Albe e Luca.

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🛑🛑avvertenza: la storia è su Albe e Luca, a molti può non piacere la ship🛑🛑
ONE-SHOT ALBE E LUCA AMICI 21

13/02/2022

Nunzio entra nella scuola di amici. Fin dal primo momento in cui aveva messo piede nella scuola Nunzio era piaciuto a tutti i compagni tanto da tifare per lui fin dal primo momento. Nunzio però quel 26/09/2021, il giorno della sfida con Mattia, non era entrato nella scuola ed era stato battuto da Mattia. Ora però, che Mattia se n'è dovuto andare per un infortunio, Nunzio ha preso il suo posto nella scuola, rendendo felici alcuni degli allievi per il suo ritorno. La puntata continuò tranquillamente con le esibizioni degli allievi. Al rientro in casetta gli allievi passarono la serata in modo tranquillo, solo qualche giorno sarebbe scoppiato il casino più totale nella famosissima casetta di Amici, dove ragazzi di tutte le età e provenienti da tutta Italia, e a volte anche fuori, realizzano i loro sogni. Infatti dopo solo qualche giorno Nunzio entrò in casetta portando con se mille casini, che avrebbero portato alcuni dei ragazzi a soffrire e a stare male.
S(serena)<<ciaooo Nunzio>>Serena era infatti una delle persone più felici del rientro di Nunzio in casetta. Fin dal primo momento che lo aveva visto Serena ne aveva fatto subito conoscenza. La ragazza appena lo vide gli saltò in braccio stringendolo forte e il ragazzo fu subito pronto a prenderla.
N(Nunzio)<<Serenuccia>>disse poi il ragazzo mentre se la teneva in braccio con la valigia caduta accanto a se e a sua volta stringeva forte la ragazza, provocando un po' di gelosia nel fidanzato della ragazza, e raramente succedeva, poiché il ragazzo non è un tipo possessivo. Geloso sì, ma possessivo no, la sua ragazza era libera di passare il tempo con altri ragazzi, dato anche il fatto che vivevano in una casetta composta per la maggioranza da ragazzi. Il ragazzo infatti, dopo aver salutato il nuovo arrivato, se così si può dire, guardava la scena mentre stava seduto sugli sgabelli della cucina, con a fianco Luca, che gli teneva un braccio sulle spalle, che a sua volta osservava ciò che stava succedendo all'entrata della cucina. La situazione si risolse in poco tempo, quando il ragazzo andò a sistemare le sue cose e Serena tornò dal suo fidanzato, sedendosi in braccio a lui, mentre questo era impegnato a fare conversazione con Luca, facendolo così tranquillizzare. Nunzio, a causa di un trasferimento di stanza, si era ritrovato in camera proprio con Albe e Luca. I due ragazzi erano diventati migliori amici da quando sono entrati nel programma, e si volevano un bene assurdo, quasi improponibile all'essere umano; C'erano sempre uno per l'altro ed erano sempre pronti a rassicurarsi e consolarsi. Il peggio però arrivò nei giorni successivi. Il serale era ormai vicino e tutti si stavano preparando al meglio per poter convincere i propri professori a portarli in quella fase del programma che avrebbe significato già una bella vittoria. Questo però significava passare tanto tempo in sala prove e molto meno tempo in casa con i compagni. Ovviamente però c'era chi si impegnava di più, e quindi passava più tempo in sala, e chi un po' di meno. Serena, per esempio, era una delle prime, e passava letteralmente più tempo in sala che in casa. Ma Albe non la biasimava, sapeva quanto per lei fosse importante arrivare fino alla fine, o comunque quanto più in là possibile, e quindi non criticava questa sua scelta. La ragazza le aveva raccontato quanto per lei fosse speciale essere lì e sapeva che avrebbe dato tutta se stessa pur di arrivare al serale. Il problema di Albe consisteva nel fatto che, in quel poco tempo che la ragazza passava in casa, passava più tempo con altri ragazzi che con lui. E uno di questi "altri ragazzi" era proprio il nuovo arrivato, che non era poi tanto nuovo, Nunzio. Serena infatti preferiva passare più tempo con quest'ultimo che con il proprio fidanzato. La sera per esempio, che è uno dei pochi momenti liberi di entrambi, la ragazza al posto di mettersi sul divano e farsi coccolare dal suo ragazzo, cosa che accadeva ogni sera, preferiva stare nel divano a parlare e ridere, per chissà che cosa, con Nunzio. Albe aveva persino provato ad andare da lei e chiederle se avesse voglia di un po' di coccole, e lei ama le coccole, ma la risposta non fu quella che si aspettava.
S<<amore, facciamo domani, ora vorrei parlare un po' con Nunzio, sai è da tanto tempo che non ci vediamo e sono felice che sia di nuovo qui>>
Il cuore del ragazzo a quella frase perse un battito e per un istante si bloccò, nonostante la ragazza avesse usato un timbro di voce dolcissimo che la faceva sembrare una bimba. Ma forse il problema era il contenuto delle parole e non il timbro di voce. Stava preferendo Nunzio a lui? No, no dai non poteva essere, magari vuole solo farci amicizia. Questo si ripeteva nella testa pur di convincersi che la ragazza non lo stesse trascurando. Aveva poi guardato il ragazzo seduto nel divano insieme a lei e questo gli fece un sorriso, allora Albe, non riuscendo a far del male alla ragazza, e rispettando le sue scelte nonostante queste gli procurassero dolore, disse semplicemente:
A<<ok, non ti preoccupare. Buonanotte>> lo disse provando a non far trasparire nemmeno un briciolo del dolore che passava nel suo cuore, ma riuscendoci solo in parte. Poi, prima di andare in camera, lasciò un bacio tra i ricci biondi della ragazza per poi abbandonare la stanza. Però la verità non è quella che ha detto alla sua ragazza. La verità è che aveva una paura matta di perderla, aveva paura che quel ragazzo gliela portasse via, che gliela sfilasse dalle mani. Aveva paura che un giorno si sarebbe svegliato e la ragazza sarebbe stata tra le braccia di Nunzio, paura che un giorno la ragazza avrebbe baciato Nunzio e non lui. Andò in camera si mise il pigiama e tolse il microfono, poi si buttò nel letto nella speranza di addormentarsi prima che l'altro ragazzo tornasse in camera. In realtà voleva addormentarsi e svegliarsi l'indomani con la consapevolezza che tutto fosse stato al proprio posto, ovvero con la bionda tra le sue braccia. Però non fu poi così facile riuscire ad addormentarsi. Troppo pensieri gli vagavano per la testa e non riusciva a disfarsene, poi a un certo punto la porta si aprì e sperò con tutto se stesso che non fosse Nunzio. Fece finta di dormire chiudendo d'istinto gli occhi e provò ad essere più credibile possibile. Per sua fortuna però non era Nunzio, ma bensì l'altro suo compagno di stanza: Luca. Questo lo capì solo quando sentì la voce del ragazzo.
L<<Albe, so che sei sveglio, ti vedo non sono mica ceco>>e a quel punto, senza aver più niente da nascondere, e anche divertito dall'ultima affermazione del moro, aprì gli occhi. La prima scena che gli si palesò davanti agli occhi fu la figura di Luca che si era seduto accanto a lui.
L<<che è successo?>>
Disse poi il ragazzo, avendo capito, e conoscendo troppo bene il ragazzo sdraiato sul letto, che qualcosa non andasse.
A<<niente>>la risposta di Albe fu questa, ma è inutile dire che Luca non gli credette e portò una mano sulla sua per accarezzarla come per dargli il coraggio di parlare. Luca poi si levò le scarpe e si mise a gambe incrociate sul letto dell'amico, notando che quest'ultimo si ostinava a non parlare.
L<<so perfettamente che non è vero, dai parla>> Albe in quel momento si mise seduto esattamente come l'altro, però con la coperta che gli copriva le gambe. Prese la mano di Luca e iniziò a giocarci, portandolo così leggermente più vicino a lui. Era davvero felice di avere un amico come Luca, sempre pronto ad ascoltarti e aiutarti, a consolarti e spronarti. E in quel momento glielo stava dimostrando, stando lì, su quel letto, con la mano che se ne stava tra le dita dell'amico, senza però dire niente. Albe non solo era felice di avere un amico come lui, ma gli era anche grato. Grato per tutte le volte che lo aveva ascoltato, consolato, aiutato e spronato. Ma soprattutto in quel momento gli era grato di essersi accorto della sua tristezza, di cui nessuno si era accorto. Albe era fatto così, aveva bisogno di sfogarsi quando era triste, voleva parlarne con le persone, però allo stesso tempo non voleva tormentare la gente, quindi se qualcuno si accorgeva del suo stato allora ne parlava, sennò nulla, aspettava che gli passasse, e per velocizzare i tempi cantava. Perciò era grato all'amico, per essersi accorto di lui, che qualcosa in lui non andasse, che qualcosa si fosse rotto.
A<<ho paura che Sere preferisca passare il tempo con Nunzio, invece che con me>>
Disse la verità, alla fine era Luca, il suo migliore amico, non lo aveva mai criticato, e non sarebbe stata ora la prima volta, non in quel momento. Si accorse poi di quello che stava facendo con le mani dell'altro ragazzo, collegando i neuroni che si trovavano nel suo cervello, e poi un po' in imbarazzo le lasciò andare sussurrando un lieve "scusa" che sperava l'amico non avesse sentito, sapeva quanto odiasse quando si scusava. Ma la tesi a favore di Luca era che l'amico si scusasse un po' troppo spesso per cose sbagliate. Ma Luca lo aveva sentito e aveva risposto riposando la sua mano in quella dell'altro, e Albe capì che quello era un segno per dirgli "continua, non mi dà fastidio". Ecco un altro motivo per essergli grato, non lo giudicava mai e gli lasciava fare ciò che voleva. Poi, tornando al discorso originale, Luca parlò.
L<<perché lo pensi?>> Albe sentendo quella voce alzò la testa, che in precedenza era stata puntata verso le loro mani, e guardò l'altro negli occhi. Luca si avvicinò ancora di più e lo guardò negli occhi in attesa di una risposta, che non tardò troppo ad arrivare. Albe prima di rispondere si prese giusto il tempo di ammirare gli occhi castani di Luca e poi, tornato alla realtà, parlò.
A<<perché preferisce passare più tempo con lui che con me, poco fa le volevo fare le coccole, ma lei mi ha detto che se le sarebbe fatta fare un'altra volta, che adesso vuole fare amicizia con Nunzio>> si liberò di tutti i suoi pensieri, si sentiva libero, parlare gli faceva bene, ovviamente quando non poteva cantare. Ma la sua pace interiore durò poco, infatti dal salotto venne un rumore molto forte, data la porta chiusa. Albe in quel momento voleva morire. Il rumore erano le risate di Serena e Nunzio, che a quanto pare si stavano divertendo parecchio. Albe guardò Luca e Luca guardò Albe. Non poteva crederci, stava perdendo ciò che di più bello gli fosse mai capitato, così... senza avere la possibilità di fare nulla. Un altro si stava prendendo la sua ragazza e lui se ne stava chiuso in camera, in pigiama a farsi consolare da un altro ragazzo. Insieme guardarono la porta da dove proveniva il suono e poi si rigirarono uno verso l'altro. Albe mise su una faccia che faceva trasparire la voglia di piangere e anche parole non dette che significavano proprio "vedi? Preferisce lui", al ché Luca gli si fiondò addosso e lo abbracciò. Aveva iniziato a piangere tra le braccia del più piccolo, e doveva ammettere che non era la cosa che più gli riempiva l'orgoglio. Luca poi si sdraiò nel letto con sotto Albe e iniziò a baciargli la guancia mentre sussurrava dei dolci "shh" per provare a tranquillizzarlo. Albe aveva una mano dietro la schiena di Luca, così da poterselo stringere addosso il più possibile, invece Luca aveva un braccio che gli passava dietro le spalle ed era leggermente spostato verso un lato per potergli lasciare dei baci sulla guancia. Dopo un po' parlò.
L<<non pensarci ok? Non può essere così, magari la verità è quella che ti ha detto, ora vieni con me?>>disse alzando la testa e provando a farsi seguire dal grande, ma esso sembrava abbastanza titubante e con lo sguardo provò a fargli capire che gli stava chiedendo dove volesse andare, ovviamente in giro per la casetta. Allora Luca, che captò il suo sguardo, gli rispose alzandosi da sopra di lui.
L<<andiamo nelle scalinate oppure nel divano>>e allora Albe sgranò gli occhi, non voleva per niente andare in posti vicini a quella che dovrebbe essere la sua ragazza, per sentirla ridere, con un altro per giunta, non esisteva era fuori discussione. E così rispose subito al ragazzo.
A<<no, non voglio andare dove lei si sta divertendo con un altro, poi in queste condizioni. No è fuori discussione>> Luca invece si stupì nel sentire dire quelle parole uscire dalla bocca del grande. Che voleva dire in queste condizioni? Non voleva che la sua ragazza lo vedesse dopo un pianto, oppure in pigiama? Così non esitò a chiedere. E si Luca di tutto il discorso era riuscito a captare solo quello.
L<<perché cos'hai che non va?>>chiese subito alzandosi definitivamente dal letto e portando l'altro alla posizione in cui era messo precedentemente, ovvero seduto a gambe incrociate coperte dalla coperta. Albe allora rispose alla domanda posta.
A<<non va il fatto che sarebbe troppo evidente il fatto che ci sono stato male per lei, vai tu io rimango qui>>
Disse dunque Albe per rispondere all'amico e Luca quasi tirò un sospiro di sollievo perché per fortuna non era quello che pensava lui. E perciò non poteva biasimarlo, effettivamente non era proprio il migliore dei modi farsi vedere debole. Però non aveva intenzione di lasciarlo lì da solo, per questo motivo si girò verso l'armadio e si sfilò la maglietta lasciando un po' destabilizzato Albe.
A<<che stai facendo?>> Luca rispose subito senza esitazione, non avrebbe accettato repliche, che sapeva sarebbero arrivate, e avrebbero dormito insieme.
L<<mi metto il pigiama, non ti lascio qui da solo, dormiamo, anche se sono a mala pena le 9 e mezzo>> disse anche facendo intuire all'altro a che orario stesse andando a letto. Poi bloccò sul nascere le proteste di Albe ribadendo ciò che aveva detto prima. In pochi minuti fu cambiato, pronto per dormire. Si sdraiò nel letto a fianco ad Albe e si mise sopra le coperte. Albe stava per domandare non capendo ciò che Luca stesse facendo, ma Luca lo bloccò di nuovo, rispondendo alla domanda che già si aspettava e che fosse abbastanza scontata.
L<<si dormo qui, ora rilassati>> disse poi per infilare una mano nei suoi capelli facendogli i grattini. Albe si girò e si avvicinò di più a lui, tanto da abbracciarlo.
Si addormentò in pochissimo tempo con le braccia attorno al busto di Luca e le sue mani, di Luca, nei suoi capelli, mentre lo accarezzava. Luca lo guardava, mentre già dormiva e sorrideva, era così carino da guardare. Non capiva come Serena potesse preferire Nunzio a lui. Davvero non lo capiva. Albe è un ragazzo dolce, comprensivo e sempre pronto ad aiutarti e ascoltarti, la amava davvero e lei lo stava trascurando per stare con Nunzio, a quel punto Luca iniziò a pensare che, se davvero non lo amasse più, non se lo meritava. Non meritava un ragazzo che per lei farebbe di tutto, non si merita un ragazzo che la tratti così bene, quando poi lei lo lascia per stare con un altro. Lasciò un ultimo bacio sulla guancia ad Albe e poi si addormentò mentre gli faceva i grattini. Il mattino dopo entrambi si svegliarono con il suono della sveglia di Albe. Il primo a svegliarsi fu proprio lui, questo perché Luca aveva sempre bisogno di 5 minuti in più prima di tornare al mondo reale e alzarsi dal letto. Appena aprii gli occhi Albe notò la posizione in cui erano messi lui e Luca, infatti non si erano mossi di un centimetro, Luca aveva solo abbassato il braccio, che ora se ne stava lungo il fianco di Albe, ma per il resto non si erano mossi, oppure se lo avevano fatto si erano mossi insieme, Albe stava ancora abbracciato a Luca. Poi girò lo sguardo e vide Nunzio nel suo letto che dormiva. Tornò con lo sguardo su Luca e decise di alzarsi, lasciando prima un bacio nei capelli a Luca, come per ringraziarlo di essere stato con lui durante la notte. Si alzò e iniziò a camminare verso la cucina, dicendosi che avrebbe chiamato dopo l'altro, nel frattempo pensava. Non aveva mai dormito in quella posizione con qualcuno, nemmeno con Serena, non che ne avesse mai avuto opportunità di farlo, ma con Luca si. Iniziò a chiedersi se tutto quello era strano o era normale. Era normale dormire in quel modo con il proprio migliore amico? Si, doveva esserlo per forza, altrimenti non lo avrebbero fatto, no? Si si era così per forza. Con quei pensieri in testa arrivò in cucina, dove vi erano già Serena e Carola. Diede il buongiorno alle ragazze, però voleva comunque verificare la situazione con Serena, infatti non le diede il solito bacio mattutino ritenendo che, se lo amava veramente, glielo avrebbe dato lei. Ma così non fu e la ragazza riprese a parlare con Carola. Non capiva cosa avesse fatto di male per meritarsi ciò che la ragazza gli stava facendo, ci rimase male a notare come la ragazza lo stava evitando ma non lo diede a vedere e andò a prendere del succo nel frigo e prendere poi qualche merendina nel mobile situato in cucina. Mentre si versava il succo sentì una presenza dietro di lui, e sperò con tutto il cuore fosse la sua ragazza, ma non era così, era Luca. Luca si era svegliato e non aveva più visto il ragazzo che prima giaceva nel letto accanto a lui, notò solo Nunzio che si muoveva nel suo di letto, segno che si stava svegliando anche lui. Decise di andare in cucina, dopo che aveva notato la porta del bagno aperta, deducendo quindi che lì non vi fosse il ragazzo, sapendo di trovarlo lì, magari a fare colazione. Arrivò in cucina e vide il ragazzo prendere delle merendine dalla dispensa, poi lo vide girarsi per versarsi il succo, notò inoltre che la sua ragazza era lì, ma che non lo stava calcolando, allora decise che doveva farle capire la situazione e quindi per una specie di vendetta nei confronti dell'amico decise di avvicinarsi a lui e abbracciarlo da dietro. Albe si girò a guardarlo e sorrise portando una mano indietro per potergli scompigliare leggermente i capelli; poi Luca gli lasciò un bacio sul collo e parlò.
L<<buongiorno>> disse per farsi sentire anche dalle ragazze che erano accanto a loro, e ci riuscì, infatti entrambe le ragazze si girarono nella loro direzione, ma Luca non si girò a guardarle rimase con lo sguardo puntato verso Albe, e gli lasciò un bacio sul collo, per farlo vedere alla ragazza che non sembrò avere reazioni. Allora il biondino gli rispose, avendo capito più o meno cosa l'altro avesse intenzione di fare, assecondandolo.
A<<buongiorno, vuoi del succo?>> Anche Luca aveva capito che il ragazzo lo stesse assecondando. Chiese Albe con un sorriso enorme sul volto. Sorriso che Luca non si sapeva spiegare, ok che stavano mettendo in scena qualcosa per provare a far ingelosire Serena, ma sembrava eccessivo tutta quella gioia. Allora si chiese: sta fingendo per far ingelosire Serena? Oppure è un sorriso vero? Non gli importava saperlo, almeno non al momento, iniziò a lasciargli una lunga serie di bacini sul collo, rispondendo alla sua domanda con un "mh mh" di assenso. Albe si girò verso il mobile dove si trovavano i bicchieri e, con ancora Luca attaccato, prese un bicchiere e ci versò il succo. Poi lo porse a Luca, si misero nel tavolo e mangiarono. Dopo poco arrivò anche Nunzio che non esitò ad andare da Serena lasciando Albe un po' spiazzato ma allo stesso tempo deluso dal fatto che ciò che pensava e di cui aveva timore stava accadendo, Serena stava preferendo un altro a lui. Luca notò il malumore di Albe e decise di porre fine a questa agonia che giaceva nel cuore dell'altro. Prese i bicchieri e li sciacquò nel lavandino per poi metterli nella lavastoviglie. Poi buttò le carte delle merendine e infine prese l'amico, che se ne stava a guardare quella scena patetica, a parer di Luca, in cui la propria ragazza stava con un altro, senza però avere le forze per obbiettare e andare a parlare con la ragazza, per il braccio e lo trascinò in camera per cambiarsi e andare a lezione il prima possibile, così da dimenticarsi per un po' quello che succedeva in casetta. In camera Albe era ancora scioccato e non parlava perciò ci pensò Luca.
L<<vestiti, non ci pensare>> e Albe così fece, sì vestì e, mentre aspettava che l'altro finisse a sua volta, si mise seduto nel letto, immobile mentre ancora pensava a ciò che era successo. La SUA ragazza non lo aveva considerato per tutta la mattinata in cui stava facendo colazione, e poi magicamente quando era arrivato Nunzio si faceva fare i grattini da lui ed era diventata la più loquace si tutta la casetta. La stava ufficialmente perdendo, e non aveva idea di come riprendersela. Forse non poteva, magari lei si stava innamorando e lui non avrebbe più potuto fare niente, magari il destino aveva previsto questo per lui. Luca notò lo sguardo perso di Albe e giurò di poter sentire tutte le sue paranoie farsi lago nella sua mente, così, capendo subito il perché stesse così, gli andò vicino e lo abbracciò. In silenzio, ma si sa, il silenzio vale più di mille parole. Albe non esitò nemmeno un secondo e, sentendo il peso dell'amico addosso, si fiondò nelle sue braccia e ci rimase il tempo necessario perché Luca si accorgesse che doveva andare a lezione e che si sarebbero visti dopo. Così Luca abbandonò il letto e andò a lezione, lasciando Albe da solo in un improvviso freddo. Freddo che lo aveva pervaso quando Luca si era staccato dal suo abbraccio. Prima stava bene, a livello di temperatura, invece improvvisamente la schiena gli si ricoprì di brividi di freddo, eppure la finestra era chiusa. Decise di andare in sala leggermente prima e che avrebbe aspettato lì la vocal coach. Passò il più tempo possibile in sala, chiedendo addirittura una sala per poter provare da solo dopo la lezione. La produzione non aveva detto nulla e, credendo che il ragazzo tenesse particolarmente al brano, gli diedero una sala libera. Aveva letteralmente passato un'intera giornata in sala prove, tornando a casa solo per pranzo. Ma la realtà era che Albe non aveva il coraggio di tornare a casa e vedere come una delle poche persone a cui teneva davvero preferiva un altro. Non ne aveva le forze, non ne aveva voglia e non ne aveva il coraggio, avrebbe solo voluto dormire in sala per non tornare a casa, ma sapeva benissimo che questo non fosse possibile, ma prima di pensarci decise che si sarebbe goduto ogni momento in sala, non pensando a niente e liberando la mente. Ma mentre Albe se ne stava in sala a provare, in casetta qualcuno aveva un pensiero costante che aveva un nome ed era proprio quello di Albe: Luca. Luca aveva passato la giornata a chiedersi dove fosse finito l'altro. Aveva già intuito che l'altro volesse passare più tempo in sala per non dover tornare a casa, ma si stava preoccupando per l'amico e così, arrivata una certa ora in cui l'amico non avesse ancora fatto ritorno in casetta, decise di provare a chiedere ai suoi amici se lo avessero visto, e se mai avesse avuto risposta negativa, allora lo sarebbe andato a cercare in sala. Decise di chiedere per prima proprio a quella che dovrebbe essere la fidanzata del ragazzo, che "stranamente" se ne stava sul divano insieme a Nunzio, quel ragazzo che stava iniziando ad odiare, ma non perché gli avesse fatto qualcosa di brutto, ma per il semplice fatto che stava facendo soffrire il suo amico, e questa cosa a Luca dava un sacco fastidio.
L<<Sere>> si fermò solo per attirare l'attenzione della ragazza, che infatti si girò subito sentendo il suo nome.
L<<hai visto Albe?>> Chiese molto veloce, così da non dover stare troppo tempo a guardare quella scena che lo disgustava parecchio. Serena se ne stava con la testa sul petto di Nunzio, il quale stava con la mano tra i suoi capelli, mentre le parlava di qualcosa di cui non gli interessava sapere, ma che la ragazza ascoltava molto interessata, non al momento, non quando non trovava l'amico da una giornata. All'udire quel nome la ragazza sembrò quasi sbuffare, come se non le importasse o forse non voleva che fosse Luca a prendersi cura del ragazzo? Non era importante ora, l'importante era trovare Albe, quella era la prima missione di Luca, poi avrebbe pensato al resto.
S<<no, non l'ho visto, l'ultima volta è stata stamattina>> disse quasi scocciata, non si preoccupò neanche del perché il piccolo glielo stava chiedendo. Con Luca era sempre stata amica, ma da quando era arrivato Nunzio sembrava non avesse più bisogno di nessuno, sembrava che Nunzio le facesse da migliore amico, migliore amica, fidanzato, amico, confidente, tutto. Decise di andare in cucina e chiedere agli altri sperando gli dicessero che era in qualche parte della casa a cui non aveva fatto tanto caso. In cucina trovò Alex insieme a Luigi intenti a preparare la cena per tutti i ragazzi della casetta.
L<<ragazzi avete visto Albe?>> I due si guardarono come per parlare tra di loro, ma senza effettivamente dirsi niente, parlavano con gli occhi, senza bisogno di usare le parole, poi tornarono con lo sguardo, un po' preoccupato, su Luca e gli fecero cenno con la testa. No, non lo avevano visto, nemmeno quella mattina, forse perché si erano svegliati più tardi rispetto al solito. Allora Luca prese la sua decisione, prese il suo giubbotto e la mascherina, lo sarebbe andato a cercare. Ma appena si avvicinò all'appendiabiti e vi estrasse il giubbotto, Alex iniziò a parlare, avendo qualcosa da ridire a quel suo comportamento.
A<<che stai facendo?>> Disse in preda all'agitazione che Luca potesse fare qualche cavolata, e si girò verso Luigi preoccupato e cercando conforto nei suoi occhi, sicurezza che l'altro non avrebbe fatto una cavolata. Di risposta quello posò il mestolo che teneva tra le mani e gli si avvicinò e gli mise le braccia intorno al busto, per abbracciarlo, rassicurandolo leggermente, poi Luca rispose infilandosi il giubbotto e girandosi verso i due ragazzi.
L<<lo vado a cercare, è da stamattina che non si fa vivo in casa e io sono preoccupato>> fu davanti alla porta di ingresso della cucina quando Alex riprese a parlare con un tono agitato e preoccupato di quello che sarebbe potuto accadere al giovane, da solo verso gli studi.
A<<Lu... capisco che gli vuoi bene e sei preoccupato ma non mi sembra una buona idea andare fino agli studi da solo. Tranquillo torna>>guardò l'orologio per vedere che ore fossero, sporgendosi leggermente dalle braccia dell'altro che se ne stava in silenzio, come se l'unico suo compito fosse quello di tranquillizzare Alex. Dopo aver constatato l'orario continuò a parlare.
A<<sono le sette e quaranta, tra cinque minuti gli studi chiudono e la redazione gli dirà di tornare in casetta, aspettalo, ti prego>> Alex provava in qualsiasi modo a fermare il ragazzo, ma Luca non voleva sentire ragioni, non vedeva da stamattina il suo amico e la preoccupazione era alle stelle, lo sarebbe andato a cercare fine della discussione. Non rispose neanche ad Alex e si incamminò verso l'uscita della casetta, ma proprio mentre stava uscendo una mano gli bloccò il polso, Alex. Capiva che fosse preoccupato per lui, però se gli voleva bene doveva lasciarlo andare da Albe, per il bene di tutti. Ma a differenza di quello che si aspettava, il ragazzo lo abbracciò senza parlare, ma al suo posto lo fece Luigi, che fino a quel momento non aveva spiccicato parola, quasi indifferente, ma in realtà non lo era, era agitato anche lui ma non lo dava a vedere.
L<<stai attento Lu>> disse semplicemente e poi Alex slegò l'abbraccio lasciandolo andare con un cenno della testa, e Luca gli fu molto grato di ciò. Uscì dalla porta lasciando indietro Alex che si tuffava nelle braccia di Luigi per farsi consolare.
Albe se ne stava a provare una cover, senza prestare attenzione all'orario, quando Luca entrò in sala senza fare rumore. Ascoltò la cover, nell'attesa che il ragazzo finisse, e rimase incantato dalle barre stupende che aveva scritto. Appena finì gli si buttò addosso in un abbraccio che fece sobbalzare Albe, e che buttò entrambi a terra. Albe era ancora sotto shock non aveva avuto neanche il tempo di capire chi fosse che si era ritrovato a terra, ma, anche non avendo ancora capito chi fosse, mise una mano sulla schiena di Luca, capendo che fosse lui una volta a terra, lo aveva capito dal profumo e quando poté vederlo confermò ciò che stava pensando. Luca invece si trovava con una mano sotto la testa di Albe, per proteggerlo dalla botta, che sapeva che altrimenti gli avrebbe spaccato la testa. Poi Albe, una volta realizzato ciò che stava succedendo, parlò.
A<<ma sei pazzo? Perché tutto ciò?>>chiese come se il suo amico fosse diventato pazzo tutto ad un tratto, ma Albe non era a conoscenza della preoccupazione del piccolo,per questo gli sembrò pazzo. Luca, allora, iniziò a spiegargli il perché delle sue azioni un po' pazze e avventate.
L<<è da stamattina che sei sparito, mi hai fatto preoccupare un sacco, pensavo ti fosse successo qualcosa. Qui il pazzo sei tu, non farlo mai più mi hai fatto preoccupare>> disse tutto d'un fiato, rivelando le sue preoccupazioni. Si accucciò leggermente al corpo dell'altro per eliminare dalla sua mente gli scenari in cui Albe stava incosciente da solo in una sala. Mosse anche un po' la testa come se questo potesse aiutarlo nell'eliminare quelle immagini che gli facevano anche un po' paura. Poi sentì il corpo invaso dalla risata dell'altro. Stava ridendo di lui? No, stava ridendo per quanto fosse tenero. Si era preoccupato per lui, anche se sapeva perfettamente che in sala non gli sarebbe mai potuto succedere nulla di grave. Poi Albe mise una mano nei suoi capelli, così da rassicurarlo, poi parlò con ancora il sorriso in faccia.
A<<scemo, cosa mi può succedere in sala? Comunque grazie per essere venuto. Sai... prima ti pensavo>>
Non avevano voglia di alzarsi dal pavimento, sembrava di stare nel letto. Certo un po' più ruvido e meno comodo, ma comunque gli dava quella sensazione. A Luca poi si fermò un battito quando realizzò ciò che aveva appena detto Albe. Lo aveva pensato? Quando? Come? Dove? Perché? Il suo cuore accelerò e aveva paura che Albe sotto di lui lo potesse sentire e fargli delle domande a cui neanche lui avrebbe saputo rispondere. Senza pensare troppo decise di domandare e provare a capire.
L<<ah si? E quando?>> Aveva un tono molto sicuro di sé, come se il cuore non gli stesse scoppiando nell'apprendere quella notizia, come se volesse mantenere la sua identità da finto duro, anche se poco fa aveva avuto paura per l'altro. Ma comunque Albe gli rispose senza difficoltà, come se fosse una cosa normale pensare ad un amico mentre canti una canzone, come se lo facesse tutti i giorni e quindi essersi rassegnato all'idea che gli veniva spontaneo pensarlo mentre cantava.
A<<prima mentre facevo la cover, prima che mi buttassi a terra>>quella cover? Quella stessa cover che aveva sentito prima di buttarsi addosso a lui. Sorrise e non disse nulla, facendo intuire ad Albe che forse aveva sentito mentre cantava. Stettero qualche secondo ancora in quella stramba posizione e poi Luca si alzò porgendo la mano ad Albe che la prese e si alzò a sua volta.
Andarono in casetta mano nella mano, per paura di perdersi negli studi, anche se non era possibile e anche se nessuno dei due si sarebbe mai allontanato dall'altro. Erano passati più o meno dieci minuti da quando Luca era uscito di casa e Alex si stava preoccupando, sapeva che lasciarlo andare non avrebbe portato nulla di buono, bastava aspettare 5 minuti e Albe sarebbe tornato da solo, ma dopo dieci minuti né Albe, né Luca erano tornati. Girava per la cucina e il salotto in ansia mentre aspettava che i due facessero rientro, possibilmente insieme, a casa. Luigi gli si avvicinò e lo abbracciò.
L<<va tutto bene tornano, tranquillo>> e proprio quando finì la frase i due ragazzi aprirono la porta di casa ed entrarono, Alex gli si fiondò addosso. Dopo aver parlato di quanto avessero fatto preoccupare Alex si misero a mangiare, dato che gli altri avevano già finito, mentre Alex e Luigi se ne stavano sul divano ad osservarli, mentre Alex si riprendeva dal suo mezzo infarto, poggiando la testa sulla spalla di Luigi mentre Luigi giocava con i suoi capelli.
A<<tutto ok?>>chiese Albe a Luca notando come fissava il piatto mentre lo mangiava molto lentamente, passando più tempo a giocare con la forchetta che a mangiare.
L<<sì>>gli disse Luca portando la forchetta alla bocca e mangiando, ma Albe lo sapeva che non era così, lo sapeva che gli stava mentendo, lo sapeva che gli stava dicendo una bugia solo per non farlo preoccupare, ma lui voleva sapere cosa passava per la testa di quel piccolo esserino molto carino e puccioso che aveva davanti. La verità era che Luca sapeva di dover dire ad Albe una cosa, ma non ne aveva il coraggio. Come avrebbe potuto dire al suo migliore amico che la sua ragazza dieci minuti prima se ne stava sdraiata sulle gambe di un altro quando lui non si era fatto vivo tutta la giornata e lei non aveva avuto la minima preoccupazione per lui? come faceva a dirgli che quest'altro era Nunzio? Come faceva? Come faceva sapendo quanto il ragazzo la amasse?, eppure doveva, non poteva tenerglielo nascosto, non a lui. Ci ripensò mentre stava mangiando, e questa cosa gli chiuse completamente lo stomaco. Aveva paura che il ragazzo se la prendesse con lui, per non si sa quale motivo, ma ne aveva paura. Quando l'altro gli chiese se fosse tutto ok capì che forse il suo comportamento fosse troppo evidente e decise di provare a sviare riprendendo a mangiare e accompagnare il tutto con un sì. Ci avrebbe pensato dopo a cosa dire ad Albe. Ma era ovvio che Albe non ci credesse alla sua risposta, lo conosceva troppo bene e sapeva quando mentiva, così continuò a parlare.
A<<non è vero, che hai?>>Luca non voleva davvero pensarci in quel momento, non voleva rovinare tutto, se lo avesse dovuto fare lo avrebbe fatto dopo.
L<<davvero niente>>disse nel vano tentativo di convincerlo. Albe mise una mano sopra la sua e con gli occhi gli chiese se fosse davvero così, e allora anche lui rispose senza parlare, abbassando leggermente la testa e poi alzandola un paio di volte, per far capire che... sì, andava tutto bene. Ripresero a mangiare con ancora le mani attaccate, che Luca unì definitivamente abbassando poi lo sguardo sul suo piatto, per paura che l'altro giudicasse questo suo gesto, ma Albe non lo fece, lo guardò e sorrise per quanto lo trovasse dolce, soprattutto quando si imbarazzava. Le guance gli diventavano rosse, e non poteva nasconderlo, perché lui era molto bianco di carnagione, quindi appena arrossiva si notava subito. Gli strinse un po' di più la mano, per fargli capire che non gli dava fastidio, perché nonostante non avesse parlato sentiva l'aura negativa delle sue paranoie, facendolo imbarazzare ancora di più. Dopo cena andarono in camera e si prepararono per passare la serata in compagnia degli altri, nel divano o nelle scalinate. Notando chi ci fosse sul divano decisero di andare nelle gradinate, dove c'erano già altre persone. Si misero seduti uno sopra all'altro, ovvero Luca seduto a gambe incrociate e Albe seduto sopra, e iniziarono a guardare cosa trasmetteva lo schermo. Albe poggiò la testa sulla spalla di Luca e riuscì a vederlo per un attimo, gli sorrise, non stava pensando, non stava pensando a nulla e ciò lo rendeva felice. Avrebbe dovuto pensare a mille cose, le cover, le esibizioni, la puntata, la conquista della maglia, la sua ragazza... ma non lo stava facendo, riusciva a concentrarsi solo su Luca, era l'unica cosa che riusciva a pensare, ed era anche l'unico pensiero che lo rendeva davvero felice.
L<<che c'è?>>gli chiese Luca che lo aveva "beccato" mentre lo guardava. Glielo chiese sorridendo, forse per qualcosa che avevano detto alla TV. Albe gli rispose con il sorriso, anche perché vederlo felice lo faceva stare bene. Gli mimò un "niente" con le labbra. Luca gli credette. Gli credette per il fatto che gli si leggeva negli occhi. Gli si leggeva negli occhi che era vero, che stesse bene e che non stesse pensando a niente. Era felice di vederlo così. Spensierato, senza preoccupazioni, anche se a meno di dieci metri di distanza c'era la sua più grande preoccupazione. Gli lasciò un bacio tra i capelli e riprese a guardare il film che stavano trasmettendo, ma a cui Albe non stava prestando minimamente attenzione. Dopo un po', sotto richiesta di Albe, a cui però Luca non aveva esitato ad accontentare, erano andati a dormire. Albe era stanco, aveva passato tutta la giornata a provare ed era stato pure buttato per terra, quindi stanco era un aggettivo superfluo, che non descriveva a fondo quanto desiderasse dormire. Era talmente stanco che appena mise la testa nel cuscino si era addormentato. E non era detto tanto per dire, era vero. Aveva avuto il tempo di dare la buonanotte a Luca e si era addormentato. Luca invece, che non era stanco come l'amico, passò un po' di tempo a coccolarlo e a giocare con i suoi capelli, stringendoli fra le dita.
L<<notte bimbo>> glielo aveva detto quando era già consapevole del fatto che stesse dormendo, così da non poterlo sentire. Non voleva farsi sentire in primis perché l'avrebbe preso in giro per il fatto che in realtà tra i due il più piccolo era proprio lui, e in secondo luogo perché si imbarazzava. Ok erano amici, ma forse si comportavano in modo un po' strano. Vabbè non ci avrebbe penato ora e torno a coccolarlo. Dopo poco fece il suo ingresso in camera Nunzio il quale si avvicinò al proprio armadio e si mise il pigiama. A vederlo Luca strinse di più a sè il corpo di Albe, come per istinto protettivo, tipo quello dei genitori, soprattutto le mamme.
Ma Nunzio non era un tipo che si vanta di ciò che ottiene, e sapeva quanto male facesse ad Albe quella situazione, alla fine non è colpa sua, è la ragazza ad essere una traditrice, anche se lui lo sa che lei è fidanzata. Non disse nulla nonostante Luca fosse sveglio e avrebbe potuto dire ciò che voleva, si mise a letto e li guardò un attimo, poi si mise a dormire, e dopo poco si addormentò anche Luca.
Durante la notte Albe si svegliò, sentendosi leggermente male. Senza fare rumore si alzò dal letto, dove Luca stava dormendo, e si diresse verso il bagno, stando sempre attento a non svegliare Luca e Nunzio. Una volta in bagno si guardò allo specchio, notando che fosse un po' pallido, e poi si diresse verso il water accucciandosi accanto e iniziando a vomitare. Stava malissimo, gli faceva malissimo la pancia, non riusciva a tenere gli occhi aperti, la testa gli girava e aveva delle fitte dolorose. Gli tremavano le mani, ma per non pensarci le stringeva forte la struttura del water, e probabilmente se si fosse alzato gli sarebbero tremate anche le gambe. Poi sentì la porta aprirsi, e sperò fosse Luca, che si sarebbe preso cura di lui, anche senza fare niente. Sapeva che se fosse stato Luca si sarebbe sentito meglio alla sola vista del ragazzo. Non aveva le forze per girarsi, e solo quando il ragazzo gli fu vicino capì che non era Luca, era Nunzio. Nunzio era stato svegliato dalla leggera luce che proveniva dal bagno e dal rumore che ne fuoriusciva da questo. Si guardò intorno, vide Luca dormire tranquillo nel letto. Letto in cui ricordava dormisse anche Albe. Si girò dall'altro lato e vide il letto di Albe ancora intatto, senza lenzuola fuori posto, e allora dedusse di ricordare bene. Albe e Luca avevano dormito nello stesso letto, ma ora in quel letto c'era solo Luca e ciò voleva dire che in bagno poteva esserci solo Albe. Si alzò e andò a vedere in bagno, la scena che gli si parò davanti lo fece rimanere congelato sul posto. Albe seduto davanti al water mentre vomitava. Si avvicinò e si fece vedere dal ragazzo, aveva un colorito pallido, si stava leggermente preoccupando. Perché il ragazzo stava così? Cosa stava succedendo? Cosa doveva fare? Sussurrò ad Albe, come per fargli capire la sua presenza, per paura di svegliare Luca e per paura che un tono troppo alto di voce, avrebbe fatto male al grande. In fondo non sapeva che cosa avesse, magari un tono alto gli avrebbe provocato un gran mal di testa.
N<<Albe...? Che succede?>> Nunzio poi si avvicinò di più ad Albe e gli mise una mano sulla spalla per assicurarsi che fosse tutto ok, ma non era tutto ok. Guardò la mano di Nunzio poggiata sulla sua spalla e Nunzio la ritrasse senza proferire parola, si era sentito un po' a disagio. Albe scosse la testa, non voleva che Nunzio si preoccupasse, e quel cenno faceva intendere che non era niente, che sarebbe passato, ma Nunzio, non aveva intenzione di lasciarlo lì da solo, mentre si sentiva male, e così riprese a parlare, nella speranza di fargli dimenticare per un attimo tutto, ma non ci riuscì. Albe non aveva le forze per parlare, ed era anche abbastanza deluso. Si aspettava Luca, si aspettava che fosse Luca a chiedergli come stava, ad abbracciarlo, non Nunzio. Nunzio capì di non servire a molto in quella situazione e così fece la cosa più giusta che potesse fare, si alzò e decise che avrebbe chiamato Luca. Ma non perché non voleva stare appresso ad Albe, ma perché sapeva che Albe necessitasse di Luca. Lo aveva capito, da due giorni dormivano insieme, la sera Luca lo era andato a cercare per gli studi, passavano tanto tempo insieme, insomma sapeva chi fosse più legato ad Albe e lui non ne faceva parte, ma Luca si.
A<<d-dove v-vai?>> Gli chiese poi Albe, vedendo che si alzava. Nunzio si girò verso di lui e gli lasciò uno sguardo che faceva intendere che sarebbe andato tutto bene, poi senza proferire parola, lasciò il ragazzo indietro e andò a chiamare Luca. Arrivato davanti al letto di Luca lo mosse un po', il giusto per far aprire lentamente gli occhi al ragazzo e farlo tornare nel mondo umano. Non parlò subito, sapeva fosse impossibile capire subito da appena svegli, aspettò che Luca gli chiese cosa fosse successo, che iniziò a spiegargli la situazione, e il perché l'avesse chiamato. Luca si alzò dal letto e si diresse verso il bagno, dove trovò Albe seduto vicino al water con una mano poggiata sulla fronte, probabilmente per il mal di testa, e il viso pallido. A Luca venne da piangere a vedere quella scena, gli spezzava il cuore vedere il suo migliore amico ridotto in quelle condizioni. Non se lo meritava e vederlo così gli faceva male.
Gli si avvicinò piano piano e gli si mise accanto, Albe girò leggermente la testa per vedere se fosse Nunzio, ma finalmente era chi voleva vedere accanto a se. La persona che aveva desiderato vedere fino a quel momento era lì. Luca lo abbracciò, e Albe ricambiò l'abbraccio stringendolo debolmente. Non aveva le forze per stringerlo come faceva sempre. Nunzio li guardò dallo stipite della porta per qualche minuto, poi decise di lasciarli soli socchiudendo la porta del bagno e tornando a dormire. I due si girarono un attimo per vedere Nunzio andarsene e poi tornarono a guardarsi.
L<<Che succede?>>
A<<non lo so... mi sono svegliato con un dolore assurdo alla pancia, la testa mi fa male e mi gira>> Luca lo abbracciò più forte, istinto di protezione, sperava che così facesse tutto meno male, ma non era così, Albe il dolore lo sentiva ancora, ma non ci stava più facendo caso, anche se Luca non lo sapeva questo. Si stava concentrando sulle braccia di Luca. Gli stringevano il petto, lo tenevano stretto a sé, proprio dove voleva stare, ma non solo ora, sempre, aveva trovato il suo posto nel mondo, ed era tra quelle braccia. Lo realizzò lì, sul momento, voleva restare tutta la vita tra quelle braccia. Ma forse la malattia gli stava portando strani pensieri alla mente, ci avrebbe pensato dopo, a mente lucida. Poi continuò a parlare, nonostante gli stava portando via le, già poche, forze che aveva.
A<<non mi lasciare, ti prego, resta con me...sempre. Abbracciami, smetto di pensare e non sento più il dolore, ti prego Luca... fallo...>>era stata una delle confessioni più assurde fatte finora. Non gli importava delle conseguenze, si era aperto, aveva aperto il proprio cuore sapendo di starlo consegnando alla persona giusta. Se ne sarebbe preso cura esattamente come se fosse suo, anzi anche di più. Aveva detto la verità, era tutto verità, era tutto reale, ogni singola emozione era vera. Tutto ciò che provava era vero, ma di quello ne avrebbero parlato un altra volta, a mente lucida e soprattutto quando entrambi ne avrebbero avuto le forze. Luca rimase un po' interdetto dalle parole di Albe, ma nonostante tutto lo abbracciò, non lo avrebbe mai lasciato solo, non lo avrebbe neanche mai pensato, lui ci sarebbe stato sempre, come una mamma, un fratello, un amico, qualsiasi cosa.
L<<andiamo nel letto, ti va?>>disse mentre ancora se lo stringeva tra le braccia, esattamente come chiesto da lui. Albe annuì leggermente, e, aiutato da Luca, si alzò. Tirò lo sciacquone e andarono a letto. Si rimisero nella stessa posizione in cui si erano addormentati. Luca gli raccomandò di svegliarlo se avesse avuto bisogno, anche per la cosa più stupida. Prima di addormentarsi stettero qualche minuto a guardarsi e poi si abbracciarono per dormire tranquilli e felici. Al mattino erano ancora abbracciati e i loro visi erano a mezzo centimetro di distanza, se uno dei due avesse aperto bocca si sarebbero scontrati. Albe si sentì avvampare nel notare la vicinanza che c'era tra i due corpi. Ma forse stava ancora un po' male. Forse. Nascose il viso nel collo dell'altro e dopo un po' si alzarono.

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