ROYAI DAY 2022 SPECIAL

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"Neve, a giugno?". Sì lo so, è assolutamente fuori stagione; questa fic doveva essere pubblicata a fine gennaio, ma poi tante situazioni si sono sommate e ho deciso di tenerla per il RoyAi day.
Come solito, sottolineo che le mie fanfiction RoyAi sono tutte basate sull'anime 2003, ma in linea generale i personaggi sono sempre quelli.


Roy guardava annoiato fuori dal finestrino del treno: la nevicata che li aveva accompagnati sin dall'inizio di quel viaggio non accennava a diminuire, anzi. Poteva capire anche senza guardare l'ora che era ormai calata la sera, perché anche la pochissima luce che prima filtrava tra le nubi cariche di fiocchi era svanita. Attraverso il vetro intravedeva solo la neve vorticare nel buio della sera. Estrasse l'orologio da tasca, ancora un paio d'ore e sarebbero arrivati a New Optain, dove un'altra caserma di provincia li avrebbe ospitati per la notte, prima di ripartire la mattina seguente alla volta dell'agognata East City. Ancora non capiva perché era stato affidato a lui quell'inutile, dal suo punto di vista, sopralluogo in una delle principali fabbriche d'armi che rifornivano l'esercito di Amestris e che, ancor più inspiegabilmente, si trovava in una piccola cittadina tra i monti al confine tra il territorio di competenza di East e quello di North City. Certo immaginava che per Grumman fosse importante di tanto in tanto ribadire che quei territori e ciò che producevano erano sotto il suo diretto controllo, ma fra tutti perché mandare proprio lui!?
La cosa che proprio non riusciva a spiegarsi però era come lei facesse a restare seduta composta a leggere da ore quel suo maledetto libro, in quella carrozza deserta che diveniva di minuto in minuto sempre più fredda. Come faceva a non essersi ancora stancata? Lui aveva lasciato il romanzo che aveva comprato appositamente per quel viaggio almeno una decina di stazioni prima! La fissò corrucciato, come ormai faceva a intervalli di dieci minuti, da che aveva rinunciato alla lettura. Anche questa volta lei non dette segno di accorgersi di nulla. Raggiunto il limite della sopportazione la chiamò:
-Riza...-
Nessuna reazione. Incrociò le braccia contrariato prima di riprovare.
-Riza, mi puoi concedere un attimo della tua attenzione? - chiese in tono sarcastico. Lei non alzò gli occhi, ma lentamente e platealmente sistemò il polsino della sua divisa e poi il colletto.
A Roy ci volle un attimo prima di intuire il significato di quei gesti, poi roteò gli occhi e sospirò. Testarda e irreprensibile! Ma l'avrebbe costretta a rinunciare alla sua cocciutaggine! La fissò con intensità, sapeva che lei non poteva reggere il peso del suo sguardo, ne era certo, in fondo da che aveva fatto il suo nome ancora non aveva voltato pagina, e lei non era così lenta a leggere. Sicuramente avrebbe ceduto presto.
Ebbe appena il tempo di formulare quel pensiero che la carta frusciò tra le dita della donna.
Un altro sospiro, questa volta rassegnato.
-Tenente-
-Sì, Colonnello? - rispose quasi atona, chiudendo il libro e alzando lentamente gli occhi su di lui. Roy fece una smorfia contrariata: vinceva sempre lei.
-Perché non siedi qui accanto a me? - Gli rispose uno sguardo gelido. Trasse un nuovo esasperato sospiro prima di riprendere:
-Dicevo... fa sempre più freddo in questo treno, se si sedesse qui accanto a me potremmo trarne conforto entrambi. -
-Non serve fare la poesia, Colonnello. - Fredda quasi quanto il clima fuori dai finestrini.
-La risposta è comunque no. Trovo che questo posto sia confortevole a sufficienza. Se ha freddo può mettersi il soprabito, Colonnello. - concluse lei riaprendo il suo romanzo intenzionata a porre fine alla conversazione.
-Ma Tenente, questo vagone è deserto! Che problemi potrebbero esserci? Sospetto che l'intero treno sia deserto! Solo dei pazzi viaggerebbero con questo tempo. Dei pazzi e noi. -
Lei alzò nuovamente lo sguardo, ma non c'era segno di cedimento in quegli occhi.
-Non mi convincerà, Colonnello. -
-Tenente, lo sa che potrei ordinarle di fare quel che dico? - Provò a provocarla.
-Non mi risulta che il posto su cui sedere in treno rientri tra le materie su cui le devo obbedienza-
-Ma Tenente...- ricominciò a recriminare, non riuscendo però a finire la frase perché una improvvisa e brusca frenata lo interruppe. Il contraccolpo fu tanto forte e inaspettato che Hawkeye perse l'equilibro e venne spinta in avanti, proprio tra le braccia di Mustang che la prese al volo.
L'alchimista si riprese velocemente dalla sorpresa e sfruttò l'occasione per stringere la donna a sé, trascinandola sulle proprie ginocchia.
-Ah-ah. Questo è un segno del destino. - le disse con soddisfazione.
-Colonnello! - alzò la voce allarmata. -Mi lasci! Lei nemmeno ci crede al destino! -
-Potrei iniziare a crederci ora- le lanciò un sorrisetto di sfida, a cui rispose però una mano in faccia con cui Riza si liberò dalla morsa dell'uomo.
-Ahi! Mi hai fatto male! - si lamentò con un grugnito.
-Se l'è cercata, Colonnello.- la calma era tornata nella donna che in piedi davanti a lui si stava diligentemente sistemando la divisa.
Roy si appoggiò pesantemente al bracciolo del sedile, borbottando tra sé, quando lei riprese stupita.
-Siamo fermi?!-
Lui diede un'occhiata fuori dal finestrino, per notare come lei che il paesaggio appena distinguibile non si muoveva come avrebbe dovuto, e anche il rumore delle ruote del treno che correvano sulle rotaie si era zittito.
-A quanto pare. - Rispose poi avvicinandosi al vetro per cercare di guardare oltre il buio e la fitta nevicata.
Riza riprese immediatamente il controllo della situazione.
-Vado a chiedere al capotreno cosa sta succedendo. - e così dicendo si avviò lungo lo scomparto, ma un attimo dopo la porta opposta si aprì e il ferroviere si presentò davanti a loro.
Si tolse il cappello rivolgendosi a Roy che stava ancora seduto leggermente scomposto sul suo sedile.
-Ehm... Colonnello, mi duole informarla che siamo fermi. - disse mentre martoriava il povero copricapo, senza mai alzare il volto verso il militare. -Lo abbiamo notato. - rispose, ma fu Riza a continuare: -Sì può sapere per quale motivo, capotreno?-
L'uomo alzò rapidamente lo sguardo sulla donna, per poi riabbassarlo velocemente e tornare a rivolgersi, quanto meno nelle intenzioni, al suo superiore.
-Si è ghiacciato uno scambio, non c'è modo di continuare se non si muove. -
-E quanto tempo ci vorrà per sghiacciarlo? - domandò ancora il Tenente. Era una strana conversazione, il capotreno che guardava il capello tra le sue mani, con il corpo voltato verso Roy e Riza in piedi accanto a lui che gli faceva le domande.
-Se saremo fortunati e il tempo migliorerà forse domani mattina si potrà continuare. - rispose con quello che era poco più di un sussurro. Da parte sua invece Roy alzò molto la voce: - Domani mattina?! Vuole dirmi che dovremo passare tutta la notte su questo treno gelido?!-
L'esternazione gli costò un'occhiataccia dalla sua sottoposta, ma non poteva certo biasimarlo. O Riza poteva?
-Ecco...- provò a ricominciare il capotreno, mormorando -in realtà il macchinista sta provando a farci arretrare alla stazione precedente. -
-Che sarebbe?- domandò allora Roy, spingendosi verso l'uomo che parlava a voce sempre più bassa.
-Layova. È una località termale abbastanza nota, ci sono sicuramente degli hotel che potranno ospitarvi per la notte. -
Mustang si concesse un attimo per valutare la situazione, prima di riprendere: -Va bene allora, quanto ci vorrà per la manovra?-
-Una mezz'ora al massimo, signore.- disse il ferroviere con la voce finalmente tornata ad un volume normale, poi salutò velocemente e si diresse verso la testa del treno. I due lo seguirono con lo sguardo fino a che non sparì nell'interstizio tra le due carrozze.
-Non credo sia il caso di andare in hotel. - disse poi Hawkeye, mettendosi nuovamente a sedere.
-Perché no?! Dormiremo finalmente in un letto decente! Sarà probabilmente meglio di quanto ci avrebbe aspettato a New Optain, e sicuramente meglio di quello che abbiamo sopportato ad Antalya! - Ricordava con disgusto le misere stanzette in cui era stato costretto a dormire le ultime tre notti.
-Come è tragico, Colonnello. Non erano poi così scomode. -
-Abbiamo dovuto dormire su assi di legno con un materasso di cinque centimetri Tenente! Sempre se quella cosa si potesse chiamare materasso.- ribatté secco.
-Non può pretendere che una caserma piccola e distaccata come quella di Antalya abbia stanze di lusso per i suoi visitatori.- continuò imperterrita Riza.
-Non pretendo, dico solo che avendo l'occasione di dormire in un albergo preferisco coglierla.-
-L'economato potrebbe non essere d'accordo con lei. - tagliò corto la sua sottoposta. Sul viso di Mustang si formò una smorfia insoddisfatta. L'economato era guidato dal Colonnello Thrift, un uomo anziano che faceva del suo lavoro la sua missione. Era incaricato della gestione economica dell'East Headquarter da almeno quindici anni, da che Grumman era il responsabile, e da allora East City non aveva mai avuto problemi di fondi. Mustang aveva presto scoperto il perché: Thrift era un taccagno di prima categoria e con l'appoggio del Generale riusciva a imporre la sua visione del mondo a tutta la base. Ogni spesa superflua, o che fosse considerata tale, era bandita. Conoscendo il vecchio pure l'hotel in una notte gelida come quella era da considerarsi un inutile esborso.
Improvvisamente l'espressione di Riza si addolcì: -Si tranquillizzi Colonnello, non la farò dormire su questo treno. -
-Ci mancherebbe! A meno che non desideri ritrovarsi domani mattina con un ghiacciolo al mio posto! - rispose acido.
Lei non gli diede corda: -Andremo nella caserma, se ce n'è una, o al posto di guardia e chiederemo se hanno un alloggio dove ospitarci.-
-Evviva, letto di legno mi mancavi già! - commentò mettendo il broncio. Lei lo fissò contrariata, ma poi scosse la testa in segno di rinuncia e tornò al suo libro mentre il treno iniziava a muoversi all'indietro.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 12, 2022 ⏰

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