Icaro e Apollo

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Tutti conoscono la storia di Icaro che volò troppo vicino al sole e le sue ali, le cui piume erano unite tra di loro con la cera, si sciolsero facendolo cadere nel mediterraneo e morire.

Però non tutti sanno il perché lui si sia spinto così tanto vicino al sole, nonostante le raccomandazioni del padre.

Icaro era un bellissimo ragazzo dagli occhi verdi, le lentiggini che costellavano il suo volto ricordavano al dio del sole le stelle che ricoprivano il firmamento

Ed è così che avvenne il loro primo incontro.

Icaro passeggiava tranquillamente dentro il labirinto in cui era stato rinchiuso con il padre dopo la morte del Minotauro, la più grande invenzione attribuita al padre secondo alcuni.

Non aveva mai visto cosa ci fosse al di là delle enormi siepi che in alcuni punti gli oscuravano la vista del cielo.

Però lui non era passato inosservato al grande dio Apollo, che trasportava il sole al di sopra del labirinto lanciando sempre delle occhiate furtive al giovane che aspettava sempre la sua comparsa.

Quello fu il loro primo contatto, gli occhi del dio s'incatenarono a quelli del mortale e una scossa che percorse le membra di entrambi suggellò l loro legame.

Il destino avrebbe unito quei due fino alla fine dei loro giorni.

Apollo da quel primo giorno, rallentava il suo percorso per poter ammirare Icaro che a sua volta si sedeva al centro del labirinto aspettando che il bel dio vi passasse sopra e quindi poterlo vedere.

Ma la loro unione non era ben vista da tutti, soprattutto da Dedalo, il padre del ragazzo che conosceva la vita del dio e di come irretisse giovani mortali alla ricerca del piacere, per poi abbandonarli dopo aver perso interesse per loro.

Quindi, quando il suo piano di fuga fu messo a punto, prese suo figlio e glielo illustrò, dicendogli che se voleva scappare con lui da quella prigionia, avrebbe dovuto abbandonare l'idea di poter stare con il dio e di non cercarlo più.

Icaro acconsentì alla richiesta del padre.

Tutto pur di fuggire da quel luogo e poter scoprire il mondo, ma quando il padre gli presentò delle ali che avrebbero potuto condurlo verso il suo amore, non ci pensò due volte.

Se le fece agganciare addosso e prese a librarsi in aria per assaporare la libertà.

Il vento che gli scompigliava i capelli, il sole che lo scaldava e richiamava a sé, fecero si che Icaro, ignorando i richiami del padre di non avvicinarsi troppo al sole, si avvicinasse al dio che amava, non preoccupandosi della cera che poco alla volta aveva preso a sciogliersi.

«Icaro?» lo richiamò il dio preoccupato, vedendo il suo amore che non riusciva ad avanzare con il volo verso di lui per infine precipitare verso terra con velocità sempre maggiore.

«Apollo.» lo richiamò il mortale sporgendo le mani verso il dio che si era tuffato verso di lui per afferrarlo prima che toccasse il suolo.

Non lo raggiunse in tempo.

Icaro cadde nel mediterraneo sprofondando nelle profondità marine, lontano dal suo unico amore che si disperò per la sua prematura scomparsa.

Migliaia di anni dopo, in una società moderna in cui le divinità non esistevano più e dove la magia aveva preso il nome di quirk, un ragazzo dagli occhi verdi e il volto costellato di lentiggini che agli occhi di tutti sembravano un cielo stellato, nacque in una casa piena d'amore e gioia.

In una casa poco distante era nato un ragazzo con gli occhi rossi e i capelli dello stesso colore del grano esposto al sole.

Icaro e Apollo si sarebbero rincontrati di nuovo sotto le sembianze di due mortali e avrebbero finalmente potuto rivivere il loro amore.

Come era stato scritto nel destino.

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