Mattia e Christian 2/2

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Al mattino il primo a svegliarsi fu Christian che, ancora stordito dal sonno si alzò lentamente mettendosi seduto nel letto. Girò la testa vedendo Mattia dormire come un cucciolo affianco a lui. Era stra tenero, almeno questo era quello che pensava Christian, che non riusciva a levargli gli occhi di dosso attratto da quei capelli biondi sparsi sul cuscino e da quel visino da bimbo. Christian aveva ancora gli occhi assonnati e i capelli ribelli. Lo guardò ancora qualche istante e poi si alzò. Andò in cucina a fare colazione e poi in bagno per lavarsi. Tornò in camera e ancora Mattia dormiva, decise di non disturbarlo e di mettersi accanto a lui per poterlo coccolare. Mentre lo coccolava gli venne in mente che forse era arrivato il momento di dirglielo ciò che provava. Era arrivato il momento di dirgli che non lo riusciva più a vedere solo come un amico, doveva dirgli che era geloso di lui, doveva dirgli che non voleva vederlo con nessun altro ragazzo o ragazza al fianco che non fosse lui. Sapeva di doverglielo dire, ma la paura sovrastava ogni cosa. La paura è una brutta bestia. Ti blocca e non ti lascia andare facilmente. Ti intrappola e per lasciarti le devi promettere che non parlerai. La paura ti fa stare zitta lasciando poi il posto al dolore, che ti lacera dentro. Perché vorresti solo liberarti ma sai che per mandarla via devi parlare per poi far tornare la paura. Un circolo di emozioni che si ripetono ma che non ti lasciano mai libero. Ma Christian aveva deciso che non si sarebbe fatto abbattere ed era intenzionato a confessare.
Quando lo aveva deciso? Beh… in quel momento. Non ne poteva più si nascondere i suoi sentimenti, non ne poteva più di fingere che per lui fosse solo un fratello. Ma avrebbe trovato il momento giusto per farlo e di certo non era quello. Venne risvegliato dai suoi pensieri proprio dal biondino che gli stava di fianco. Mattia si era infatti svegliato e si era girato verso la sua direzione.
C<<buongiorno principino>> disse accarezzandogli I capelli e dandogli un bacino sulla guancia. Ma la risposta di Mattia non fu a parole.
M<<mhhh…>> disse schiacciandosi contro il corpo del moro, che si divertiva a vederlo così assonnato, e respirando il suo profumo anche di prima mattina.
C<<ci vogliamo alzare?>> Mattia scuoté leggermente il capo sul suo petto.
C<<dai, ti preparo la colazione. Vuoi fare la pappa?>> Lo trattava come un bambino, e Mattia questa cosa non sapeva come interpretarla. Non sapeva se offendersi perché lo trattava come un bambino oppure apprezzarlo perché gli dava tutte le attenzioni che desiderava. In ogni caso la pappa era la cosa più importante, quindi tralasciando il resto decise di dire di sì, e così mentre Christian gli andava a preparare la colazione, lui andò in bagno per lavarsi e cambiarsi, decise di mettersi anche il suo profumo. Sapeva che il grande se ne sarebbe accorto e preparò già la scusa. Gli avrebbe detto che gli piaceva la fragranza, ma la verità era che gli ricordava lui e così anche quando sarebbe stato a casa senza di lui almeno avrebbe potuto sentirne l'odore. Subito dopo si diresse in cucina a mangiare la buonissima colazione che Christian gli aveva preparato. Mangiava mentre quest'ultimo lo fissava seduto su una sedia. E poi, come previsto, si accorse del profumo nella stanza.
C<<ti sei di nuovo messo il mio profumo?>>
M<<lo sai che mi piace la fragranza>> ma Christian non cadeva più in questa trappola, sapeva che era una bugia. Sapeva che in realtà Mattia si metteva il suo profumo perché gli ricordava lui. Ma faceva sempre finta di credergli mentre dentro rideva a più non posso mentre ascoltava il piccolo parlare. Che poi l'aveva detta così tante volte che ormai aveva imparato a mentire benissimo su questa cosa.
C<<so perfettamente che non è vero. Lo metti perché ti ricorda me>>Mattia nel sentire quelle parole quasi si strozzò con il latte e cereali che stava mangiando, provocando ancora di più una risata nel povero Christian che non capiva perché gli mentisse.
M<<ma sei scemo?>>
C<<smettila di mentirmi ti ho sgamato>> ma mentre lo diceva non riusciva a stare serio e sorrideva.
M<<tu ti sei bevuto il cervello al posto del caffè stamattina>>
Continuava a smentire ma la sua faccia lo tradiva e quelle guance che diventano rosse ancora di più.
C<<se mi sono bevuto il cervello allora come mai stai diventando tutto rosso?>>
Mattia abbassò lo sguardo e continuò a bere il latte poi rispose.
M<<il latte… mi sta facendo venire caldo>>Christian non riuscì più a trattenersi e scoppiò a ridere ma decise di smettere la sua tortura e così si alzò e, dopo avergli dato un bacio tra i capelli, si diresse in camera ancora ridendo. Mattia non sapeva se avrebbe trovato il coraggio di tornare in camera dopo tutto ciò. Come era possibile che l'avesse scoperto? Aveva imparato a leggere nel pensiero? Impossibile. Glielo aveva detto? Non ne aveva il coraggio. L'aveva detto a qualcuno che poteva riferirglielo? Non gli sembrava. Allora lo aveva capito da solo. Era stato troppo evidente forse. Mannaggia doveva stare più attento. Aveva ormai finito colazione, ma la voglia di guardarlo in faccia dopo quello che era successo non ne aveva e si era pure messo a lavare la ciotola del latte pur di ritardare quel momento quanto più possibile. Ma ad anticiparlo fu proprio Christian che, dopo aver aspettato Mattia in camera per dieci minuti, aveva fatto il suo ingresso in cucina.
C<<che stai facendo?>>
M<<sto pulendo la ciotola>> disse con fare ovvio mentre la riposava nel posto in cui sapeva ci fossero le altre ciotole.
C<<ma tu non sei normale>> rispose tirandolo per un braccio e portandolo in camera sua. Quando arrivarono lo lasciò e lo tirò sul letto.
M<<mi spieghi cosa ho fatto di male?>>
Christian lo guardò con fare a metà tra il divertito e lo scioccato.
C<<da quando gli ospiti puliscono?>>
M<<ma quale ospite, tra poco vivo qua, e poi non mi pare di aver fatto chissà che cosa>>
Christian lasciò cadere il discorso e si buttò sul letto a fianco a lui, girandosi e iniziando a giocare con i suoi capelli.
Passarono così un po' di tempo finché Christian non riprese parola.
C<<perché ti sei vestito?>>
M<<prima o poi me ne devo andare>>
C<<sì ma perché così presto? Devi rimanere un altro po'>>
Mattia rise poi continuò a parlare con un tono un po' scioccato.
M<<devo? Non "posso"?>>
Christian rispose con un flebile "no, devi". Mattia sorrise e iniziò anche lui a giocare con i capelli dell'altro. Stettero così per un po' e poi Christian lo abbracciò sussurrando.
C<<non te ne andare, poi mi manchi e io piango>> Mattia rise per le scemenze che stava dicendo, sapeva che non era serio anche se il tono faceva pensare di si.
M<<dai smettila cretino>>
C<<sono serio piccolo, poi mi manchi>>
Mattia gli lasciò un tenero bacio sulla guancia, anche perché era l'unica parte del viso che si poteva intravedere, e lo strinse più forte anche lui.
Passarono così almeno mezz'ora fin quando non si staccarono e decisero che era ora per Mattia di tornare a casa. Ma Christian non ne voleva sapere di lasciarlo andare e lo seguì come una cozza fino alla porta dove ci vollero quindici minuti per convincerlo a lasciare andare il povero Mattia. Ma comunque non ci riuscì e alla fine decisero che sarebbe andato a casa con lui. Si incamminarono verso la casa del piccolo e quando furono giunti a destinazione si fiondarono nella camera di Mattia.
M<<praticamente passiamo da una casa all'altra>> Christian non rispose e di mise nel letto per continuare quella fase di coccole che avevano iniziato prima a casa del grande. Arrivarono all'ora di pranzo che ancora stavano nel letto a fare il nulla. Avevano praticamente sprecato una mattinata a fare il nulla, però loro erano contenti così. Durante il pranzo a Christian venne in mente un'idea per poter finalmente confessare i suoi sentimenti. È bizzarro come un piatto di pasta possa far venire in mente certe idee, però a lui la pasta lo aveva ispirato.
Al mare.
Lo avrebbe portato al mare.
Era un'idea geniale: lo avrebbe portato lì, avrebbe creato l'atmosfera giusta e poi avrebbe iniziato a parlare. Sì, era decisamente il piano giusto.
Dopo il pranzo rientrarono in camera decisi a rilassarsi un po'. E così fu, si misero in camera a rilassarsi addormentandosi pure. Christian impostò una sveglia così da non rimanere a poltrire non avendo più il tempo di preparare l'ambiente dove avrebbe portato Mattia. Dopo aver impostato la sveglia si mise nel letto di fianco a Mattia, già dormiente, e si addormentò mentre giocava con i suoi capelli. Appena la sveglia suonò Christian si alzò con un po' di fatica stordito dal sonno. Controllò che Mattia stesse ancora dormendo e appena ne fu certo si alzò dal letto per andare in bagno a lavarsi la faccia. Scrisse poi un biglietto e lo lasciò sul comodino vicino al letto di Mattia, sicuro che lo avrebbe letto. Aveva sempre lasciato lì i biglietti e l'altro li aveva sempre letti quindi era sicurissimo lo avrebbe letto.

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