5 - IL FALÒ

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La via di casa non è mai stata così trafficata di passanti, pur essendo una fredda sera di fine gennaio.
Mi piacerebbe che Harp fosse con me, chissà se questi falò sono davvero divertenti come dicevano a Minneapolis. Non mi convince l'aura misteriosa di certi posti, soprattutto se isolati, e poi quanti siamo? Oddio, spero abbastanza, mia madre è già così sospettosa... "Se bevono troppo, chiamami. Non ti ubriacare, non accettare droga, cibo, gelatine alcoliche e caramelle..."

Le sue preoccupazioni mi risuonano in mente a ogni passo, sul marciapiede avorio antistante alla villa degli Allen, all'inizio del bosco. È carino qui, forse un po' più isolato ma la zona boschiva è quella più selvatica e suggestiva. Qualcuno ha creato un percorso con dei piccoli lampioni solari, dev'essere stata Charlotte, e ha fatto bene perché almeno so dove andare. C'è anche la leggera eco di una musica pop, in effetti sono in ritardo di mezz'ora, ma dubito che lo noteranno.

Calco il sentiero, la terra umida cede sotto agli stivali e mi stringo tra le braccia. Il cappotto è pesante, eppure sento il freddo passarmi fin sotto al maglione e ai pantaloni. Sollevo lo sguardo, la luce della luna filtra tra gli alberi selvatici di alto fusto, evidenzia un reticolo di rami intrecciati. Il bagliore del fuoco è sempre più intenso, alcuni fanno così chiasso da farsi sentire a metri di distanza. Velocizzo il passo, giurerei di sentirne altri intorno e le luci artificiali non sono abbastanza forti per vedere meglio.

Raggiungo il falò, gli invitati sono sparpagliati a svolgere attività diverse. Alcuni seduti per terra a bruciare marshmallow, altri a chiacchierare; un piccolo gruppo tiene dalle gambe una ragazza per farle ingurgitare alcol. Le ripetono in coro di bere e lei si impegna a seguire il loro desiderio.
Mi piacerebbe salutare Charlotte ed Elena, se solo le vedessi.

Cammino lentamente tra i presenti, incrocio lo sguardo con dei conoscenti, perlopiù estranei, e abbozzo un sorriso.
Santo cielo, che ci faccio qui? Non dovevo venire, Io non sono Harper, non ho fascino né sono abile a farmi dei nuovi amici.
Però amo la natura e proprio a una decina di metri da me si espande un'enorme macchia scura. Che meraviglia, sono sicura sia il lago, ed è sempre stato a pochi passi da casa mia.
Mi avvicino di più per guardarlo, è così buio e nero da attirare e far spavento; una tavola piatta e silenziosa di oscurità.
Dietro di me percepisco dei passi, mi volto di scatto a sinistra ma a parte i festaioli intorno al fuoco non c'è nessuno.

«Sei solitaria, Minneapolis?» Sobbalzo, mi sposto dal posto, il demone incantatore se ne sta alla mia destra con le mani ficcate nei pantaloni. «Non sai quanto mi diverta spaventarti», sogghigna. «Mi piace come ti si accendono gli occhi.»
Sul serio? Questa catastrofe umana deve incombere anche qui?
«Ciao Allen, addio Allen.» Faccio per andarmene e lui mi segue. Freno sulle punte dei piedi, posizionata di fronte a lui. «Se non te ne vai, io...»
«Ho deciso di deporre l'ascia da guerra, di scusarmi per tutto e ricominciare.»
Schiudo la bocca, sbigottita. Ho sentito bene? «Qualunque cosa tu stia cercando di fare, tu non mi piaci. Non giriamoci troppo intorno, okay?»
«Non sto facendo proprio niente, stavolta.»
Ma chi è questo qui? E perché ha quest'aria innocente?
«Non so cosa tu abbia in mente, ma non sono interessata a questo gioco.»

Le mie gambe proseguono, una pressione intorno al gomito mi arresta sul posto.
«Okay, va bene...» Contrae i muscoli del viso in un'espressione che è un mix tra disgusto e fastidio. Ora sì che ti riconosco. «Evitiamo i convenevoli, la cortesia e l'amicizia... devo chiederti un favore e tu devi aiutarmi. Se lo farai, giuro che non ti darò più il tormento. Almeno fino al diploma.»
«Lasciami o mi metto a urlare.» È fuori di testa, che animale! Strattono il braccio, riesco a divincolarmi e lo allontano con uno spintone. «Toccami ancora e ti giuro che ti spacco la faccia!»

«Che succede?» Charlotte è a qualche metro da noi, si avvicina di corsa e raggiunge il mio fianco. «Rory, stai bene?» Annuisco, poi fulmina lui con le sopracciglia verso il basso e le mani sui fianchi. «Io non ti ho invitato, cosa ci fai qui?»
«Io ci sono cresciuto in questo bosco e se non sbaglio non è un terreno privato, quindi sto dove voglio» le ringhia, allontanandosi verso gli altri.
Charlotte sospira, scuotendo la testa.
«Mio Dio, quel ragazzo è una causa persa, non si riprenderà mai.»
Non si riprenderà mai?
«Che cosa intendi?»

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