IL PROLOGO.

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Cantami o mio divino Narciso,
ispirami questo vano desìo
che vo' udite in 'sta vile piazza
nell'algido dicembre inoltrato.

Subitanea ed ignava paio
mentre vi recito codesti versi,
privi di rime, cullati dal ritmo
degli endecasillabi ch'io narro.

Di bellezza e persuasione canto
e dell'eleganza che m'appartiene:
capei bruni e li occhi bigi.

Ma che più l'attira rimane 'l senno:
acuto i complesso, conseguito
da innata facondia che li ammalia.

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