III

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Alexis' POV

Finalmente avrei iniziato gli allenamenti con una squadra importante come il Milan. Della serata di ieri ricordo solo le sue splendide labbra che si muovevano alla perfezione sul mio membro: non credo che dimenticherò facilmente quella ragazza, anche se non credo di rivederla a breve. Mi preparo e sento ancora il profumo di quella notte piena di passione ed erotismo, davvero non ho capito il motivo per cui se n'è andata così senza dirmi nulla, ma certa gente è proprio strana. Scuoto la testa e decido di farmi una doccia veloce bella fresca per risvegliarmi dopo aver fatto after la notte precedente. Finisco e mi preparo, indosso un paio di pantaloni della tuta con lo stemma del Milan e una semplice maglietta bianca. Recupero le chiavi della macchina che mi è stata data dalla società e sfreccio, dopo aver messo il navigatore. Noto diverse macchine parcheggiate ed entro nello spogliatoio per indossare il completo da allenamento; mentre sto ridendo con Daniel Maldini, entra un uomo ad altezza media che ci avvisa che sia io sia Daniel avremmo dovuto fare una specie di intervista doppia, così annuisco ed esco, seguendo l'uomo che ci porta in una stanza, nella quale è presente un grande tavolo bianco, due sedie e un cartellone rosso con la scritte "Sempre Milan"; mi siedo su una delle sedie e vengo imitato da Daniel, ma presto non siamo solo noi, ma entrano due persone: un uomo sulla cinquantina con la telecamera e un cavalletto, e una ragazza, quella ragazza. Non le tolgo gli occhi di dosso e anche lei mi ha riconosciuto perché si inventa una scusa e se ne va. Guardo Daniel e scuoto le spalle, ma ciò non serve a nulla visto che inizia a sospettare: «Voi vi conoscete!» Esclama lui ed io provo a negare scuotendo la testa, ma non vuole sentire nulla: «Eh va bene, si ieri notte abbiamo fatto sesso e quando mi sono svegliato questa mattina ero solo, non so perché ma è scappata». Lui mi guarda con una faccia ammiccante e io scuoto la testa: «Sapevo che non dovevo dirti nulla... vabbè ora taci» dico, visto che è rientrata e non riesco a smettere di guardarla: è così bella e solo al pensiero di come gemeva sotto di me ieri sera me lo rende duro; conosco quella ragazza da meno di ventiquattro ore e ci ho già perso la testa! Voglio sentirla di nuovo mia, perché una sola volta non è abbastanza. Devo urgentemente tornare in me perché sta iniziando a riprendere: si tratta di 7-second challenge e spero di non fare brutta figura davanti ai tifosi che vedranno il video, ma soprattutto davanti a lei. Rispondo correttamente alla maggior parte delle domande e sono soddisfatto, finite le riprese Daniel mi schiaccia l'occhiolino, mentre il cameraman ci lascia soli e ne approfitto per fare la mia mossa: le afferro i fianchi, costringendola a voltarsi e mia avvicino così tanto al suo viso da sentire il suo alito che sa di menta, Dio solo sa quanto vorrei premere le mie labbra sulle sue e sento che anche lei prova la stessa voglia, ma nessuno dei due vuole fare la prima mossa. «Non sapevo fossi un calciatore, cazzo...». È lei la prima a parlare e sorrido vedendola così impacciata, per poi risponderle: «Punto primo non c'è stato tempo materiale visto che eravamo impegnati a far provare piacere l'uno all'altro usando la bocca e punto due non pensavo fosse inerente dirlo». Lei sentendo la prima parte arrossisce ed è così carina; si siede sul tavolo e lo prendo come un invito, avvicinando le nostre intimità e mi avvicino al suo orecchio, sussurrandole: «Potevo essere pure ubriaco, ma non ho dimenticato il modo in cui mi hai baciato». Lei, chiaramente per provocarmi, afferma di non ricordarsi nulla, così rido per poi avvicinarmi alle sue labbra e lasciarle un bacio su di esse, intenzionato ad essere veloce, ma lei vuole di più e lo approfondisce, di certo non posso lamentarmi. Si stacca e faccio un verso di disapprovazione, mi sono già abituata alla sua presenza, ma il lavoro ci chiama, così la guardo mentre esce, lasciandomi solo e sorrido: che strano il destino.

* * * *

Entro nel campo sintetico del centro con una carica mai vista prima, sarà merito della conversazione avuta precedentemente o la voglia di far bene in una squadra così importante. Il mio sguardo vaga a bordocampo e quando la vedo sorrido e mi avvicino per parlare con lei. «Ehi Sara, facciamo una scommessa?» La vedo tentennare e la tranquillizzo: «Non è niente di sconcio: se riesco a fare goal mi concedi una cena, solo noi due e il posto lo vuoi decidere tu». All'inizio è titubante ma poi sorride e annuisce, diventando rossa per l'imbarazzo che ho creato. Sorrido e torno dal mister, che intanto ha fatto le squadre. La squadra avversaria ha pieno possesso palla ma grazie a Rafael, che recupera una grande palla, recuperiamo e ci accentriamo verso l'area di rigore avversaria; passa a me, che tiro ma la palla finisce tra le mani del portiere e dalla frustrazione batto il pugno sul campo, per poi voltarmi verso Sara, che sta parlando con il cameraman che ha ripreso me e Dani oggi; sento una sensazione strana, mai provata prima, ma mi da la carica giusta. Noto un errore difensivo della squadra e, recuperata la palla, punto l'area e porto palla, puntando anche l'ultimo uomo e segnando. Guardo verso il bordocampo e indico la ragazza, per poi fare il "segno" dell'orologio, sorridendo perché avrò una sorta di appuntamento. Finita la partita ma, nonostante la sconfitta, sono felice e sono l'ultimo a lasciare il campo perché sono rimasto a curare gli ultimi dettagli per la cena di domani. Abbiamo deciso di non andare in qualche ristorante per evitare di essere paparazzati e che le persone possano pensare che ciò influenza le mie prestazioni in canpo. La lascio perché deve dare le news sulla squadra e io devo farmi la doccia; indietreggio e continuo a guardarla, fino a quando non si accorge e mi giro subito, facendo nascere un sorriso spontaneo.

Entro nello spogliatoio fischiettando e sento tutti gli sguardi addosso a me. «Inutile che mi guardate così, non vi spoilerò nulla» «Dai puoi dircelo se te la scopi, ala uno ci facciamo da parte» dice Theo e lo guardo male. «È stata solo una notte e non avvicinarti a lei» lui capisce e fa segno con le braccia. Mi sono incazzato e raggiungo la doccia, liberandomi dei vestiti e rilassandomi sotto il getto freddo.

Se fosse vero amore?- Alexis SaelemaekersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora