Il filosofo greco Eraclito diceva che dovremmo credere solo a ciò che vedono i nostri occhi.
Ma che fare quando non possiamo più fidarci nemmeno di loro?! Che fare quando la realtà si mescola con la fantasia, quando la tua mente ti inganna, perché marcia o avvelenata?!
Bisogna combattere, dando corda ai fantasmi nella nostra testa fino a che non riusciamo a liberarcene!?
Bisogna chiedere aiuto a persone che si occupano di questi problemi!? Fidarsi degli ausili e cure che ti propinano?! E se queste peggiorassero la situazione?! Se annullassero il nostro vero IO?! Giammai!
Oppure potremmo ignorare il problema, sperando che sparisca... certo questa impotenza si rivelerà frustrante, ma potrebbe essere efficace.
Intanto bisogna essere certi di voler eliminare il problema. Perché farlo sparire?
Ognuno nasce solo e muore solo. Noi abbiamo la fortuna di non esserlo mai. Dovremmo considerarlo un dono, un privilegio, e dovremmo pagarne il prezzo condizionando le persone a noi più care,facendo correre a loro il più grande rischio. È un pensiero egoista, implica il non affezionarsi a nessuno...quindi implica il non avere una vita normale. E per cosa? Per non restare soli?Lo so che ci sarai sempre per me, ma di certo non voglio dedicarti la mia esistenza.
Devi andartene.
Stai giocando con la mia vita, PERCHE'? Perchè esisti, perchè ti comporti così?
Sai una cosa?! Infondo entrare nella tua mente equivale ad entrare nella mia. Sei vulnerabile sotto questo aspetto, so di potercela fare. Giuro su ciò che mi è più caro a questo mondo che ti troverò.
Certo so anche che è facile parlare quando non ti avvolge la paura. Sarà proprio la paura che mi scorterà al tuo cospetto, perché la sensazione che tu sia più grande di me non mi abbandona.Il mio respiro mozzato da ogni tuo minimo spostamento, diamine!
Come fai ad essere ovunque?
Come hai fatto ad entrare?
Ti ho appena visto, ci metterei la mano sul fuoco! Perchè diavolo non mi fai del male? Vieni...ti aspetto. Ho già provato ad affrontarti, ogni volta faccio un passo in più. Ma la strada che mi condurrà a te è lunga e tortuosa. Tortuosa. Giurerei di averti sentito pronunciare questa parola una volta.
Un ultima cosa: smettila di toccarmi mentre dormo, so che lo fai, e smettila di far rumore mentre mangi. Smettila.
Notte, esci da questa stanza ora, abbiamo finito.
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Il soliloquio del male
Short StoryUna serie di brevi monologhi, con due unici protagonisti: la vittima e il carnefice.