Succede. Uno si fa dei sogni, roba sua, intima, e poi la vita non ci sta a giocarci insieme,
e te li smonta, un attimo,
una frase, e tutto si disfa.Simone non aveva deciso di innamorarsi di Manuel, per il semplice motivo che non si può decidere a chi donare il proprio cuore.
È quasi ingiusto, a pensarci, avere la certezza di averlo con sé, pulsante, funzionante, in petto, un po' a sinistra, ma sapere poi che basta incrociare un paio di occhi, sfiorare una porzione di pelle, ascoltare il rumore di una risata, venire pervasi da un particolare profumo, per perderlo per sempre.
Innamorarsi, innamorarsi davvero, in fin dei conti, è proprio un po' come perderlo il cuore, consegnarlo, involontariamente nelle mani di un'altra persona, potendo solo sperare che questa non ne diventi l'aguzzino.
Continua a battere, certo, ma al ritmo di una risata, nel petto di qualcun altro, in funzione di qualcun altro.
E poco c'è da fare se questa persona ne ha già uno proprio, se non è interessata a prendersene cura.
Poco c'è da fare, per Simone, se a Manuel non sembra importare del suo cuore.
Poco c'è da fare perché la persona che glielo farà battere più forte di tutte le altre è solo una, è sempre e solo una, è sempre e solo lui.
A peggiorare la situazione, a scolpire la sua immagine nella memoria di Simone, ad imprimerlo sul suo cuore come un marchio a fuoco, c'era il fatto che Manuel gli aveva permesso di scoprire chi fosse realmente.
Con Manuel, Simone aveva conosciuto Simone, quello vero, non la versione di sé che il mondo gli aveva cucito addosso, aveva conosciuto Simone, un adolescente capace di amare.
E l'impatto che questo aveva avuto sulla sua vita, non l'avrebbe cancellato mai, neppur volendo.
Per questo motivo, Manuel continua ad essere il pensiero felice di Simone.
Ed è strano.
Immaginarsi qualcosa che non potrà mai accadere è strano.
Immaginarsi qualcosa che non potrà mai accadere ed avvertire un confortante calore nel petto è ancor più strano.Eppure è l'unica via d'uscita quando il mondo diventa, per lui, troppo stretto.
Immaginarsi avvolto dalle braccia della persona che ama, quando il mondo inizia a pesare e respirare inizia ad essere più difficile, è, per lui, l'unica via d'uscita.
Se ne era accorto un pomeriggio di Settembre, quando aveva disperato bisogno di aiuto, perché di vedere Laura non aveva alcuna voglia, e si sentiva schiacciato da quel dovere, da quella necessità di essere "normale" che era diventata asfissiante.
Si era seduto in giardino, sul bordo della piscina vuota, esattamente come si sentiva lui in quel momento, ed aveva immaginato di essere stretto tra le braccia di Manuel.
Si era improvvisamente sentito in pace con il mondo, respirare non era più difficile, e il cielo era un po' più chiaro.
***
Aveva ricevuto la foto di Manuel a letto con una donna, e si era sentito morire, perché non aveva più alcun pensiero felice al quale ricorrere.
Lasciarsi ingannare dalla propria mente è a tratti conveniente, ma non quando risulta albergata da un miliardo di voci che ti ricordano quanto faccia schifo la realtà.
Il pensiero felice era scomparso.
Simone era di nuovo solo. Vuoto.Avvolto dall'oscurità della sera però, non aveva potuto evitare di ricorrere nuovamente a quell'abitudine, e nei giorni successivi, se l'era immaginato di nuovo.