IV

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Finalmente il giorno tanto atteso da me è arrivato e sono felice perché avrò modo di conoscerla meglio, anche se il mio obiettivo è quello di replicare ciò che è successo due notti fa e questa volta non le permetterò di filarsela, ma voglio svegliarmi e trovare lei che calma la mia erezione mattutina. Mi alzo con un sorriso che da un orecchio raggiunge l'altro e indosso la mia tuta composta da un pantaloncino e una maglietta a mezze maniche, visto il caldo ancora afoso di Milano: fortuna che Milanello è lontano dalla città ed è in mezzo ai boschi, altrimenti ci sarei schiattato. Recupero le chiavi della mia auto e sfreccio verso il centro sportivo, dove con mia grande sorpresa trovo solo i preparatori tecnici e qualche giornalista... cerco con lo sguardo lei, ma probabilmente non è ancora arrivata. Forse sto diventando pazzo perché sento la sua voce e i ricordi della scorsa notta non si affievoliscono, anzi si vanno sempre più presenti nella mia testa e ciò mi provoca una cosa che non dovrei provare in questo preciso istante e voglio che sia lei a risolverla, devo assolutamente pensare a qualcosa che sia in grado di togliermi questa erezione, ma ahimè lei non c'è e devo cercare di risolverla da solo. Raggiungo l'entrata e con mio stupore la trovo lì più bella che mai con una gonna che le arriva sopra le ginocchia e una camicia a mezze maniche bianca, infilata dentro la gonna. La vedo sola così mi avvicino da dietro e avvicino la mia bocca al suo orecchio, mordendole il lobo per poi sussurrarle all'orecchio: «Dio Sara mi fai impazzire» per poi prenderle la mano e portarla sul mia erezione, che non ne può più dell'elastico, divenuto troppo stretto, dei boxer e dei pantaloni. Lei si gira ed è rossa dall'imbarazzo, rendendola più bella di quanto non lo fosse già. Le lascio un bacio sull'angolo della bocca e, sentendo le voci di alcuni miei compagni tra cui Rafa e Olivier, ci stacchiamo. L'ultima cosa che riesco a sussurrarle è: «Raggiungimi tra dieci minuti nella stanza 506: si trova in fondo a destra, la lascerò semi-aperta e ti aspetterò, così potrai risolvere il danno che mi hai creato» schioccandole infine l'occhiolino.

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Siccome l'allenamento è di pomeriggio, abbiamo la mattinata libera e ho deciso che voglio passarla nella mia camera con Sara a provare quanti più posizioni possibili e immaginabili. Decido di non dire nulla di questa storia agli altri, potrebbero fare gossip e non voglio, anche perché non c'è nulla di serio, solo che quando siamo insieme non riusciamo a mantenere un certo controllo e finiamo per dare sfogo a tutte le nostre perversità. Come detto a lei, la porta è semi-aperta e io sono sul letto ad ascoltare musica belga, che mi dia la carica giusta. La porta si apre, per poi richiudersi e sento scattare la serratura, segno che qualcuno ha appena chiuso la porta a chiave. Volto lo sguardo e con mia gioia trovo la ragazza, che si sta sbottonando la camicia guardandomi dritto negli occhi e mi gusto lo spettacolo, portandomi le mani dietro la testa. Si sfila le mutandine lasciandole per terra e pian piano si avvicina, posando le sue labbra sulle mie mentre si sistema, mettendosi a cavalcioni su di me e, d'istinto, porto le mani sulle sue natiche. Lei muove il suo culo con movimenti circolari, facendomi sbuffare e ansimo: «Voglio stare dentro, ti prego Sara» dico e ciò fa sorridere lei per poi baciarmi, facendo entrare in contatto le nostre lingue che iniziano una danza tutta loro, mentre le mie mani vagano sopra il reggiseno, sbottonandolo per poi stringere uno dei due seni in una mano; mentre lei è alle prese nel togliermi i pantaloncini e le mutande, liberando il mio membro che stava stretto nel tessuto. Si stacca dalla mia bocca e mi guarda con un velo di lussuria nei suoi occhi e lascia una scia di baci dal collo fino al basso ventre, per poi afferrare la base del mio pene, per poi inglobare parte di esso, facendo toccare la punta con il fondo della sua gola; le tengo i capelli in una coda per evitare che le creano disturbo e ansimo dal piacere che sto provando in questo momento; continua per ben cinque minuti e poi si stacca, prima che io venga, guardandomi in quel modo che non riesco a resisterle: mi avvicino e le lascio un bacio dettato dalla passione. Inverto le posizioni, mettendomi sopra di lei e le lascio un bacio sul collo, che diventa un vero e proprio succhiotto, così sanno tutti che lei appartiene a me, scendo verso il suo seno abbondante, messo in bella vista, schiacciando un capezzolo con le dita, mentre l'altro ci gioco con la bocca, mordendolo per renderlo turgido; a lavoro finito mi sposto e proseguo verso il suo punto più sensibile: porto la lingua in mezzo alle sue cosce, penetrandola con la bocca; sento i suoi ansimi e sono forti, così le metto una mano sulla bocca per evitare che gli altri ci sentano; lei capisce e geme in silenzio. Stacco la mia lingua quando sento che è bagnata abbastanza, così poggio il membro eretto tra le sue gambe e faccio entrare prima la punta arrossata e poi detto delle spinte leggere, che prendono ritmo e diventano sempre più veloci.

L'aiuto ad alzarsi e facciamo unire ancora una volta le nostre labbra desiderose. Sento che sto per venire ed esco da lei, venendole sulla pancia; lei mi guarda con un sorrisetto malizioso, per poi prendere con dito un po' del mio liquido e se lo porta in bocca, succhiandolo. Questa cosa mi fa impazzire e gli lascio un ultimo bacio. Lei si alza e si chiude in bagno, lavandosi e rivestendosi, mi manda un bacio con la mano e se ne va, lasciando sul mio volto un sorriso a trentadue denti. Devo rivestirmi anch'io prima che venga il mio compagno di stanza, Olivier, e mi scopra; perciò mi alzo e decido di farmi una doccia, mettendomi già il completo per allenarmi. Come non detto l'attaccante entra e mi inizia a parlare: «Perché ti sei fatto la doccia, se l'allenamento non è iniziato? Mamma che odore di sesso qui, apro le-» sentendo quella frase mi si gela il sangue nelle vene... come cazzo ha fatto a sentire l'odore di sesso? Sta palesemente bluffando. «Ma Oli che cosa stai blaterando? Odore di sesso?» Lui annuisce e mi guarda con sospetto, puntandomi il dito contro: «Tu lurido... hai appena scopato e lo capisco dai tuoi occhi che sono più stanchi rispetto a quando ti ho visto stamattina.» Io scoppio a ridere: «Oli dovresti smettere con i porno, sai? Non c'è stata nessuna scopata, purtroppo, mi sono solo addormentato e ho fatto questa doccia per svegliarmi.» Nonostante la scusa inventata sul momento, Oli ha vari dubbi e decido di cambiare argomento. «Dai Oli, andiamo che è quasi pronto il pranzo»

Se fosse vero amore?- Alexis SaelemaekersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora