Capitolo 1

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Avete presente quando il giorno prima del concerto della vostra band preferita, riempite il letto di vestiti mentre le casse del vostro computer rischiano di esplodere per quanto ad alto volume ascoltate le loro canzoni? Beh, la mia situazione è esattamente questa. 

Il mio letto singolo è sommerso da magliette a maniche corte della band, top dai colori sgargianti, minigonne, jeans skinny, jeans mom, e chi ne ha più ne metta. La mia indecisione è a dir poco imbarazzante: sono almeno 2 ore che provo outfit di ogni genere e non riesco a scegliere quello che più mi sta bene, il che è totalmente inutile dato anche nessuno di loro mi vedrà mai e, pur volendo, mai si ricorderà di me fra l'infinità di fan che vedono ogni singolo giorno della loro vita. Eppure continuo a provare vestiti che poi dovrò ripiegare e riporre in maniera ordinata nell'armadio, a meno che io non voglia andare al concerto senza qualche ciocca di capelli, regalo della mia cara mamma ossessionata dall'ordine e dalla pulizia. Devo sbrigarmi a scegliere e dare una sistemata a questa camera se non voglio sentirla urlare. 

Dopo ulteriori tentativi e prove davanti allo specchio, mia mamma entra nella camera e noto subito il suo sguardo inorridito. Non faccio nemmeno in tempo a dire qualcosa che richiude la porta della camera, sparendo dietro ad essa. Ops. Cerco di sistemare i bocciati velocemente per eliminare un po' di casino dalla camera, ma sento nuovamente far leva sulla maniglia e, di conseguenza, vedo la porta aprirsi e mia madre fare il suo ingresso in camera. 

Poggia un vestito sul letto -Metti questo e sistema 'sto casino entro cena. Fra poco arriva anche Anna e dobbiamo ancora fare il letto- borbotta scappando dal mio inferno di stanza -E ABBASSA IL VOLUME- aggiunge sbattendosi la porta dietro.

Sbuffo e guardo l'abito sul mio letto. Era un vestitino bianco con volant, in pizzo sangallo. E' molto carino e fresco, lascia le spalle e il petto scoperto, abbraccia in maniera delicata il punto vita facendolo sembrare più stretto, per poi ricadere dolcemente sui fianchi e terminare qualche centimetro al di sotto dei glutei. Decido che mi sta meglio di tutto il resto perciò indosserò questo, sperando di non fargli cambiare colore nella giornata di domani, dato che non è esattamente la scelta migliore un vestito bianco per un concerto dove dovrai stare in fila per almeno 14 ore seduta sull'asfalto, ma decido di rischiare ugualmente. 

Tengo da parte il capo scelto e piego in fretta e furia tutto il resto, ma sento subito il suono del citofono. 

-Merda- è arrivata Anna e io non ho ancora sistemato. 

-ELENAAAA!- mia mamma urla sonoramente il mio nome per farmi capire che la mia amica è arrivata, come se non avessi sentito il citofono. 

-Siiiii mamma, si- borbotto mentre piego l'ennesima maglia. Questa è del tour del 2015, l'avevo comprata dopo che i The Gill si esibirono ad Assago, il mio primo concerto. I The Gill sono una band composta da 3 fratelli: Jason Gill, occhi neri, capelli neri corti, è il più grande e ha 25 anni; Matthew Gill, capelli biondi che gli arrivano alle spalle, occhi celesti, 23 anni; infine, Luke Gill, capelli di un biondo dorato, anche lui un po' ricciolino, occhi glaciali. E' il più piccolo e ha 22 anni. Ho un'ossessione per questo ragazzo, è praticamente un Dio greco. 

Anna spalanca la porta della camera interrompendo i miei film mentali e lancia la sua borsa per terra, poi si dirige verso il mio letto ancora sommerso.

-Ciao Ele mi devi prestare qualcosa perché non ho un cazzo da mettere - afferma mentre ha già tra le mani una minigonna.

-Ciao anche a te- sbuffo ridendo mentre mi butto di peso sulla mia fantastica sedia rossa a rotelle, portando la testa all'indietro e fissando il soffitto rassegnata. 

"Sarà una lunga serata " penso guardando la mia pazza amica che riprende i vestiti che avevo appena piegato e comincia la sua prova outfit. 

Le voglio molto bene, però allo stesso tempo la vorrei ammazzare. E' lenta in tutto mentre io sono sempre isterica e di fretta. Lei prende tutto con calma, io devo sempre pianificare ogni cosa in preda all'ansia. Due opposti praticamente. Ci conosciamo da quando andavamo alle elementari e non ci siamo mai staccate. Abbiamo avuto i nostri momenti no, ma li abbiamo sempre superati perché siamo come sorelle. 

-E' un problema se ci facciamo accompagnare da Simone? Non si fida molto a farmi andare in macchina con Silvia, dice che non è delicata nella guida- chiedo giocherellando con una ciocca di capelli. 

-Ancora ti senti con quello?- domanda Anna con una smorfia sul viso e alzando gli occhi al cielo. 

-E daii- sbuffo perché so già che vuole dire. 

-E' un cesso- afferma mentre con le mani cerca di tirare i lembi della gonna verso il basso.

-Non essere superficiale. E smettila, me la rovini se la tiri così!- la rimprovero lanciandole un cuscino sulla testa. O meglio, cercando di colpirla, ma avendo una mira pessima finisco per tirarla sulla plafoniera. 

-Hai una mira di merda- mi burla quella che dovrebbe essere la mia migliore amica -e comunque non mi sta antipatico, è solo insopportabilmente snob, assillante e opprimente- asserisce sfilandosi la gonna e lanciandola sul letto.

-non bere cocktail ti fa male, non andare a letto tardi o alteri il ciclo del sonno, non mettere quel vestito attillato, è per ragazze poco serie!!- lo canzona imitando la sua voce. 

-Dai Anna, lo fa perché ci tiene a me- cerco di giustificarlo, anche se effettivamente a volte è pesante ed esagerato, ma è un bravo ragazzo. 

-E' uno snob, e gli snob dovrebbero stare con gli snob, fine del discorso- conclude infilandosi un top decisamente scollato, abbinato ad una minigonna con sotto delle calzamaglie a rete. 

-perfetto- esclama guardandosi allo specchio. 

E' davvero bella, ha i capelli corti e sbarazzini di un color rame pazzesco, la pelle chiara come porcellana e le lentiggini su tutto il viso. Il suo corpo è formoso, ma ben rassodato. Unica pecca, se vogliamo definirla così, è una nana da giardino, anche più di me. Io sono alta 1,60 m con un tipico fisico a pera. Che seccatura. Per il resto ho dei lunghi e mossi capelli castani e degli occhi verdi.  

Sistemiamo insieme la camera, cercando di progettare un piano su come cercare di vederli quando arriveranno con i pullman e fantasticando conversazioni con loro.

-Che faresti se uno di loro ti chiedesse di fare sesso?- domanda con fare perverso la mia terribile amica. 

-Anna!- urlo il suo nome -Certo che no! Non andrei mai a letto con uno sconosciuto! E poi sto con Simo- rispondo alla sua domanda.

-Sei una palla, Elena- sbuffa piegando l'ultimo paio di jeans -E se te lo chiedesse Luke?- aggiunge facendomi l'occhiolino mentre chiude l'anta dell'armadio dove ha riposto il jeans piegato.

-NO- sbraito esasperata -ma come ti vengono in mente queste cose?-mi alzo per prendere il telefono e rispondere a Simo.

Simo: Perché non rispondi? 

Io: Scusa, stavamo scegliendo i vestiti per domani e c'era un casino :')

Simo: Mi raccomando, vestiti in modo appropriato

-Come se te non hai mai fantasticato su di lui- allude maliziosa Anna. 

Arrossisco inevitabilmente.

-Touché- 

-Tranquilla, non lo dirò al tuo insopportabile ragazzo, andiamo a mangiare- bisbiglia la mia amica prendendomi il telefono e leggendo il messaggio di Simo -vestiti appropriata- lo canzona -Ma ti pare?- chiede sbalordita trascinandomi fuori dalla stanza. 

Ceniamo e decidiamo di andare a letto presto dato che domani Simo passerà a prenderci per le 6. Anche se il concerto sarà alle 21, abbiamo deciso di andare il prima possibile in modo da essere tra le prime file. Continuiamo a chiacchierare e vedere video su YouTube finché ad entrambe non viene sonno. Mando la buonanotte a Simo e chiudo gli occhi.

Non vedo l'ora di domani.



La ragazza del concertoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora