"今日は皆さん、私の名前はきょうこです。"
("Salve a tutti, il mio nome è Kyoko.")
Quindici anni. Nuova scuola, nuova città, nuovo Paese, nuova lingua. Non è facile. Soprattutto se vieni dall'altra parte del mondo.
Era arrivata un anno fa e in questo anno aveva studiato la nostra lingua, la nostra cultura, persino la nostra cucina; ma non dimenticò mai il suo Paese. Era molto legata alla sua città natale.
"Mi manca Takayama.Io tornerò a Takayama."
I genitori di Kyoko erano delle persone molto espansive. Forse anche troppo.
Kenta e Natsuki Matsumoto. Una coppia invidiata, da chi non la conosceva. Non avevano mai garantito alla figlia una vita fissa, direi che non le avevano mai reso la vita normale. Era costretta a cambiare scuola ogni mese: una volta per il padre, che trovava sempre il modo di fare battibecchi con qualcuno; un'altra per la madre, che faceva scandali su scandali;.. Avevano cambiato tante città, dopo Takayama.
Un mese prima della partenza di Kyoko, furono sorpresi a coprire un malvivente, amico d'infanzia di Kenta, e furono arrestati in breve tempo. Natsuki riuscì, tre giorni prima di essere arrestata, a trovare una sistemazione a Kyoko, non sapendo a chi lasciarla. L'unica famiglia adottiva disponibile era in Italia. Forse quello era stato il gesto d'amore di una madre che non aveva mai pensato prima a sua figlia.
"Ha pensato a me. Non mi ha lasciato in mezzo ad una strada..."
Kyoko il giorno stesso della notizia partì.
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"Kyoko, sabato andiamo a mangiare al giapponese.. vieni anche tu?"
Si era fatta degli amici. Non le sembrava ancora possibile.
Ancora non parlava bene l'italiano, ma lo parlava abbastanza da farsi capire.
"Si, berrò."
Anche la sua famiglia adottiva sembrava essersi affezionata molto a lei.
Era al settimo cielo. Una casa, senza nessuno che si caccia nei guai, una scuola fissa, degli amici, degli affetti. Finalmente era una ragazza libera, non doveva nascondersi da nulla, non doveva vergognarsi di nessun altro scandalo, ormai.