Parte 1

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Disclaimer: I personaggi e il mondo di Harry Potter in generale non mi appartengono. La storia è stata scritta senza nessuno scopo di lucro.

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Era forse la cinquantesima volta che Draco Lucius Malfoy veniva convocato al Ministero della Magia dopo il processo che lo aveva assolto dalle accuse di complicità con i Mangiamorte e l'operato di Voldemort.

Potter aveva testimoniato a suo favore e quello era stato l'elemento chiave che aveva permesso al rampollo di casa Malfoy di sfuggire ad una condanna ad Azkaban, sebbene il suo avambraccio sinistro recasse il Marchio Nero, ormai sbiadito.

Draco lo odiava, quel segno che deturpava la sua pelle; era quasi invisibile ormai, leggermente roseo, ma cozzava comunque con la sua pelle diafana; lui riusciva a vederlo ugualmente e attraverso i suoi occhi era ancora nero. Un perenne e permanente promemoria del ruolo che aveva avuto nella guerra, delle scelte sbagliate che aveva fatto, della persona orrenda che era stato.

Colpevole. Mangiamorte. Codardo.

Nonostante Potter avesse deciso di dargli una seconda occasione, un'occasione di fare meglio, e nonostante Malfoy Manor fosse stata perquisita un centinaio di volte, il giovane uomo continuava a convocarlo al Dipartimento Auror ogni dannata volta che sbucava fuori qualche strano Artefatto Oscuro o qualche caso isolato di attacchi da parte di Neo-Mangiamorte o sostenitori del Signore Oscuro ancora in circolazione e restii a sventolare bandiera bianca.

«Sentiamo, Potter» esordì Draco con la sua voce fredda e strascicata. «Di cosa sono accusato, questa volta?»

Il moro lo guardò mordicchiandosi l'interno di una guancia per qualche secondo e restò in silenzio.

«Veramente, devo farti vedere una cosa» gli disse esitante. «Spero che tu possa aiutarmi a fare luce sulla... questione

Malfoy corrugò la fronte e arricciò leggermente il naso.

Il suo vecchio compagno di scuola alzò le tendine del vetro della sala degli interrogatori, mostrando... un Draco Malfoy molto seccato e nervoso, seduto su una sedia, mentre faceva tamburellare le dita sul tavolo dei sospetti.

Draco sbarrò gli occhi.

«Ma che cavolo?» esclamò sconcertato. «Che cosa significa, Potter?»

«Non ne ho la più pallida idea» ammise sospirando l'altro. «E non è sotto Polisucco. È qui da ore» aggiunse poi, prima che il biondo potesse ipotizzare quell'eventualità.

«E la cosa più strana è...»

Hermione Granger fece il suo ingresso nella stanza proprio in quel momento, tutta trafelata.

«Mi hai mandata a chiamare, Harry?»

Draco si irrigidì quando la vide arrivare e notò che anche la ragazza era leggermente impallidita alla sua vista.

La Granger deglutì. «Malfoy.» lo salutò freddamente.

«Granger.» ricambiò lui dopo essersi schiarito la gola, sentendosi visibilmente a disagio.

L'immagine della giovane che si contorceva sul pavimento del salotto di casa sua, torturata dalle Cruciatus di quella pazza svitata di Bellatrix Lestrange inondò la sua mente; chiuse gli occhi e respirò a fondo, cercando di chiudere via quel ricordo orrendo facendo ricorso alla sua Occlumanzia.

Potter annuì e indicò alla sua storica amica il vetro alle sue spalle; le sopracciglia della Granger scattarono immediatamente all'insù. Poi però, il moro alzò un'altra tendina, rivelando un ulteriore doppelganger... quello di Hermione.

Nel Multiverso Della Follia | Dramione Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora