Dopo aver rubato rubato il rubino del deserto alla duchessa Avarus vidi sui giornali un altro suo oggetto prezioso, lo smeraldo cor. Il museo si trovava in via Divitais dove la maggior parte dei negozi è composta da gioiellerie ma anche da musei. Decisi di andare la notte prossima a prenderlo, ma prima dovevo studiare un piano. Mi misi sulla mia scrivania, accesi il computer e lessi tutti i sistemi di sicurezza del museo e scoprii che non c'era nessuna via d'entrata e d'uscita a parte l'ingresso. Per essere certi di quello che avevo letto il giorno dopo andai al museo e mentre la guida ci narrava la storia di ogni gioiello io mi guardavo intorno per vedere se c'era qualche entrata. Quando stava per finire il tour vidi un condotto dell'aria condizionata, da lì sarei potuto entrare e uscire. Quella stessa notte entrai nel museo infilandomi nel condotto che iniziava sul tetto, sbucai nella sala della corona della regina Elisabetta, mi spolverai il vestito e mi avviai verso la sala dello smeraldo. Per sicurezza buttai per terra delle bombe soporifere per far addormentare le guardie (se ce n'erano). Arrivai alla sala dello smeraldo, era protetta solo da un vetro spesso 10 cm ma mi sembrava troppo facile così presi una bottiglietta piena d'acqua con il dosatore spray, spruzzai l'acqua in tutta la sala e comparvero dei raggi laser (questo trucco me l'ha insegnato mio padre) poi presi uno specchi e lo misi sul punto dove tutti i raggi laser si congiungevano così li mandai da un'altra parte. Dopo tutto questo presi una punta di diamante con cui bucai il vetro, poi presi lo smeraldo e scappai. Il giorno dopo il furto era su tutti i giornali mentre la duchessa Avarus si strappava i capelli dalla rabbia e ordinò all'investigatore, "INDAGA PIÙ IN FRETTA!!!", intanto io avevo rivenduto quell'oggetto ad un criminale della mafia che mi diede un bel mucchietto che suddivisi tra me e i poveri.
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Le avventure di Pulchram Bonum
AcciónNon vi voglio rovinare la sorpresa quindi vi dico solo una cosa, i ladri fanno in piccolo quello che i politici fanno in grande.