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*Il capitolo è numerato "1" perché è il primo della seconda parte della storia.

*Il capitolo è numerato "1" perché è il primo della seconda parte della storia

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Due ore.
Sono passate due ore dalla fine dei festeggiamenti.

Due ore da quando sono qui, nella stanza dell'hotel messa a disposizione dalla produzione, a cercare di prendere sonno e dormire.
Non mi dovrebbe risultare difficile, anzi, sarei dovuto essere così esausto al punto di crollare appena toccato il letto e invece no.
E tutto questo per Marta.

È da quando l'ho vista lì, alla festa, che non vedo l'ora di passare anche solo cinque minuti con lei, solo con lei intendo.

Appena chiudo gli occhi la vedo lì, nello studio, venirmi incontro ed abbracciarmi, ripenso al calore di quel contatto -durato anche fin troppo poco- , alla consistenza del suo corpo contro il mio, al modo in cui è lasciata cullare dalle mie braccia, come in quel momento se non desiderasse altro.
Mi sono limitato a stringerla, con la paura di compiere una qualsiasi mossa che la spingesse ad allontanarsi e a mettere le distanze tra di noi.

È stato uno dei pochi momenti in cui ho potuto stare con lei, per il resto sono stato letteralmente sballottato da una parte all'altra, con gente che si complimentava da ogni parte e i suoi occhi addosso a fissarmi da lontano.

Mi rigiro nel letto alla ricerca di una posizione comoda ma non la trovo e con uno sbuffo mi alzo passandomi una mano sul viso.

Voglio andare da lei, ogni parte di me desidera andarci ma sto cercando di non farlo, di trattenermi e di lasciarle il suo spazio, dopotutto è il minimo che posso fare, è già tanto se mi ha perdonato.
Sapere che però solo un piano di scale ci divide non è d'aiuto.

Appena sento il cellulare emettere il classico suono di quando arriva un messaggio è quasi un sollievo.
So che è lei, non saprei dire bene il perché ma lo so ancora prima di prenderlo e di leggere ciò che ha scritto.

«Posso venire nella tua stanza o stai dormendo?»

Cristo non ha ancora capito che per me può fare tutto ciò che le pare, l'importante è che rimanga e non se ne vada, per il resto è libera di fare quel che vuole.

Possiede ogni parte di me, come fa a non accorgersene?

«Ti aspetto»

Qualche minuto dopo sento un leggero "Ale" provenire da fuori la stanza seguito da dei piccoli colpi.

Mi alzo e vado ad aprirle, è in pigiama, i capelli legati, il volto completamente struccato e ai miei occhi è più bella che mai.

Con la grazia che ha sempre avuto, mi supera e va a sedersi a gambe incrociate sul letto mentre io richiudo la porta a chiave.

"Come mai sveglia quest'ora?" domando sedendomi affianco a lei.

Le lentiggini, che fino a poche ore fa erano quasi totalmente coperte dal trucco ora riempiono completamente le sue guance dandole un'area un po' più infantile, che si enfatizza quando sorride facendo comparire una piccola fossetta sulla guancia destra.

Semplicemente accade / Alex WyseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora