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Jungkook amava l'addestramento che fornivano al campo della sua famiglia. Era duro, faticoso, tant'è che ogni volta sentiva tutte le sue ossa spezzarsi, ogni giorno.

Quello era un rituale per Jungkook, un rituale per cui lui andava pazzo.

D'altro canto Jungkook poteva solo che amare l'addestramento, perché era proprio suo padre che li valutava, in tutto e per tutto.

E Jungkook, da bravo figlio modello, non poteva deludere suo padre. Non poteva abbassare l'onore della sua famiglia. Semplicemente, doveva essere il migliore, in tutto.

Avere un certo peso sulle spalle, aveva reso Jungkook freddo, insensibile, senza quasi un cuore. Quasi, perché quel muscolo batteva dentro il suo petto, solo per il bene che provava per la sua sorellona e anche per sua madre.

Jungkook non era il solito Alpha, con tutta la vita programmata. Oh no! Lui di quella routine maledettamente ripetitiva non ne sapeva nulla.

Come ad esempio che si dovesse trovare un'anima gemella presto, lui di questo piccolo particolare, non ne era a conoscenza, o meglio ne sapeva qualcosa, ma faceva finta che questo piccolo particolare non esistesse.

Ma d'altronde da un padre, di cui l'unico pensiero era di rendere suo figlio, suo erede, non ci si poteva aspettare altro.

Jungkook era cresciuto in una famiglia finta, dove tutto apparentemente sembrava andasse bene, dal punto di vista dei figli. Bastava solo non andare a scavare, perché dentro la famiglia Jeon, solo il marcio si poteva tirar fuori.

Una famiglia solo di nome, con un capo branco che cercava costantemente di passare il testimone al suo unico erede.

E forse ultimo.

Jungkook sentiva tutto il potere che già possedeva, e che presto si sarebbe triplicato, ma non ne era del tutto riconoscente.

"Madre sto cercando! Ma la mia anima gemella sembra che non esista?!" esclamò il giovane Alpha, quasi sul punto di piangere.

Trovare l'anima gemella stava diventando un peso per il coraggioso e giovane Alpha. Anche se, Jungkook non stava facendo molto per trovarla, anzi, non si stava impegnando nemmeno. Lui si limitava al sesso, senza dare peso al resto.

Il sesso per Jungkook, da quando lo aveva scoperto, era diventato uno sfogo, una liberazione dal dolore, che il suo corpo puntualmente subiva ogni santissimo giorno.

"Jungkookie, tuo padre sta invecchiando, e non potrà continuare per ancora molto tenere alto il suo status. Tu sei il suo erede, ed è arrivato il momento che tu ti prenda le tue responsabilità." iniziò sua madre, come ogni mattina, a fargli il discorso, che l'Alpha a furia di sentirselo ripetere, se lo era imparato a memoria, "E non ti scordare di dire a papà che lo amo." finirono entrambi, con un lieve sorriso sulle labbra.

La madre del giovane Alpha, era fiera di come suo figlio stava crescendo. Perché Jungkook era bello, forte, muscoloso e con un cuore forse gentile.

"Mamma, io esco! Per pranzo non ci sono... Probabilmente salterò anche la cena. Quindi... ci vediamo domani!" disse la sorella dell'Alpha, tutto con un grande sorriso sul volto, successivamente stampò due baci sulle guance della madre, prima di scappare verso la porta.

Ma la sua fuga venne interrotta, proprio dal fratello, che con uno scatto repentino riuscì ad afferrarle un braccio.

"Per pranzo tu ci sarai e fine della storia. Perciò annulla quella specie di appuntamento che hai dato a quel insignificante Alpha! Non vuoi che papà si arrabbi, vero Mia?" sussurrò alla sua sorellona, l'Alpha con un ghigno fra le labbra.

Alpha&Alpha  -kookvDove le storie prendono vita. Scoprilo ora