2. Impressioni

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Con attenzione, misi piede nell'appartamento che Boss aveva ottenuto per me. Era piccolo, abbastanza grande per due persone al massimo. Principalmente era un openspace, con le camere da letto nascoste sul retro dell'appartamento. Era in una semplice combinazione di colori, bianco e nero. L'ambiente aveva uno stile moderno e minimalista, con i tavolini in vetro e i mobili in pelle.

Mentre esploravo la mia nuova casa, fui soddisfatta nello scoprire un sacco da boxe nella camera degli ospiti. Assomigliava ad una palestra in miniatura, il che includeva anche un tapis roulant all'angolo, una palla da ginnastica e dei pesi. Mi annotai mentalmente di tornare qua per una sessione di allenamento.

Aprendo l'anta dell'armadio della camera da letto, scoprii una disposizione di pistole, con fondine, silenziatori e caricatori annessi. La meticolosità con la quale Boss curava ogni dettaglio non smetteva di sorprendermi.

Dopo aver disimballato la maggior parte delle mie cose - che in realtà non consistevano poi in molto- decisi di trascorrere il tempo restante analizzando i documenti che il capo mi aveva fornito. Avevo bisogno di sapere quanto più possibile su questo ragazzo. 

Scorsi il breve dossier. Era decisamente scarno, riportava solamente alcuni dati anagrafici. Mancavano i dettagli personali. Scrollai le spalle. Immaginai avrei dovuto scoprirli di persona.

Nome completo: Harold Edward Styles.

Sesso: maschile.

Età: ventitrè anni.

Ricercato per: furto, rapina, invasione domestica, risse di strada, spaccio/uso di sostanze stupefacenti, aggressione e omicidio.

Scadenza eliminazione: 9 aprile.

Alleati: Zayn Javadd Malik, Niall James Horan, Louis William Tomlinson e Liam James Payne

Interessante. Aveva solo tre anni più di me. Alzai un sopracciglio, non me lo aspettavo, un tale traffico richiedeva generalmente abbastanza anni di esperienza per essere costruito. Inoltre avevo solo circa un mese per guadagnarmi la sua fiducia. Non era granché, pensai contrariata.

Guadagnarsi la fiducia di qualcuno era generalmente facile, le persone tendono ad essere sprovvedute. Nessuno mai sospetta niente. Che motivo avrebbero, infatti, di dubitare delle buone intenzioni di qualcuno che si pone di fronte a loro con gentilezza? 

Tuttavia non era altrettanto per coloro che avevano qualcosa da nascondere, la paura di essere scoperti rendeva vigili e allontanava la sprovvedutezza. Dubitare degli altri era l'unico modo per proteggere i propri inganni. Avvicinare questo Styles non sarebbe stato facile, pianificai, soprattutto non entro un periodo così breve.

Più in basso nella pagina, era riportato l'indirizzo in cui era stato avvistato l'ultima volta. Stava calando la sera e, non avendo di meglio da fare, decisi di inserire l'indirizzo nel GPS del mio telefono. Un piccolo sopralluogo mi avrebbe soltanto avvantaggiata. Mi infilai il giubbotto di pelle e, nascondendo una pistola nella parte bassa della schiena, me ne andai.

Girovagai cauta per la stradina, la musica risuonava nella via silenziosa. Avevo preso in prestito un veicolo da un altro lavoratore dell'azienda, Boss aveva convenuto con me che fosse più saggio rispetto ad utilizzare la mia auto personale. Ancora una volta Boss aveva ragione.

Parcheggiai l'auto fuori casa e, sebbene non riuscissi a scorgere il numero civico, era lampante che l'indirizzo fosse giusto. La musica martellante pulsava attraverso il mio cranio e i corpi ubriachi sparsi per il prato davanti lo rendevano perfettamente chiaro. Feci una smorfia di disgusto. Cos'era più cliché di una banda di criminali che organizzavano party selvaggi, contrariamente a qualsiasi discretezza?

Roteai gli occhi. Possibile che non curassero affatto la propria copertura? O era tutta una trappola? Ovviamente non era altro che una festa in casa. Con cautela scesi dalla macchina, non curandomi dello sbattere della portiera dietro di me. Dubitavo che qualcuno nella casa potesse essersi accorto del suono. Entrando nella casa, mi feci strada tra gli adolescenti digrignanti che si strusciavano addosso come conigli in calore. 

Iniziai a sentirmi a disagio. Risultavo incredibilmente fuori posto con i miei stivali, le palpebre color carbone e la giacca di pelle. Era imbarazzantemente conservativo rispetto alle altre ragazze vestite con abiti abbastanza attillati da poter risultare una seconda pelle.

Non avevo pianificato di infiltrarmi in una festa e il mio abbigliamento dava decisamente nell'occhio.

Ebbi uno strano déjà vù delle feste del liceo, rabbrividii. Adolescenti.

La mia analisi delle ragazze agghindate venne interrotta dalla sensazione di una mano callosa che mi scivolava su per l'anca e fino alla vita. Quasi d'impulso, mi girai di scatto e sbattei il ragazzo, chiaramente colto alla spaventato, contro il muro. Bloccandolo con l'avambraccio all'altezza della gola. Fece alcuni gargarismi mentre lottava per prendere aria, ma a parte questo, rimase in silenzio. I suoi occhi mi fissarono truci quando riacquistò compostezza.

"Ascolta qui, piccolo stronzo malato" Sputai senza troppi convenevoli, senza permettergli di intimidirmi con lo sguardo. "Non ti azzardare ad appoggiare le tue sudice mani sopra una ragazza in quel modo." Inarcò un sopracciglio con aria strafottente, iniziai ad innervosirmi. "Sto cercando Harry Styles". Gli occhi dell'uomo vagarono sopra la mia spalla. Prima che potessi girarmi, udii una voce dietro di me sovrastare il caos.

"Quello sarei io."

Oh cazzo. Bellissimo modo per venire beccati, mi complimentai con me stessa.

Killer kisses // h.s. au (traduzione italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora