Capitolo 8

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«Io proporrei un brindisi: al primo Natale milanese di queste due personcine e un complimento agli chef.» disse Elisa sollevando un calice di vino rosso.
«Allora Elisa. - disse poco dopo Alessandro - Dove andate a capodanno tu e Ali?» l'amica a quella domanda rimase un po' stranita, con tutto il trambusto delle feste Alice si era completamente di dirle del'invito dell'argentino, istintivamente imitò un colpo di tosse che fece intendere all'amica di reggere il gioco.
«Ah sì, andremo in un locale più verso il centro, ma non torneremo tardi tranquillo, poi la controlliamo noi.» disse lei facendo un occhiolino al suo ragazzo che si scoprì essere proprio Skriniar, l'amico di Correa che Alice aveva incontrato al parco.
Il pranzo finì tranquillamente, i due ragazzi portarono i bambini a giocare a pallone fuori lasciando in casa le due amiche che ebbero finalmente l'occasione di parlare di quella famosa sera di capodanno.
«Andiamo a una festa eh?»
«Grazie, ti devo un favore.»
«Per quanto non mi dispiaccia bere e mettere un vestito sexy devi spiegarmi questa storia.»
«Potrebbe ipoteticamente essere che Correa mi abbia invitato a capodanno alla festa con i suoi compagni di squadra.»
«E non lo hai detto ad Ale. Perché?»
«Beh ecco, anche se non tengo a lui così tanto vorrei evitare di tirare su polveroni.»
«E se poi scopre che ci sarà pure lui?»
«Potremmo sempre dire che li abbiamo incontrati lì, i locali in centro a Milano dove dei calciatori possono stare abbastanza tranquilli non sono così tanti. No?»
«Si, siamo solo in centro a Milano, ma tranquilla, Correa casualmente verrà nello stesso locale in cui la tua amica e il suo fidanzato, nonché migliore amico del tuo amichetto, passeranno il capodanno.» ricapitolò tutto in un modo che non poté fare a meno di causare una risata ad Alice.
«È un sì quindi?»
«Perdermi un dramma? Ovvio che no, fatti dire dove e quando che poi ci organizziamo. Invece tu dopo che fai?»
«Il giorno dopo io e Matti andiamo a fare un viaggio, è una nostra tradizione per iniziare l'anno. Poi torniamo dopo l'epifania.»
«Sai, ho sentito che lo chef è in ferie fino a metà gennaio, potresti fare domanda almeno per quel periodo, poi chissà magari piaci e ti tengono...»
«Dici?»
«Ma certo, ho assaggiato i tuoi piatti e ti assicuro che non li giudico da amica: sono pazzeschi.»
«Dai allora ci penso.»
«Facciamo così, qual è il piatto che ti viene meglio?»
«Sicuramente le polpette al sugo, ma non le faccio a nessuno se non a Mattia, sai me l'aveva insegnate a fare nonna, fare quel piatto è consegnare una parte di me a qualcuno.»
«Mhhh, potresti fare un primo, le lasagne di oggi erano perfette.»
«Ok dai, mi hai convinta. Domani sera quando vado al lavoro parlo con il capo.» mentre parlarono di altre cose la porta si aprì e i ragazzi apparvero, Elisa e Milan restarono a casa per un altro paio d'ore e poi andarono via seguiti, poco dopo, da Alessandro e dal figlio.
«Vuole assaggiare altro?» disse il giorno successivo Alice al suo capo.
«Nono, sono veramente ottimi. Il posto per questo breve periodo è tuo, poi dovresti fare domanda almeno per fare l'aiuto chef, penso che tu abbia un grande talento.»
«Grazie, non la deluderò.» concluse il colloquio Alice per poi correre in cucina.
Quella sera fortunatamente non c'erano molte prenotazioni, avrebbe potuto ambientarsi tranquillamente in quella cucina e creare un qualche tipo di rapporto con i suoi nuovi colleghi. L'unico tavolo impegnativo era quello del solito gruppo di calciatori nerazzurri che ormai circa una volta a settimana veniva lì.
Una volta vicini all'orario di chiusura arrivò in cucina Lucrezia, un'altra cameriera del locale, che disse ad Alice di un ragazzo che la stava cercando; la ragazza finì di sistemare le ultime cose, spense la cucina e poi raggiunse la sala.
«Eccoti, stasera non ti avevo visto, pensavo stessi male.»
«E invece sono viva, sono la chef temporanea.»
«Wow, non sapevo fossi brava ai fornelli.»
«Ti sorprendo sempre.» commentò ironicamente la giovane sedendosi al bancone accanto a lui
«Qualche volta potresti farmi provare qualcosa, comunque hai pensato alla mia proposta?»
«Si, va bene.»
«Ci sarai?»
«Già, poi scrivimi tutti i dettagli.»
«Agli ordini chef. -  queste ultime parole fecero ridere la ragazza che non poté fare a meno di arrossire totalmente imbarazzata dalla situazione - Lo so faccio quest'effetto, eppure le altre prima di arrossire fanno qualche verso. - la ragazza lo fulminò con lo sguardo e fece per andarsene finta offesa quando si sentì prendere da un braccio e si ritrovò tra le braccia muscolose e tatuate del calciatore argentino - Dai scherzo, tu non sei come le altre.»
I due passarono qualche istante con la distanza di pochi centimetri l'uno dall'altro quando Alice trovò una scusa per allontanarsi da lui e tornare a casa. Chiuse la porta di casa e si appoggiò con la schiena tirando un sospiro di sollievo, non poteva perdere il controllo.
Aveva sempre saputo tenere ogni fase della sua vita sotto il controllo, aveva imparato a gestire gli impegni, il tempo libero, i rapporti e le emozioni, tuttavia il non conoscere ciò che provava per quel ragazzo la mandava fuori di testa, anzi gliela faceva proprio perdere.
Lei era convinta che perdere la testa per un calciatore fosse pura follia, sempre impegnato, famoso, con mille ragazze intorno e con la voglia di averle. Per lei Correa era la perfetta figura del latin lover, doveva realmente rischiare di mettere a repentaglio tutto per un qualcosa di incerto? La risposta per lei era no.

Rischiare con te || Joaquin CorreaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora