Il mio giorno perfetto

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La ragazza con i capelli castani era raggomitolata sotto le coperte, ancora troppo intontita per uscire dal letto.

Sua madre, la stava chiamando a squarciagola da cinque minuti e cominciava a spazientirsi. Dopo un po' il padre tuonò dal soggiorno:

-TESORO ... ALZATI IMMEDIATAMENTE O TI ALZO IO!

Hermione non poté più ignorare i suoi genitori, così, di malavoglia si alzò con gli occhi impastati, cercò con le dita le ciabatte e se le infilò. Volendo evitare di sbattere contro il muro, allargò le braccia e si diresse con passo incerto verso lo specchio.

Ci mise un po' a mettere a fuoco ma, quando lo fece, una smorfia inorridita le uscì naturale: aveva il segno del cuscino sulla guancia, gli occhi impastati e i capelli in uno stato alquanto poco dignitoso.

Sbuffando sonoramente, raggiunse la porta e la aprì di scatto: un dolce profumo di colazione le solleticò il naso invogliandola a scendere.

La signora Granger era in cucina e, per non sporcarsi, teneva i capelli color miele raccolti da una bandana rossa. Stava facendo le frittelle sciroppate, il piatto preferito di Hermione.

Mrs. Granger indossava un leggero abito scozzese e un grembiule di cotone pieno di macchie di cioccolato, sugo e succo. Anche se si era appena alzata, si era già truccata con gusto: un filo d'ombretto, un po' di eye-liner e un leggero tocco di fard.

Quando Hermione entrò nella piccola cucina, sua madre, lasciò la padella sul fuoco e le andò in contro. L'alito le profumava di caffè e biscotti.

-Agitata?-

-Emh ... un pelino...- mormorò la ragazza con un sorriso.

Mrs. Granger le stampò un buffetto sulla fronte, come faceva da quando la figlia era bambina. Tornò poi ai fornelli, tolse la padella dal fuoco e rovesciò le frittelle su un piatto.

Dopo aver divorato la colazione, Hermione andò nell'accogliente salotto per dare il buon giorno al padre.

Questo stava leggendo il giornale e, come al solito, gli occhiali che in teoria avrebbe dovuto portare giacevano abbandonati sul tavolino.

Il signor Granger aveva gli stessi capelli della figlia, riccioluti e castani. Aveva occhi dalle iridi blu elettrico che però la figlia non aveva ereditato.

Un suo segno distintivo erano i sottili baffetti che teneva rigorosamente in ordine da quando era ragazzo.

Poggiata sul tavolino di vetro vicino alla lampada di ottone che illuminava il soggiorno, c'era una fotografia abbastanza recente che ritraeva Hermione insieme al suo ragazzo. Lui la faceva volteggiare tenendola tra le braccia, i capelli di lei raccolti in una morbida coda.

Mr. Granger posò il giornale e gli occhiali. Si alzo e abbracciò la figlia.

- Sei ancora in tempo per tirarti indietro. - mormorò speranzoso.

- Neanche sotto tortura.

- Hermione tesoro, è meglio che cominci a preparati. La macchina sarà qui tra poco. - annunciò sua madre dalla cucina.

Agitata Hermione, si fiondò in camera sua. Dalla foga, rischiò di calpestare Grattastinchi che si era accoccolato davanti alla porta della camera della padrona.

Con mani tremanti aprì la serratura dell'armadio bianco vicino alla sua scrivania. Le giunture cigolarono quando la ragazza fece scorrere le ante che da due mesi la separavano dall'oggetto dei suoi sogni.

Un abito bianco spiccava in mezzo agli indumenti babbani.

***

- Dove cavolo hai messo l'abito? - urlò il ragazzo con i capelli neri alla sua migliore amica.

Come d'incanto (ON HOLD)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora