Capitolo 1 - L'inizio

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La macchina parcheggiò in un abitacolo enorme in legno e metallo, con all'interno altri veicoli costosissimi e pochissime decorazioni nelle pareti.
L'ambiente era fresco e spoglio, Reven percepiva un senso di estraneità in mezzo a quel cumulo di attrezzature e macchinari di vario genere.
Uscendo dal veicolo, osservava attentamente intorno: c'erano lampadari di vecchia data che illuminavano il posto, un divanetto ambrato stracolmo di polvere che era situato vicino alla mini TV attaccata alla parete scrostata e ingiallita. 
Nel lungo tavolo posto vicino alla porta d'uscita, vi erano armi di ogni genere: armi bianche tra cui delle katane, pugnali a lama corta e lunga, alcuni ondulati e coperti di chiodi (che dovevano relativamente fare molto male), spade, asce, lance dalla doppia lama e martelli che occupavano gran parte dello spazio. 
Ai piedi del tavolo c'erano anche dei chackram, stelle ninja, kunai, coltelli a farfalla tutti perfettamente puliti e spaventosamente affilati come rasoi.
Raccolse da terra il kunai che aveva adocchiato, nero come il carbone, ma nelle estremità della lama c'erano dei riflessi argentei affascinanti con dei ghirigori che rendevano estremamente femminile quell'oggetto mortale. Nell'impugnatura si intravedeva chiaramente una frase in latino realizzata accuratamente e rappresentata con un leggero bassorilievo. In quel momento Reven si chiese cosa potesse significare di preciso, le sembrò che quelle parole già le avesse lette da qualche altra parte. 
- Audaces fortuna iuvat - recitò a memoria Ezekiel - Significa "La fortuna aiuta gli audaci". Quel pugnale giapponese apparteneva alle più antiche generazioni di ninja, è molto prezioso e soprattutto letale. - 
- E' un pezzo unico nel suo genere, ti si addice proprio - continuò Damon, indaffarato a riporre nel tavolo le armi che minuti prima teneva nella cintura. Non la stava guardando: nella mano sinistra teneva uno straccio pulito imbevuto di una certa sostanza, con cui stava pulendo un coltello arrugginito che ha trovato infilzato allo schienale della vecchia poltrona. 
Ezekiel riprese la parola: - Puoi tenerlo, Lynn ci ha accennato qualcosa sul tuo conto, anche sul fatto che da piccola ti divertivi a destreggiarti con i coltelli a farfalla da addestramento. Credo che tu sia nata per questo, non ho mai visto in tutta la mia vita una ragazzina di dieci anni interessata così tanto ad un oggetto tanto sinistro. - le sorrise timido per un secondo, quasi fosse stata solo l'ombra di un'incurvatura della labbra, per poi ritornare serio concentrandosi nel riporre qualche tirapugni dorati impreziositi con diamanti in uno zainetto.  
- Questa Lynn come fa a sapere tanto di me? - chiese turbata Reven, massacrandosi le dita con ansia senza alcuna ragione.
- Lei è la nostra ricercatrice e sua madre faceva parte di una cerchia di stregoni molto potenti. Ha solo accennato sul fatto che tu fossi fondamentale per un qualcosa, non sappiamo neanche noi di cosa si tratti. - rispose Damon distrattamente per poi incamminarsi verso la porta d'uscita senza nessun arma addosso se non per un piccolo coltellino da caccia.
- Andiamo? - domandò Ezekiel - Si sta facendo tardi e penso che tu abbia molte domande per la testa - 
- Arrivo - e così lei, senza troppi ripensamenti, si mise il kunai nella cintura di pelle e uscì da quella stanza a fianco dei fratelli a testa bassa.

Varcarono la soglia di un grande portone dorato, impreziosito con opere realizzate in bassorilievo che sovrastavano tutto lo spazio centrale; parole in latino antico spiccavano situate nel punto più alto, ma una frase in particolare era in evidenza in argento lucido: ignorantia legis non excisat.
"La legge non ammette ignoranza" pensò Reven tra sè, ammaliata da quella scrittura imponente e rigida, che mostrava un potere immenso. Provò un senso di timore, per un piccolo momento.
Entrati in stanza, si meravigliò notando la grandezza di quella stanza monotona e regolare, grigiastra nelle pareti prive di decorazioni; era un ambiente intimidatorio e, rapidamente, fece sentire un senso di freddo a Reven. Gli altri due ragazzi sembravano non accorgersene.

Le scarpe sporche di fango di lei segnarono le sue impronte macchiando il pavimento di marmo bianco straordinariamente lucido e nuovo. Si maledisse tra sè, le sembrava di aver appena commesso un crimine ingiustificabile, la responsabile di un gesto così grave mancando di rispetto a chiunque avesse costruito quella struttura. Si sentiva proprio come le sue impronte: una grossa macchia sporca che stonava su tutto quello sfondo chiaro e limpido.

Si massacrava costantemente le mani, guardandosi prima intorno, poi per terra, desiderando ardentemente di andarsene. Tutto le sembrava così sconosciuto e assolutamente fuori luogo.
Uno senso di oppressione le formicolava la testa: una donna, sulla trentina, la stava osservando con fare interrogatorio, poi di sorpresa, sopra un palco pieno di librerie dove in mano stava tenendo un blocco di documenti sicuramente noiosi che leggeva superficialmente.
Molto alta, la sua fronte arrivava fin sopra quella di Damon, i suoi capelli biondo cenere le arrivavano fino al suo fondoschiena in una folta cascata di femminilità e sensualità, accentuavano i suoi occhi magnetici stracolmi di mascara e incredibilmente azzurri, quasi da incantarti al solo sguardo. I tacchi che portava erano neri e molto eleganti, le davano qualche centimetro in più che le donava quel senso di superiorità e raffinatezza. Il lungo blu jeans le fasciava perfettamente le sue cosce sode e piene, regalando quel tocco che la rendeva come irraggiungibile. 
Era magnifica. 

- Finalmente ci conosciamo. Ho sentito e letto tanto di te, ma non mi aspettavo che tu avessi un aspetto così... umano. - disse allegra la donna avvicinandosi in modo aggraziato e delicato, ma allo stesso tempo deciso con aria di finta superiorità.
- Mi chiamo Lynn, sono la responsabile dell'ufficio 'scartoffie e robe varie', la parte burocratica in sostanza. Sono anche una strega - riprese a parlare, sempre più sorridente, diventando nell'incredibile ancora più radiosa. 

- Non ci sto capendo un granchè - replicò timida Reven, tremendamente imbarazzata dalla situazione che si era creata da poco. 
- Non ti hanno detto proprio nulla, umh? - aprì un cassetto sotto una vecchia libreria di legno, consumata nel tempo - Beh, leggi questo libro e tutto, o quasi, ti sarà detto. E' il libro più vecchio e prezioso che una strega possa avere. Leggilo con calma e per qualsiasi cosa, mi trovi qui. - le porse un libro altrettanto antico e pieno di polvere, la copertina rigida e marroncina senza scritte, caratterizzata solo da fantasie varie lungo i bordi rovinati. Lo prese con mani tremanti, avendo paura di strapparne qualche pagina erroneamente, per poi stringerlo al petto. 

La storia è così lunga da farmi leggere un intero libro?

- Lynn - tuonò Ezekiel - sei consapevole che quel Izanel è uno delle poche copie rimaste al mondo, non è vero? - domandò con piena serietà sul volto. 
- Sono sicura. So abbastanza su di lei da potermi fidare. Dovreste farlo anche voi. - girò sui tacchi e ritornò, sculettando leggermente, dietro alla libreria che dava sull'immensa finestra che gombrava abbastanza spazio sul muro da poter illuminare tutta la stanza, senza luci artificiali. 

- Scusa una cosa, ma cosa sai precisamente di me? - chiese curiosa Reven. Aspettava di formulare quella domanda al momento giusto anche se la tormentava da ore. 

- Ho letto tanto su di te e altrettante voci confermano cosa dicono gli storici libri, Reven. Non hai idea di cosa potresti diventare scoprendo la verità. - esordì senza esitazioni e con tono piatto, dando le spalle alla ragazza confusa.

- Non capisco. Tutto questo mistero mi sembra inutile attualmente. Forse, se magari cominci a parlare senza fare troppe allusioni del caso, potremmo capirci tutti qualcosa. - Incrociò le braccia al petto, infuriata da tutta quella situazione confusionaria. Il solo pensiero di non sapere qualcosa che la riguarda, la mandava su tutte le furie, provando fastidio in ogni parte del corpo.

- Tutto a tempo debito. Damon, Ezekiel, fatemi il favore di farle fare un tour della casa. Contattate sua madre ed Elizabeth, devo fare due chiacchiere con loro. Il Governo chiuderà un occhio per questa volta, manderò io stessa un corvo messaggero per spiegare tutta la situazione. - Alzò i tacchi e uscì dalla stanza senza guardarsi indietro, volteggiando i fianchi larghi a destra e a sinistra distrattamente, chiaramente ignara della sua immensa bellezza.

  - Lynn... - sospirò Damon, chiaramente seccato. - Va bene dolcezza, seguimi e non gironzolare se non ci sono io davanti. La casa è bella grande, anche se non sembra. - e senza accorgersene, aveva già varcato la porta d'acciaio che si trovava vicino all'uscita che aveva preso Lynn poco prima.

Angolo autrice

Buonasera a tutti i lettori
Mi scuso fin da subito per il leggerissimo ritardo, ma tra scuola e lavoro ho ben poco tempo da dedicare alla mia opera qui su wattpad. In più, partecipo anche ad una raccolta di poesie che verrà pubblicato a breve, quindi ho tanti progetti in sospeso e ben poco tempo materiale.

Godetevi questo capitolo e spero di pubblicarne altri in più presto possibile.

Stay tuned<3

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 14, 2022 ⏰

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