Quando l’uomo Ratto pronunciò il primo nome della lista dei non immuni, lo stomaco gli si strinse. Si piegò a terra, come se un dolore assillante gli stesse divorando le budella. Newt, il suo migliore amico, non era immune. L’eruzione era in lui, radicata ormai e, senza una cura, inguaribile. Il suo destino contrassegnato da quella malattia. Thomas, in un secondo, alla pronunzia di quel nome, capì quanto ci tenesse al suo migliore amico. Capì la sua importanza. Sapeva che da ora in poi il suo amico non sarebbe stato più lo stesso. La malattia grattava fastidiosamente nella sua mente, thomas lo immaginava. Newt che cercava di controllarsi agli impulsi di follia, che gli aveva mandato a fancaspio il senno. Thomas, per la prima volta, desiderò non essere immune. Voleva far compagnia al suo amico, o addirittura cedergli l’immunità. Si sentiva in colpa. Voleva gridare la sua tristezza alla cattivo. Lui sapeva. Era stato lui, aveva condannato la vita di un povero ragazzo. Il ragazzo che per due anni ha combattuto nel labirinto per scappare. Ha patito due settimane nell’inferno, salvando thomas incessantemente. E adesso, soltanto adesso, lui era veramente finito. Gli sforzi non erano serviti a niente.
Una mano sulla spalla, e i flussi di pensieri di Thomas cessarono. Era Newt. Era calmo, non sembrava spaventato. Thomas gli chiedeva scusa nella sua mente, non riusciva a pronunciare nessuna parola. Voleva il suo amico per sempre, non voleva lasciarlo a marcire con gli altri spaccati. Lo voleva con sé, nella sua vita. Thomas .. pensava di provare qualcosa di più che amicizia. Forse poco, ma lo sentiva. Non lo lascerò andare, si disse.
Lui. Lui voleva vendicarsi della cattivo. È sua la colpa, lo ha condannato a una morte certa. Ma thomas non lo avrebbe fatto, non lo avrebbe permesso. Si promise di distruggere quel centro di ricerca contro l’eruzione. Cosa piuttosto inutile, ci lavoravano da anni e nulla. Proprio nulla. Continuavano a dargli illusioni, che la cianografia era quasi pronta, qualche altra variabile e la cura sarebbe stata preparata. Frottole, tutte frottole, bugie su bugie.
Thomas alzò lo sguardo verso Newt. Avevo gli occhi persi e profondi, diretti verso il vuoto, la mano ancora sulla sua spalla. L’amico si accorse di essere osservato, e si accasciò a terra, di fronte a lui. Aveva le iridi tristi. Era come se Thomas capisse il suo stato d’animoo fissandolo dentro le pupille. Si abbracciarono, un impulso improvviso. Era questo che li accumunava: facevano tutto in sintonia. M avevano anche molte cose in comune: la libertà, la fuga dal mondo, la voglia di vivere … Thomas riflettè su quest’ultimo punto. Di sicuro l’anico non avrebbe più voluto essere lì, sulla terra. Voleva vaporizzarsi, e lui lo sapeva. Fu così che l’ex membro della cattivo decise di progettare la fuga.
Newt’s pv
Dei rumori provenivano da fuori la berga. Cigolii, cacciavite e la porta che veniva forzata. Newt era lì, disteso, in attesa dei suoi amici, ed era convinto che li avessero abbandonati lì. Ormai la sentiva. L’eruzione radicata troppo nella sua mente, le spire di follia che serpeggiavano nei suoi pensieri. Cercava di controllarsi più che poteva, ma gli sforzi erano invani.
Continuava a respingerla, quando degli uomini avvolti da una tuta buffa e una maschera antigas irruppero nell’aeromobile. Lo sollevarono per le braccia, e gli bucarono il collo. Era infetto, e lui ne era consapevole.
“sei solo?” – pronunciò uno. Newt sapeva che i suoi amici erano lì fuori, ma non voleva metterli in pericolo.
“si, lo sono. C’erano delle altre persone, ma malate. Saranno già morte” – disse secco. Il cuore gli faceva male.
“fatemi scrivere un bigliett, nel caso tornino. Per favore” – li supplicò. Uno annuì, e gli disse di sbrigarsi.
Non voleva farli farli soffrire, così scrisse le prime parole che gli vennero in mente.

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Sorry, Newt.
FanficStoria ispirata a "the death cure". Spoilerspoilerspoiler siete avvisati ;)