Newt non capiva. Tutto era buio, freddo, congelato. Non aveva la concezione del tempo, sentiva solo la stanchezza degli occhi. I muscoli érano atrofizzati, gli organi gli facevano male. A fatica riusciva a sopravvivere. E allora si decise. Scattò a terra e riuscì a tenersi in piedi, anche se barcollando. Scrutò quella notte prolungata, in cerca di qualcosa, ma nemmeno lui sapeva cosa. Restò così per tanto tempo, gli parve davvero molto, e la tristezza lo investì. Sapeva che gli mancava qualcuno. Cercò nella sua mente, dal ricordo più remoto al più recente. Ed eccolo lì. Tommy, il suo Tommy, gli sfilò davanti agli occhi del pensiero. Newt tentò di abbracciarlo, ma era un'illusione. Un gioco.
La tristezza si tramutò in rabbia. Tirò un urlo, un immenso urlo, che squarciò bruscamente l'aria densa di quel posto. Era in trappola, nei suoi ricordi, che gli spezzavano il cuore. Si accasciò disperato, le ginocchia cozzarono su un terreno duro ma non sentì dolore. Si arrese. Si stese a terra, sul fianco destro, aspettando. Perché ormai lui era morto, e aspettare era l'unica cosa che poteva fare.
Newt. Hey, Newt. Mi manchi, sai? Anche tanto.
Non dovevo farlo, non dovevo ucciderti, ma ho esaudito il tuo desiderio. Tu volevi liberarti della malattia. Io anche, ma volevo CURARTI. Non ucciderti. E I sensi di colpa mi tormentano ogni giorno, dal dì alla notte. E ogni volta che mi addormento, ti sogno. Il buio mi inghiotte, mi fa incontrare te. E non sai quanto amo questi momenti. Però tutto cambia dal meglio in peggio.
Tu sembri il solito raduraio tranquillo, io il malato di eruzione. Io voglio essere ammazzato, tu vuoi aiutarmi. Inveisco su di te, ti spingo a terra, e cacci una pistola. Me la porto alla tempia con forza e ripeto sempre le tue stesse parole, sostituendo il mio nome con il tuo. Per favore, Newt, per favore. E mi sveglio di soprassalto, con il cuore a mille e le lacrime agli occhi. Non sai quanto sia stato difficile andare avanti. Adesso siamo riusciti a scappare, la Paige ci ha aiutati. Con un pass Verticale ci ha portati in un mondo completamente nuovo. Senza eruzioni solari né spaccati. E senza te. Tu non eri uno spaccato, amico mio. Ti hanno segnato, eri un prigioniero della CATTIVO. E io ti chiedo perdono perché la colpa è solo mia.
Spero tu stia bene, lassù. Di giorni ne sono passati. E anche un altro membro ci ha lasciati. Lei. Teresa. Quella che Minho non ha mai sopportato. Non gli ho mai chiesto se fosse felice per la sua morte. Ma adesso starà con Chuckie, e con te. Newt, con Teresa non ho sofferto, la tua morte è stato il coltello nel mio cuore, le tue parole nella mia mente sono state il veleno del mio corpo. Mi manca tutto di te. Spero che tu mi senta. Buonanotte, amico mio. Ti ho sempre amato.
E la voce si dissolse. Newt non capiva. Thomas gli aveva parlato? E poi, perché non c'era Teresa, lì, in quel buio?
Si girò a schiena a terra, I vestiti, da che erano stracciati, macchiati e vecchi, erano magicamente tornati nuovi. Il buio si era schiarito. Lo percepiva dalle palpebre semi chiuse. Le aprì piano e completamente. Sentiva il freddo sotto le mani. Un cigolio metallico, familiare.
No. Non poteva essere. Il biondo entrò nel panico, in cerca di una spiegazione, ma si sentiva sollevare e tutto quello era realtà. Era li. Nella scatola. E stava andando nella radura. Di nuovo.
Iniziò a sbraitare, a tirare calci a terra, si coprì le orecchie con I palmi delle mani. Non poteva capacitarsi che stesse per succedere di nuovo. Decise di rifarlo. Cercò di suicidarsi, di nuovo. Lui era morto, perché non era possibile farlo una seconda volta?
Si mise in piedi, tastò le pareti della scatola. Trovò un punto spigoloso, e con tutta la forza che aveva dentro sbattè contro la testa. Svenne, gocciolante di qualcosa, che non era sangue. Forse era più libero da morto. Ma libero per davvero. Addio, Tommy. A presto. E poi morì dentro, forse per la seconda volta.POV's Thomas.
Thomas pregava tutte le sere. L'amico gli mancava, certo, anche Teresa. Ma I migliori amici non si dimenticano.
Sperava fosse in un posto migliore, senza incertezze ne paure. Voleva che fosse felice. Come adesso era lui, perché era riuscito a salvare molte persone. Ma lui no. Questo non se lo dimenticherà mai.
Alzò la testa dalle gambe, salutò Newt per l'ultima volta. Strisciò dal ramo dell'albero su cui s'era arrampicato fino al tronco, toccando terra con un balzo altissimo. Brenda era sotto ad aspettarlo, Thomas capì subito che aveva sentito il suo discorso per Newt. Guardò il ragazzo e ritrasse le sue lacrime. Anche il moro piangeva ogni sera, ma Brenda mai. Lui non era abituato, così si accostò a lei.
Dai suoi occhi capì che Newt mancava anche a lei. Non si conoscevano molto bene, ma Tommy gliene parlava sempre, ed era come se lo vivesse ogni giorno.
Il moro la baciò dolcemente a fior di labbra, asciugandole via una lacrima. E le disse " sta bene, lì su. Starà sicuramente bene. E non vuole che noi soffriamo per lui, non lo vorr.." purtroppo scoppiò a piangere. A Thomas non importavano I suoi momenti di debolezza. Erano sentimenti umani, e lui era convinto di non essere umano. Perché era immune, e I muni sono cavie.
Newt, perché l'ho fatto? Perché... perché?!
E si spense in un lungo sonno accanto alla sua amata, mentre sentiva il suo respiro a singhiozzi e le lacrime amare scorrergli tra le labbra.POV's Newt
Newt non voleva svegliarsi. Era cosciente, certo. Lo sapeva anche lui. Aveva paura solo di ritrovarsi di nuovo nella scatola. Aveva lo stomaco andato, forse aveva vomitato nel sonno. Tastò le sue labbra in cerca di qualcosa, ma non trovò altro che fredda rugiada mattutina. Si decise a svegliarsi. I capelli biondi erano candidi e puliti, ma inspiegabilmente profumavano di Thomas. Lui non ricordava il suo odore, lo sapeva e basta.
Si alzò lentamente, e guardò in giro.
Prati verdi colorati da mille fiori si estendavano nel raggio di chilometri, cascate limpide cadevano da montagne dalle cime morbide e puntellate qua e là da spruzzi di neve. Sentiva vociare di bambini, adulti e anziani che ridevano. In cielo era bianco panna e non capiva da cosa fosse illuminato, il sole era inesistente. Intorno a lui c'era un'atmosfera rilassante, e lui si sentì meglio. Anzi, felice. Si portò una mano alla tempia, e trovo un piccolo buco cicatrizzato. L'unico ricordo tangibile del suo amico. Lo ringraziò per questo regalo.
Newt guardò ancora intorno. Non conosceva nessuno, ma voleva bene a tutti, e tutti gli volevano bene. Lo percepiva. Gli piacque quella situazione, e si ristese a terra, le mani dietro la nuca a mo' di cuscino. La sua mente era accompagnata da una melodia armoniosa e dolce. Finalmente la felicità, si disse.
Appannò la vista con le palpebre, godendosi quegli attimi di gioia, come se potessero finire.
Il tempo era sempre impercettibile. Forse restò così per minuti, o forse ore.
Qualcuno disturbò il suo sonno. Newt all'inizio non diede peso, ma un campanello suonò nella sua testa. Sobbalzò.
"Alby..." non aveva la minima idea di come reagire. Voleva abbracciarlo, raccontargli tutto, dirgli che erano tutti al sicuro. Ma l'amico fece la stessa cosa del primo giorno in cui l'ha incontrato. Gli mise una mano intorno alle spalle. E parlò "non male come posto, no? Non avere paura. Qui staremo bene. "
Newt notò che non apriva bocca mentre parlava. Telepatia, un po come Teresa e Thomas. Forte, pensò. Doveva essere una bella cosa, per l'amico. Ma adesso poteva farlo anche lui.
"Non male, fratello. Mi sei mancato, Alby. Mi porti a fare un giro, come ai bei vecchi tempi?". Newt sorrise. Aveva ritrovato I suoi ricordi migliori. Alby annuì con una punta di orgoglio, e fecero una passeggiata in quel paradiso.
A Newt piaceva l'idea di vivere li. Pensò al fatto della telepatia, e chiamò Chuck. E lui rispose. Il ragazzo grassottello di una volta non era più lui. Ormai era un ometto. Chuckie gli corse incontro. Newt era felicissimo di aver ritrovato un altro amico. Si strinsero in un caloroso abbraccio, e per poco non morivano strozzati.
Si staccarono lentamente, il biondo accarezzò I capelli di Chuck, e chiamò Teresa.
la ragazza, Agitata, corse verso di loro. Non sapeva da dove venisse. Urlava. " Thomas! Thomas! Non mi dire che sei tu ti prego.. ", ma quando vide Newt, sorrise.
Il ragazzo ricordò del sacrificio di Teresa. Ora gli era venuto in mente, non sapeva nemmeno di averlo visto dall'alto. La ragazza non voleva mandare a puttane un salvataggio così, ovvio. Era felice che fosse morto Newt e non Tommy. Anche il biondi era felice che quella sorte fosse toccata a lui. I due Si salutarono come vecchi amici. Quelli della radura. Del labirinto. Insomma, quelli di sempre.
Alby e Newt si distaccarono dagli altri. Continuarono il tour, e giunsero ad un fiumicciattolo trasparente. Newt vide riflessa la sua immagine. Era ancora il diciassettenne di una volta, non un mostro. Al vedersi, si sentì bello. Pulito. Vivo. E adesso era questione di vivere, e non sopravvivere.
Si girò e guardò Alby. Sorrise. " cos'è sto posto, amico? " . Il ragazzo dalla pelle scura gli si avvicinò, e gli porse una mano, come quando il biondo arrivò nella Radura. Lui afferrò la mano, lo tirò su. Allargò un braccio mostrando l'immensitá di quel posto. E Alby rispose " hey, pivello. Benvenuto nella libertà. "
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Sorry, Newt.
FanfictionStoria ispirata a "the death cure". Spoilerspoilerspoiler siete avvisati ;)