la gola.

«Ieri alla festa Jaxon ha picchiato un ragazzo», mi informò con tono velenoso Avril, scoccando un'occhiata omicida in direzione dell'interessato che invece alzò gli occhi al cielo.

«Ci ha provato con Keira?» Chiesi alzando un sopracciglio, mentre passai a prepararmi anche il caffè, era l'unica bevanda che sarebbe riuscita a farmi riprendere.

«No, ci ha provato con lei» rispose Keira, indicandomi la mia migliore amica con il braccio, mentre io strabuzzai gli occhi prendendo un altro sorso di succo per nascondere la mia espressione dietro la bottiglia.

«Sono intervenuto perché la stava importunando» chiarì lui, fingendo di non sentirsi tre paia di occhi addosso, che lo fissavano in modo scettico.

«Ma se ero io quella che ha iniziato a ballargli sul cazzo» ribattè la mia migliore amica, facendomi sputare ciò che stavo bevendo. Per un attimo sperai di aver sentito male, ma poi mi resi conto del fatto che l'avesse detto davvero.

«Puoi almeno evitare di ricordamelo, cazzo?» sbattè nervoso una mano sul tavolo Jaxon, mentre io e sua sorella ci guardammo negli occhi comprendendo perfettamente quello che stava succedendo. Una scenata di gelosia in piena regola.

FORBIDDEN SECRETS [The deadly sins series]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora