Together

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-Max- Monoposto di Max

Un ultimo giro. Un giro in cui si giocava tutto. Un giro che sarebbe potuto iniziare meglio che con un crampo.

Cazzo... Ma sul serio?!?

Curva 1. Curva 2. Curva 3. Curva 4.

E finalmente in curva 5 una possibilità di superare Max la colse al volo, e in un battibaleno si trovò leader dell'unico giro che contava davvero. Perché lo sanno tutti: puoi andare a podio, il terzo posto è sempre meraviglioso, puoi andare a punti, e sentirti realizzato. Ma se arrivi secondo hai perso tutto quello che c'era da perdere. Sei subito nell'ombra del primo, e nessuno avrà tempo per te.

Max voleva essere primo a qualunque costo.

Curva 6. Curva 7. Curva 8. Curva 9. Curva 10. Curva 11. Curva 12. Curva 13.

Mancavano solo tre curve, tre come il numero che lo legava a Daniel. All'improvviso la risata felice del suo ragazzo risuonò fortissima nella sua testa, come a volergli ricordare che era con lui.

Curva 14. Curva 15. Curva 16.

E infine il rettilineo del traguardo. Max pigiò il piede sull'acceleratore con un nodo alla gola.

Aveva passato una vita ad allenarsi per questo momento, aveva dato il proprio sangue per arrivare fino a lì, aveva rischiato tutto. E ora c'era, c'era davvero.

Nel momento in cui passò la linea del traguardo Alex iniziò ad urlare nella sua radio, seguito da Christian e chissà chi altro. Anche Max si mise ad urlare, a piangere, ad un tratto tutte le emozioni che aveva provato a reprimere per anni, tutta la tensione per quella gara e tutta l'euforia che aveva in corpo esplosero. Lo schiacciarono contro il sedile più forte di quanto la forza G avesse mai fatto. Sembravano essere così ingombranti da strabordare dall'abitacolo della Red Bull di Max. Per un secondo l'olandese si trovò travolto da quella sensazione.

Sinceramente nn aveva idea di come avesse portato al suo posto la macchina senza schiantarsi nonostante le lacrime che gli annebbiavano gli occhi. Ma in qualche modo lo aveva fatto.

Max scese dalla macchina e la guardò. La sua compagna di avventure. La monoposto del campione del mondo.

Campione del mondo.

CAMPIONE DEL MONDO.

Queste parole iniziarono a delinearsi nella sua mente, diventando sempre più nitide. L'olandese crollò in ginocchio, appoggiato contro una ruota posteriore della macchina, singhiozzando.

-Daniel- Sotto il podio

Daniel scese dalla macchina in fretta, riconoscendo la figura del suo ragazzo inginocchiato contro una ruota.

Non era mai stato così fiero di lui.

Si avvicinò a lui, subito dopo aver messo a posto il volante, e gli cinse il busto con le braccia, aiutandolo a rimettersi in piedi, venendo subito travolto dall'abbraccio in cui l'olandese lo strinse. "I'm so proud baby, so, so, so proud!!!" Esclamò Dan, quasi urlando per farsi sentire sopra la folla che sembrava una continua esplosione attorno a loro.

Max non rispose, continuando a piangere tra le sue braccia. Daniel sentiva i muscoli della schiena del più piccolo contrarsi ad ogni singhiozzo, i loro caschi colpirsi leggermente. "Piccolo dobbiamo pesarci..." Urlò Daniel, con dei seri dubbi sul fatto che Max potesse sentirlo.

Il più grande andò per primo, per poi passare velocemente a congratularsi anche con Lewis, che sembrava sull'orlo delle lacrime. Daniel non si sarebbe stupito se il pilota inglese avesse versato qualche lacrima nel casco prima di toglierselo. In fondo Daniel era convinto che la decisione della FIA fosse scorretta, ma questo non gli impediva di essere felice per Max.

Together | Maxiel OSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora