IV

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"Eddai non fare lo scemo!" Dissi mentre saltavo per poter prendere la collana dalle mani del ragazzo

"Puoi fare di meglio" disse il ragazzo dai capelli color rame ridendo divertito

"Efesto metti giù quella collana!" Dissi iniziando ad infastidirmi

"Va bene, va bene, eccola"
Mi porse la collana con il ciondolo a forma di bilancia e gli sorrisi contenta

"È bellissima, grazie" dissi con un sorriso per poi abbracciarlo

Socchiusi gli occhi con ancora a mente il sogno e realizzai che il ragazzo che mi aveva spiegato chi fossi nel palazzo dell'Olimpo era lo stesso del mio sogno, adesso sapevo chi mi aveva fabbricato la collana.

Stropicciai gli occhi irritati dal pianto e mi girai sull'erba ritrovandomi una faccia barbuta intenta a fissarmi con le braccia conserte, mi alzai immediatamente spaventata.
Sulla sua testa si diramavano delle corna spesse e seghettate mentre nel guardare la sua intera figura potei notare che il busto "umano" si fermava all'ombelico da cui poi partiva una folta pelliccia marrone che ricopriva le grosse zampe caprine.
Era un satiro!

"Ehy bellina, questo è il mio territorio" disse alzando un sopracciglio

"Oh me ne vado subito" dissi sistemandomi il vestito per poi incamminarmi chissa dove, ma all'improvviso fui bloccata dal satiro

"Aspetta un attimo bellezza, per caso sei una nuova pupattola di Zeus?" Chiese riducendo gli occhi a delle piccole fessure.

Feci un espressione disgustata
"Io sono..." ripensai al nome con cui mi avevano chiamata "Astrea, dea della giustizia" dissi poco convinta
Il satiro spalancò gli occhi e si inchinò riducendo ancora di più la sua bassa statura.
"Mi scusi per l'atteggiamento di poco fa, non ne avevo idea mia signora" disse rammaricato
"Oh no rialzati, non c'è alcun problema. In realtà mi è ancora tutto così confuso" dissi guardandomi intorno
"Si ho saputo" disse il satiro guardandomi

Perfetto, quindi tutto l'Olimpo sapeva di me?

"Io sono Tilifeo" disse la creatura con un sorriso cortese, sembrava esaminarmi
"Bellissima dea, perché non mi segue? Scommetto che è affamata" ridacchiò aspettando che accettassi per poi dirigersi verso una radura dalle foglie verdi e lucenti, man mano che ci avvicinavamo incontrammo sempre più ninfe e satiri impegnati a ballare e suonare divertiti e un po' ebbri.
Li osservai incuriosita dalla loro naturale gaiezza e nel rivolgermi a Tilifeo lo vidi sparire tra le foglie di un salice piangente.
Lo seguii spostando le foglie che mi facevano il solletico e un sorriso si formò sulla mia bocca, davanti a me degli enormi vigneti dalle dimensioni innaturali si diramavano ovunque con giganteschi grappoli d'uva che persino da quell'elevata altezza riuscivano a toccare terra tanto erano grandi.
Mi guardai attorno e la musica invase le mie orecchie di magnifiche melodie prodotte da fluati e voci soavi, Tilifeo mi guardò fiero e poi mi fece segno di seguirlo fino ad una piccolo angolo incorniciato da piccoli alberi di magnolia stellata che circondavano una grossa tavolata su cui erano posate brocche di vino e un'infinità di cibo delizioso.
Mi avvicinai affamata e guardai tutto con desiderio

"Mangia quanto vuoi"
Mi  volsi di scatto verso la voce maschile che si rivelò appartenere ad un ragazzo dai capelli tra il vinaccio e il magenta, gli occhi erano color nocciola scuro e i lineamenti erano perfettamente simmetrici.
Lo osservai per bene e al collo aveva una collana con un ciondolo a forma di grappolo d'uva.

"Ciao Astrea" disse sorridendo "probabilmente non ti ricordi di me, io sono Dioniso, dio dell'estasi, del vino, dell'ebbrezza e della liberazione dei sensi; rappresento l'essenza del creato nel suo perenne e selvaggio fluire, lo spirito divino di una realtà smisurata. Sicuramente avrai visto molte volte il mio nome citato nella filosofia e nei temi classici, li defininivano dionisiaci" ridacchiò orgoglioso, lui non era presente durante il colloquio con gli altri dei, forse perché non era uno dei più importanti eppure conoscevo abbastanza miti su di lui, molti poeti e filosofi si erano ispirati alla sua essenza, ad esempio Nietzsche.
In tutta onestà lo trovavo affascinante e confortevole, sembrava simile agli asseri umani in un certo senso.

ᴏʟʏᴍᴘᴜs || ɴᴄᴛDove le storie prendono vita. Scoprilo ora