«Trenta chiamate, è assurdo, se Jessy crede che le risponderò è proprio fuori strada.» Batto lo sportello dell'armadietto, Harp se ne sta con la testa poggiata su quello adiacente a fissarmi. «Cosa c'è?»
Sospira. «Ragazza, hai un serio bisogno di divertirti»
Cosa c'entra? «Non è questo il punto, la situazione è...»
«Irreparabile, catastrofica e traumatica al punto tale da non poterti più fidare degli altri? Sì, lo hai già ripetuto un milione di volte.» Abbozza un sorriso, non sono sicura sia divertita da me quanto annoiata.
«Ti sto riempendo dei miei problemi, sono una lagna.»«Non è così, però dovresti distrarti da tutto questo.»
«Tu credi?» Perché odiare sia Jessy che Klaus mi sembrava un ottimo modo per non sentire niente e metabolizzare il tutto. Anche se... a cosa serve? Non tornerò indietro e date le circostanze non potranno neanche loro. «Sì, devo necessariamente superare questo rancore e liberarmene.»Solleva le testa e raddrizza la schiena. «Sì, penso lo stesso, perché adoro starti a sentire ma parli di lei da due settimane. Devi deciderti a reagire.» La campanella suona, lei schiocca la lingua sui denti. «Che seccatura... ho fisica.»
«E io ho l'ora libera. Il prof di filosofia si è assentato all'ultimo, pare abbia avuto un'emergenza.»
«Va bene, vorrei restare ma devo proprio sbrigarmi, a dopo.»
«A dopo.»
La vedo andare via, sfila davanti a Jordy Williams agitando la coda di cavallo. Tira dritto senza degnarlo di uno sguardo, invece lui la squadra e anche troppo a fondo.Mi volto nella direzione opposta, sobbalzo.
«Ahi!» Qualcosa mi afferra per i gomiti.
Strizzo forte le ciglia, il libro mi cade dalle mani. Apro gli occhi di colpo, il romanzo è spiaccicato sul pavimento con plichi di volantini tenuti da fascette di plastica.
«Stai bene? Non volevo venirti addosso, non so dove avessi la testa...» Mi lascia, compie un passo indietro per chinarsi sulle ginocchia e raccogliere alla svelta i suoi fogli. «Per fortuna non si sono rovinati», farfuglia tra sé.
Mi abbasso piano, massaggio la fronte appena battuta sul suo petto e lo studio bene; capelli neri, le punte ondulate gli toccano il collo, ha un'insolita aria da intellettuale; come se non fosse uguale a tutti i ragazzi moderni, ma venisse da una realtà fatta di bellezza e arte perduta. Ordina quei malloppi di carta con una mano, mentre con l'altra tira su gli occhiali da vista.Porto Orgoglio e Pregiudizio al petto, continuando a fissarlo. È inopportuno, certo, ma inevitabile.
«Sei quella nuova, giusto? Seguiamo matematica e storia insieme.» Si tira su e allunga il braccio, ben disteso verso di me. «Sono Christian Davis.»
La sua mano olivastra mi aspetta, ha una leggera spolverata di peluria, il viso ben rasato. I nostri palmi si incontrano, il suo è caldo mentre il mio è sudato.
Imbarazzante.
«Rory Ackerman», soffio piano, concentrata nell'intenso marrone delle sue iridi pagliuzzate.Gratta la gola, sfuggente e un po' impacciato. «Ti piace leggere, vedo...» Sfila un volantino dai plichi e me lo consegna. «Se hai voglia, vieni al club di lettura. Lo inauguriamo in biblioteca dopo la scuola, be'... non preoccuparti se hai altro da fare... mi ha fatto piacere conoscerti, Aurora.»
Si allontana svelto, nella stessa direzione di Harper. È così dolce, educato, si è perfino scusato anche se non avrebbe dovuto. Magari fossero tutti così.«Piacere di conoscerti...»
Rabbrividisco. La sua vice fastidiosa urtica sulla pelle. Detesto questo vizio che ha di sorprendere alle spalle.
«Si chiama educazione, Allen.»
Uno sbuffo simile a un grugnito mi sfugge tra i denti.
«Ti unisci ai topi da biblioteca, Minneapolis?» sogghigna velenoso.
Viene di fronte a me, un braccio poggiato sul mio armadietto, il sorriso sgarbato e velenoso mostra dei canini perlacei.
«Sei tornato dalla terra dei "puniti a vita"?»
«Sì, stronzetta, scherza pure. Mio padre mi ha dato una strigliata per colpa tua, perché sei una piccola spiona e hai raccontato a mia sorella che mi hai trovato nel tuo giardino.» Questo tono grave non mi piace, anzi, tutto di lui mi irrita profondamente.
«Ah, davvero?» Stendo il mio braccio all'altezza della sua spalla. «Sei soltanto un idiota, Henry, e ti prendi le conseguenze delle tue azioni. Ben ti sta.» Non mi sei mancato affatto. «Levi verrà a prenderti anche oggi per recluderti o sei stato scagionato?»
STAI LEGGENDO
HURT (DISPONIBILE SU AMAZON)
RomanceQuesta storia è stata ridotta a un'anteprima. La versione integrale arriverà prestissimo su Amazon. Henry Allen e Rory Ackerman hanno dieci anni quando si vedono per l'ultima volta. Otto anni dopo, a causa del divorzio dei genitori, Rory torna a Cov...