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la mia odiosa sveglia mi rimbomba nell'orecchio, costringendomi ad alzarmi. Segnava le 5:30 alle 6:30 dovremmo essere in aeroporto quindi mi alzai e andai subito a farmi un doccia fresca per rinfrescarmi le idee.
Appena ebbi finito andai a prendere i vestiti che avevo scelto il pomeriggio precendente e li indossai

scesi in salotto e vidi già papà e armi portare gli scatoloni e le valigie nel furgone che avevamo noleggiato.
Dopo una mezz'oretta tra spostare scatoloni e caricarli nel furgone, riuscimmo finalmente a partire.

Dopo quelle che sembrarono ore infinite arrivammo nella casa al mare di papà, era come la ricordavo, bianca e grigia, da piccola dicevo che assomigliava ad un castello delle principesse. Entrammo in casa e iniziammo a sistemare tutte le cose e in poche ore finimmo cenammo e poi io e mio fratello decidemmo di andare a fare un giro in spiaggia, perché di solito 8 giugno c'è sempre una festa in spiaggia.

Andammo entrambi a cambiar i io misi un vestito

invece mio fratello si vesto con dei cargo bianchi con delle croci sparse qua e là una maglia dello stesso colore del mio vestito, le mie stesse scarpe e una felpa con la cerniera nera

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invece mio fratello si vesto con dei cargo bianchi con delle croci sparse qua e là una maglia dello stesso colore del mio vestito, le mie stesse scarpe e una felpa con la cerniera nera.

salutammo papà e ci avviammo verso la spiaggia dove tutti gli anni si teneva la festa, appena arrivati come avevamo immaginato c'erano già molte persone tra cui i nostri vecchi amici che non ci notarono e probabilmente se ci notassero non ci riconoscerebbero, "vuoi qualcosa da bere?" mi chiese Armi e io risposi annuendo, lui si avviò al tavolo delle bevande e io lo aspettavo finché qualcuno non mi venne addosso e per poco non caddi "sta più attento, cazzo!" dissi in modo scontroso contro il ragazzo che mi era appena venuto addosso, facendo girare quasi tutti  verso di noi, guardai bene il ragazzo davanti a me era davvero bello, riccio con degli occhi color cioccolato, "scusa" disse il ragazzo "tranquillo ma la prossima volta sta più attento" dissi io finché vidi armi tornare con due bicchieri in mano "grazie" dissi quando mi passò il bicchiere " comunque mi chiamo Sam, ci becchiamo in giro" disse e se ne andò, ma io nonostante il ragazzo se ne fosse andato sentivo ancora gli occhi di qualcuno bruciarmi addosso mi guardai in torno e vidi con mia grande sfortuna che i miei vecchi migliori amici  tra cui i fratelli Fisher ci stavano fissando "dici che ci hanno riconosciuto?" chiesi a mio fratello "penso proprio di sì ky" infatti poco dopo i ragazzi si avvicinarono a noi "ciao" disse uno dei Fisher "ci conosciamo per caso" disse una ragazza con i dred "perché mi sembra di avervi già visto" io decisi di rispondere " kylie e Armando Perez" presentai sia me che mio fratello e la loro faccia era al quanto scioccatta, dopo un quarto d'ora a fissarvi senza dire niente se ne andarono e così anche noi che appena arrivati a casa ci diedimo la buonanotte e ci addormentammo ogniuno nella propria camera.

J. Fisher Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora