🍂You know it's not the same as it was
In this world, it's just us🍂As it was – Harry Styles
Stanford non era mai apparsa così vicina come quel giorno. Dopo aver ricevuto la lettera di ammissione mi sentivo come in una bolla di sapone pronta a scoppiare da un momento all'altro svegliandomi da quel sogno che sembrava irrealizzabile. E invece ero lì, mio padre guidava tranquillo con un sorrisetto sulle labbra come volesse nascondere il Sono fiero di te e fingendo smorfie di disappunto agli schiamazzi di Angye sul retro:
"Già immagino i party dei Senior! Noi siamo ancora Freshman, dobbiamo farci valere se vogliamo conquistarci un loro invito, Margo!"
Questi non erano certo discorsi da affrontare dinanzi a mio padre! Ci teneva affinché fossi al sicuro, lontano da alcol e droghe e, se avesse potuto, lontano da Nora.
Ma in fondo l'amava. Nora, con i suoi tostapane esplosi, le sue pietanze orribili e la vetrina di cristallo in soggiorno ridotta in mille pezzi, aveva conquistato una parte del cuore di mio padre. E la mia...
Mio fratello Conrad non ne poteva più e quando vide allontanarci tirò un sospiro di sollievo. Ovviamente non era rivolto a me.
"Nora, forse sarà meglio comprendere prima la vita universitaria e scoprire gli orari delle lezioni, poi penseremo al resto!" la redarguii dolcemente spostando il mio sguardo allo specchietto retrovisore.
I suoi occhietti verdi ricambiarono la mia occhiata soddisfatti. Amava le sfide e catapultarmi in uno dei suoi piani malefici de La bella vita. Così nominava la sua aspettativa di vita, appellandosi alle mie origini italiane.
"Hai ragione, Margo. Farò la brava..." l'occhiolino che ne seguì non mi tranquillizzò per niente.
Tirai un sospiro carico di tensione mentre mio padre parcheggiava la sua auto nel campus, dinanzi al nostro alloggio.
Io e Nora non avevamo la stessa camera, nonostante le sue pressioni alla segreteria di Stanford, la sua ammissione era avvenuta per scorrimento e la mia camera era già stata assegnata. Era ugualmente riuscita ad ottenere una camera nel mio stesso corridoio. Ho sempre avuto il timore che fosse ricorsa a qualche minaccia!!
Mio padre scaricò le valigie di entrambe e mi fermò mentre Nora provava a scappare con le sue valigie:
"Lasciate che io sia il vostro gentiluomo un'ultima volta"Il suo sussurro emozionato provocò il tonfo del mio ormai fragile cuore. I miei battiti costantemente accelerati mi agitavano più del dovuto da qualche mese a quella parte.
"Non sarà mica l'ultima volta? Abbiamo ancora mille traslochi da pianificare prima dei trent'anni!" lo presi in giro prendendo Nora sottobraccio e trasportando un trolley più piccolo.
L'edificio aveva un mix di tradizione e moderno che credevo impossibile. Era piacevole e nei corridoi decine di ragazze sprizzavano gioia da ogni poro.
Guardai gli occhi luminosi di Nora che combaciavano alla perfezione coi miei. Quella visione ci donava ancora più grinta per la nostra nuova avventura. Ed io non vedevo l'ora di condividerla con lei che era il mio angelo.
"Nora questa è la tua camera." Richiamò mio padre la nostra attenzione.
Nora Grace Martin era inciso all'ingresso.
Nora corse esultante in camera con le sue valigie invitando me e mio padre a proseguire. Ero curiosissima di scoprire come fosse la sua camera ma mi trattenni. Con un sorriso constatai che sarebbe anche stato più bello restare con il fiato sospeso fino alla fine del corridoio, dove scorsi l'incisione Margaret Nereide Parisi.
STAI LEGGENDO
Sospesi come Nuvole
RomanceMargo era sempre stata la speranza personificata. I suoi occhi vividi e luminosi scrutavano curiosi il mondo cercando tutto ciò che ci fosse di buono. Una volta entrata all'università, saranno proprio questi a farle incontrare Gabriel, il capitano...