Capitolo 13

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Uscii dalla stanza e chiusi delicatamente la porta per non svegliare Lucy. Scesi le scale e mi sedetti su una delle poltrone del salotto, cercavo di capire cosa fosse successo a Lucy, era la prima volta che mi capitava di vederla così, ed ero abbastanza preoccupata per la sua salute, forse era troppo stressata o forse non voleva semplicemente stare qui. Però mi tornò in mente una frase che disse prima che io entrassi in camera: "è colpa tua se i miei vecchi genitori hanno fatto quella fine!". Cosa significava quella frase?
Decisi che al ritorno di Richard gli avrei raccontato tutto. Ma una cosa era sicura, la porterò da uno psicologo.
Mi alzai da quella comoda poltrona blu ed entrai in cucina per prendere un bicchiere d'acqua, cercai di calmarmi ma non ci riuscii più di tanto. Controllai l'orologio che stava sopra il frigo; 13:00
Era ancora presto per preparare il pranzo dato che Rich tornava alle 14:30.
Così decisi di ritornare nel piano di sopra, e controllare Lucy. Quando aprii la porta di camera sua, vidi che stava ancora dormendo, le controllai le guance per vedere se i graffi erano ancora arrossati, e fortunatamente non si vedevano quasi più.
Dopodiché uscii dalla stanza e andai a mettere qualcosa di comodo.
Quando finii, raccolsi i capelli in una coda e andai in cucina a preparare il pranzo dato che si erano fatte le 13:30

Alle 14:30 puntuale sentii sfermare la serratura del portone e dei passi sempre più vicini alla cucina dov'ero io. -Amore sono a casa, sei in cucina?- Disse Richard.

-Oh, bentornato caro. Devo dirti una cosa importante...- Dissi sedendomi su una sedia mettendo le mani tra i capelli.

-Dimmi tesoro- Rispose mentre si sfilava il giubotto di pelle.

-Si tratta di Lucy-

-Non é andata a scuola?-

-No... Ma non é quello il punto- Dissi alzando gli occhi al cielo.

-E allora?-

-Lei...- Stavo cominciando a raccontargli tutto, quando sentii dei rumori provenire dalle scale, probabilmente Lucy si era svegliata.

-Poi ti racconto- Dissi a bassa voce.
Lui fece si con un cenno del capo e andó a posare il giubotto nell'attaccapanni accanto alla porta d'ingresso.

-Ciao mamma...- Disse Lucy entrando in cucina con lo sguardo basso.

-Buongiorno tesoro, oggi per pranzo ho preparato gli spaghetti e la carne, ti piacciono vero?- Dissi facendo finta che non fosse successo nulla.

-Si certo...- Prese posto su una sedia.

Dopo un pó ritornó Rich e si mise a giocare con Lucy, almeno per farla sorridere un pó.

-É pronto, sù andate a lavare le manine- Dissi inpiattando la pasta.

-Hai sentito il capo, Lucy? Andiamoo- Disse Rich prendendo per mano Lucy.

Dopo un pó tornarono e pranzammo, Lucy era silenziosa. Ma Rich stranamente ci sa fare meglio di me con i bambini, così qualche volta le scappava qualche risata.
Finito il pranzo Rich andó nel suo studio a finire del lavoro, mentre io e Lucy decidemmo che dopo aver messo i piatti nella lavastoviglie, avremmo fatto una torna al cioccolato.
Lucy sembrava stare meglio, ma a volte rimaneva a fissare il vuoto, o mi fissava per un pó di tempo con uno sguardo che non saprei come definirlo... Triste? Arrabbiato? Curioso? Non saprei...

Dopo aver messo la torta in forno Lucy andó a fare un bagno, e io ne approfittai per parlare con mio marito.

-Senti Rich, oggi quando sei andato via é successa una cosa strana... Lucy era tornata a dormire e io dopo averla avvisata sono andata a comprare delle cose al supermercato, quando sono ritornata. Sentivo dei forti rumori provenire dalla stanza della bambina, accompagnate da delle urla. Così convinta che ci fosse qualcuno mi sono precipitata sù per le scale, quando sono entrata in camera non c'era nessun'altro oltre lei... Piangeva e si era graffiata tutte le guance, era strana e aggressiva. Non so che fare Rich...- Dissi abbracciandolo. -Forse non vuole stare più con noi ed é stressata...- aggiunsi.
Lui mi accarezzava i capelli e disse;

-Vuoi portarla dalla psicologa? Magari ha solo voglia di sfogarsi. Ne ha passate molte: l'abbandono dei suoi veri genitori, la perdita di quelli vecchi... Poi in quell'istituto non mi sembrava che avesse qualcuno con cui confidarsi, non credi?-

-Si... Forse hai ragione, ma ho dimenticato di dirti una cosa... Prima di entrare nella stanza lei ha detto "é tutta colpa tua se i miei vecchi genitori hanno fatto quella fine"...-

Rich mi guardó perplesso...

-Hai ancora il numero della psicologa giusto?- Chiese.

-Certo... Le dico per prendere l'appuntamento domani?-

-Domani? Dobbiamo andarci adesso!-

-Dov'é che dovrei andare io scusate?-
Sentimmo la voce di Lucy alle spalle.

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