Corniola

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<<É così bella la tua stanza, non pensavo minimamente che fossi così..ordinata.>>
Avanzai di un passo.
<<E pensare che questa sia la tua stanza e non solo una mia fervida immaginazione mi fa sentire... vivo. Ho sempre sognato di entrarci,mi ricorda molto il tuo posto preferito quando eri ancora una piccola creaturina.>>
Sorrisi appena, per poi rendermi conto che lei era seduta a terra,con lo sguardo basso. Ero impossibilitato a vederle il viso,poiché i suoi capelli glielo nascondevano.
Con i polpastrelli toccai ogni oggetto; annusai le peonie all'interno del vaso grigiastro e guardai attentamente tutto ciò che mi circondava. Provai ad analizzare in quei pochi secondi scrupolosi anche delle possibili reazioni da parte sua, ma nulla. Non era felice? Non sono finalmente riuscito a leggerla?
<<Hey.. posso sapere cosa pensi? So perfettamente che magari è una domanda a cui ancora non vuoi rispondere,ma... è da anni che provo a capirti,ad inglobarti.. e se finalmente sono qui, all'interno della tua stanza che ti salva dal resto del mondo,c'è un motivo: o no?>>
Sospirò.
Beh,già è un segno,almeno mi ha ascoltato.
<<Àne, non credo che sia ancora il momento. Se ti ho fatto entrare è semplicemente perché devo darti un oggetto. So che posso darlo a te,perché mi hai letteralmente portata giorno dopo giorno alla sua totale creazione. Non credo che io possa più mantenerlo.>>
Àne.
Àne.
Àne.
Come fa a sapere il mio vero nome?
Rimasi senza parole. L'unica cosa che riuscii ad avvertire fu un nodo allo stomaco che mi fece deglutire prepotentemente.
Si sta fidando di me?
Lei si sta fidando di me.
Annuii immediatamente e mi accovacciai per arrivare più o meno alla sua altezza.
<<Vorrei chiederti il motivo per cui me lo stai cedendo,ma evidentemente non credo che troverei una risposta>>
Sorrise e alzò finalmente lo sguardo,incastrandolo con il mio.
Rimasi incatenato alle sue iridi per pochi secondi:è troppo difficile mantenere un contatto visivo con questa ragazza.
Quando distolsi lo sguardo chiusi gli occhi e girai il mio viso dall'altra parte,e in quell'esatto momento avvertí il fruscio dei suoi abiti alzarsi da terra.
I suoi passi erano talmente flebili che non si percepivano con l'udito,e quando capii che si era allontanata da me alzai lo sguardo.
La trovai con il viso rivolto verso la libreria, e notai come scrutava con amore ogni singolo libro che era riposto al suo interno.
Il suo sguardo era addolorato,triste,confuso; aveva nei suoi occhi un oceano di lacrime mai versate,che stava oscurando a se stessa da non so quanto tempo,ma finalmente lei mi permise di vedere questa immensa negatività che la stava divorando. Dopo non so quanto tempo ,con estrema cautela estrasse un quaderno.
Credo che fosse inizialmente di dimensioni decisamente più piccole di come lo è ora.
Tantissime pagine strabordavano, e per tenerlo chiuso era legato con delle fascette nere,bloccate poi con una strana pietra rossa.
Quando si girò per venirmi incontro,i raggi del sole che trapassavano dalla finestra la illuminarono: sembrava un angelo per quanto brillava.
Sospirò,e a mia volta lo feci anche io.
L'aria ha cominciato ad essere pesante.
<<Àne, mi scuso già a prescindere. Ti prego di perdonarmi,e mi duole molto dirti che non posso darti spiegazioni in merito a ciò.>>
Indicò lentamente il quaderno,per poi con il suo indice accarezzarlo come se fosse un bebè.
Il suo tono di voce era freddo come sempre, e ad ogni parola che pronunciava,il mio cuore si congelava sempre di più.
Perché mi sta chiedendo scusa?
<<Questo quaderno è letteralmente tutto ciò che hai cercato in questi 12 anni. C'è solo una regola che devi rispettare: dovrai leggere un capitolo al giorno, e rivolgermi la parola solo e soltanto dopo che lo hai finito di leggere. È chiaro?>>
Disse con una nota di rammarico. Percepivo che era veramente importante tutto ciò che stava accadendo ora,e forse dopo interminabili giorni sono riuscito ad avere accesso in lei.
Volevo sorridere,volevo piangere,volevo abbracciarla. Ma sapevo che tutto ciò era impossibile al momento.
<<Certo,va bene. Non ti scriverò,non ti parlerò,sarai morta finché non finirò di leggere questo quaderno.>>
Dissi calorosamente. La guardai e lei guardò me. I nostri occhi si scambiarono miliardi di parole inaccessibili e sorridemmo con la piega delle nostre labbra.
Si avvicinò e lentamente e mi porse il suo quaderno.
Lo presi con delicatezza e me lo girai tra le mani.
<<Quella pietra si chiama Corniola. Per aprire il libro basta che pizzichi lentamente l elastico che la tiene ferma;per richiuderlo basta che fai lo stesso procedimento. Sembra surreale ma basta semplicemente che fai cosi,non forzare le cordicelle.>>
Le rivolsi un sorriso e lei mi rispose altrettanto con le sue bellissime fossette.
<<Grazie Ànemos, ci vedremo presto.>>
La sua voce si spezzò quando pronunciò la parola "presto". Le mancherò?
<<Arrivederci Nemesi>>
Urlai nella mia testa.
<<Ti voglio veramente tanto bene,qualsiasi cosa succeda,non voglio assolutamente perderti per nulla al mondo. Arrivederci Nemesi.>>
Urlò il mio cuore.
La abbracciai senza pensarci . Avrei voluto che il suo corpo rimanesse incastrato nel mio per sempre, e che il suo respiro si adagiasse sul mio petto per il resto dei miei giorni. Le nostre anime si rilassarono per quel breve periodo, e in quel momento paradisiaco, ci sussurrammo parole di cui rimembrerò per sempre.

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