Era una giornata normalissima a Bari con un sole che spaccava le pietre e l'unica cosa che potevo fare era ringraziare il Cielo che la scuola fosse terminata.
Mi ero svegliato presto, a differenza del solito per rimanere insieme ai miei amici; avevano deciso di andare tutti insieme al mare e io avevo accettato di buon proposito...sapevo lo facessero anche per noi.
Ultimamente c'erano stati dei conflitti fra me e il mio migliore amico.
Era come se non riuscissimo più a capirci con un sguardo come facevamo all'inizio della nostra amicizia.
Eravamo diventati inseparabili alle elementari e letteralmente facevamo qualsiasi cosa insieme.Stavo male a vedere l'allontanamento che si notava a miglia di distanza in questi ultimi periodi e non ne trovavo neanche il motivo.
Avevo provato a confrontarmi con lui ed era emerso che fosse tutto apposto tra noi ma puntualmente terminato quel discorso, era tornato alla solita distanza.Non penso di poter descrivere a parole il nostro rapporto perché è uno di quelli che si trova difficilmente nella vita, quello che all'assenza dell'altro senti mancare una parte fondamentale e che anche con altre 100 persone ti senti comunque solo.
Molte volte il mio rapporto con lui veniva frainteso, in negativo ma anche in positivo.
I più invidiosi ritenevano fosse un qualcosa di morboso in quanto dove era l'uno era anche l'altro e tra di noi ci fosse una leggera gelosia che portava a isolarci nel nostro angolino.
Lui è quella tipica persona che vista da fuori avrebbe subito suscitato antipatia. Non perché lo fosse realmente ma era circondato da una certa aria snob, troppo sicura di sé, che portava sempre a farsi un'idea sbagliata di ciò che era. Era sicuro di sé, quello sì, ma anche pronto ad aiutare e supportare chiunque. Era quasi perfetto, anzi...
perfetto lo era, anche conoscendolo meglio ma si capiva immediatamente che avesse una gentilezza e una disponibilità rara tra tutti gli altri ragazzi.
Penso che quello che mi portò a fidarmi di lui dal primo momento fu il suo senso di protettività che aveva nei miei confronti.
Era quella sensazione di poter fare qualsiasi cosa con lui e lui ti avrebbe accettato e appoggiato.È per questo che ritrovandomi quasi "estraneo" da lui, per giorni non riuscii neanche a mettere un passo fuori dalla mia cameretta che sembrava essere diventata il rimpiazzo delle sue manie protettive. Quella camera che, però, era ricolma di nostri ricordi.
Accettai quindi di andare con loro, solo per poter stare con lui. Era un'anima troppo bella per potermi permettere di perderla e lo sapevo bene. Magari se me lo fossi ricordato anche in quella situazione, non mi sarei ritrovato così ad oggi.
In ogni caso, mi vestì in fretta e furia; ero già in ritardo e non volevo farli aspettare perché comprendevo che avessero organizzato quella giornata anche per me e lui, probabilmente lasciandoci da soli per tutto il resto della giornata.
Christian, era questo il suo nome, telefonò poco dopo, dicendoci che ci avrebbe raggiunto successivamente e che al momento era occupato.
Un po' lo capivo; era palese ormai a tutti che non si trovasse compreso nel gruppo, anche se tutti provavano a includerlo. Infondo era sempre stato un tipo schivo, che quando qualcosa non gli andava a genio, faceva di tutto per evitarla.
A questo proposito, ci tengo a specificare che non avevo capito nulla. Il problema era mio che, immerso nelle mie paranoie continue e costanti, non avevo provato a comprendere il suo punto di vista della situazione, fraintendendo ogni suo gesto. Lo capii quando era troppo tardi e poi, come con ogni difficoltà che mi creavo da solo, mi chiusi ancora di più in me stesso.
Fatto sta che la giornata passò in tranquillità. Christian ci raggiunge all'ora di pranzo. Come avevo previsto i nostri amici ci lasciarono la maggior parte delle volte da soli e a me andava bene. Non so cosa pensasse lui di tutta quella situazione; non era mai stato un ragazzo che espone facilmente le proprie emozioni quindi non me la presi neanche con lui; era il suo carattere e a me andava bene così, anzi era la sua aria indifferente che mi aveva spinto a conoscerlo.
Era stata una bella giornata ma forse è per questo che si dice che non si può mai cantar vittoria.Quello che accadde successivamente, probabilmente mi rimarrà impresso nella mente per sempre, infatti nei giorni seguenti non riuscì a guardare in faccia neanche i miei amici. Infondo era colpa mia, non potevo dire il contrario...
E lui per l'ennesima volta mi dimostrò quello che lui mi aveva sempre detto ma che non avevo mai preso alla lettera.
Lui per proteggere me rischierebbe la vita.
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°•𝕷𝖆 𝖒𝖎𝖆 𝖈𝖚𝖗𝖆 𝖕𝖗𝖊𝖋𝖊𝖗𝖎𝖙𝖆•°// 𝖟𝖊𝖓𝖟𝖔𝖓𝖊𝖑𝖑𝖎
ChickLitAvevamo provato uno dei dolori più grandi che si potessero immaginare... ...eppure ne eravamo usciti, avevamo sconfitto quel male, all'apparenza insuperabile, e la vita ci aveva ricompensato, regalandoci il suo dono più prezioso. ___________________...