«112, qual è l'emergenza?» Parlò la donna dall'altra parte.
La notte aveva iniziato ad incombere velocemente sulla grande Parigi, e una leggere aria fresca le aveva colpito pungente la pelle sulle spalle scoperte.
Era un mercoledì notte quando riprese ad avere lo stesso incubo. L'auto distrutta e il cuore infranto.
Emily si sentì sconquassata. Passarono alcuni istanti prima che riuscisse ad pride lievemente le labbra, aveva il terrore che muovere anche un solo muscolo l'avrebbe distrutta.
«Qual è l'emergenza?» Ripeté la donna, alzando il tono della voce.
Doveva smetterla di pensare troppo. «Ho... ho di nuovo preso troppe pastiglie,» fece un tentativo. «Ma sto bene.» Aggiunse frettolosa, rientrando in casa e chiudendo la chiamata.
Iniziò a piovere. Le gocce scendevano lentamente lungo le finestre, si rincorrevano una dietro l'altro e, infine, si univano in una piccola pozza sulle piastrelle bianche della terrazza. Il ticchettio che provocavano risuonava martellante nelle sue orecchie.
Emily guardò fuori, snervata. Sbuffò e incrociò le braccia. Il prato tosato del giardinetto fuori dal suo appartamento era separato dalla strada da una bassa recinzione grigiastra, all'apparenza poco curata e rovinata.
Gli occhi le si riempirono di lacrime e si sentì lo sguardo del gatto puntato addosso.
Pepe era un piccolo peloso rossiccio, con un mazzetto di peli bianchi sotto al collo, il nasino rosa e gli occhi verde muschio. Era un gatto tranquillo, non disturbava mai ed era estremamente pulito e altrettanto schizzinoso. Era anche un ottimo saltatore, quando si trattava di aggredire le tende nuove.«Dio mio, finiscila di fissarmi!» Gli urlò contro, dandogli le spalle.
Non era nemmeno il suo gatto, ma della vecchia vicina stronza che non lo voleva averlo tra i piedi. Perché mai lo aveva preso allora?
Passò altri minuti a guardare il cielo scuro e coperto dalle nubi fuori dalle finestre. Erano le undici e mezza passate, e lei non vedeva l'ora che fosse mattina. Sbadigliò rumorosamente, infrangendo il silenzio.
La stanza era di varie tonalità di grigio. Non c'erano tanti mobili, anzi. Alle pareti si potevano ammirare delle foto di famiglia vecchie quanto le pantofole rosa che indossava. L'appartamento era al primo piano, e godeva di un'ottima distanza dal centro cittadino.
Emily si spostò vero la camera da letto, accese la luce e tirò fuori la valigia dall'armadio. Era rotta, non c'era più il lucchetto ma almeno si chiudeva.
Si bloccò un istante quando sentì il dolce profumo di sua madre, che era rimasto impresso nella stoffa interna della valigia.Strinse i pugni e soffocò un'altra lacrima.
Si alzò poi in piedi e oltrepassò il corridoio senza fermarsi, per raggiungere il bagno. Si lasciò cadere con le ginocchia per terra, afferrando il bordo della vasca e uno strillo acuto le saltò fuori dalla bocca.
Dovette mettersi una mano davanti, o avrebbe svegliato tutti.Il cuore iniziò a batterle talmente forte che sembrava volesse uscirle dal petto o dalla scatola cranica. Si girò, sedendosi sul pavimento freddo.
Afferrò poi una sigaretta e se la portò alla bocca. Era strano, prima odiava suo padre perché fumava e ora era lei a farlo.Andò alla ricerca dell'accendino nel piccolo contenitore sotto al lavandino. Quando lo trovò si sentì compiaciuta, emise un sospiro e accese meticolosa la sigaretta.
Le ci vollero solo un paio di minuti per finirla. Non poteva farne a meno, era diventata come una droga.Poco per volta si sollevò, e una volta in piedi andò a lavarsi il viso. L'acqua fredda le ricordava ogni volta il gelo delle cascate Svedesi.
Senza rendersene conto, si afferrò il lobo dell'orecchio. Iniziò a rigirare le fine dita sul buco che aveva lasciato l'orecchio. Erano diversi mesi che non li indossava, e temeva che si sarebbero richiusi presto.Chiuse gli occhi per un istante. Era esaurita.
Si voltò annoiata verso la porta, con le braccia penzolanti lungo i fianchi e la schiena incurvata.
Tornò verso la camera, lanciò via la valigia vuota e si lasciò cadere sul letto, addormentandosi.
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Royal Family
ChickLitDopo la morte dei suoi genitori, Emily Lambert decide di cambiare vita e di seguire quelle che da sempre sono le sue più grandi passioni: trasferirsi in Danimarca e aprire un piccolo ristorante Italiano. Elias Eriksson, rapsodico seduttore e uomo d'...